Numero 16(61)
Italia, paese dei perenni dilemma
Venerdi 18 ottobre, si è svolto lo sciopero generale proclamato dalla categoria dei lavoratori aderenti alla sigla CGIL. Quale risultato? Da parte del sindacato affermazioni trionfanti sul numero delle adesioni, dall’altra “il Giornale” quotidiano a tiratura nazionale, intitolava in prima pagina “Il grande “flop” della CGIL”. “FLOP”, parola che vuoi diri fallimento. Vi sono state così discussioni sullo sciopero più o meno riuscito, dimenticando il valore intrinseco allo sciopero, e il perché migliaia di lavoratori sono scesi in piazza, a torto o atragione, in un momento così difficile per il nostro paese, in particolare nel settore dell’auto, vedi il caso FIAT. Come conseguenza: le confederazioni sindicali si pessono chiamare ancora unite? Sembra che vi sia una spasmodica ricerca a contraddire tutto, per il piacere di una opposizione, che non risponde ad una logica di dare una corretta riposta ai problemi, ma la ricerca di destabilizzare le situazioni per il piacere di essere contrari. Accade cosi, che richiesta di condanna per Cesare Previti e gli altri imputati, che sfiorano le pene massime previste dal codice, rischia di essere l’ultimo atto di un processo segnato da molte traversie politiche oltre che giudiziarie. Ma se la legge sul “legittimo sospetto”, già in vigore nel nostro paese, è ritenuta giusta, perché queste contrapposizioni, aspre e poco edificanti che si riducono in vere battaglie in parlamento?
Girotondi a parte, mi sembra che abbiamo perso molto in stile, dimenticandoci I valori di libertà e democrazia che sono alla base del nostro paese. Per fortuna che a ridarci un po’ di dignità, ci pensa il nostro presidente della Repubblica Ciampi, che a sessanta anni dalla battaglia di El Alamein, davanti ai reduce e ai loro famigliari, ha affermato “Noi, I sopravvissuti, lo abbiamo giurato nei nostri cuori: mai più guerre tra noi”.
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