Numero 18(63)
Tip tap made in Broadway
Nel “Palazzo dei giovani” di Mosca, vicino alla stazione della metro “Frunzenskaia”, si è svolta una prima grandiosa: gli artisti americani hanno rappresentato il musical “42nd street”.
Uno dei primi spettacoli ha coinciso con gli eventi tragici dell’attacco terroristico contro il teatro Dubrovka che presentava un altro musical, “Nord-Ost”. E mentre il pubblico sconvolto restituiva i biglietti alla cassa, e tutte le televisioni pronosticavano un calo d’interesse nei confronti degli spettacoli teatrali, gli artisti americani di “42nd street” hanno calmato i russi, spiegando perché nei giorni tragici di settembre dell’anno scorso tutti i teatri del Broadway continuassero a lavorare. Meredith Patterson, una giovane star del Broadway, ha detto: “Non abbiamo paura e ci esiberemo a Mosca tutti i giorni...”
Nella capitale russa, al giorno d’oggi i musical sono diventati il fenomeno teatrale più seguito. Tra di loro esisteva già una sana concorrenza: il pubblico poteva scegliere fra “Metro”, “Nord-Ost”, “Notre-Dame” e “Chicago”. E ora gli ammiratori del musical possono “mettere a confronto i punti di riferimento artistici”: vedere il modello del genere, il famoso spettacolo di Broadway “42nd street”.
Sul palco esce una cinquantina di artisti allegri dall’aria tanto esultante da far sembrare che proprio ora, in questo luogo e a quest’ora si sia realizzato il loro sogno: dimostrare la loro arte proprio a Mosca. La loro grinta e il loro temperamento saranno sufficienti per soddisfare anche coloro che vi stanno vicino in sala e quelli che visiteranno gli altri centinaia di spettacoli programmati in città.
Negli anni trenta, era stata girata la versione cinematografica del musical “42nd street”, dopo quasi cinquant’anni gli scrittori Michael Stewart e Mark Bramble hanno presentato a Broadway il musical omonimo, destinato ad essere più che longevo, conoscendo, in nove anni, tremilacinquecento messe in scena. La musica di Harry Warren e le canzoni di El Dubin echeggiano in diversi continenti. Lo spettacolo ha raccolto una collezione inaudita di premi.
All’alba del nuovo millennio, “42nd street” è tornato a Broadway in una nuova versione scenica di Mark Bramble e del coreografo Randy Skinner. Lo show del 2001 è stato non meno fortunato di quello precedente: il musical ha vinto il premio Tony Award come “miglior musical” e “migliore coreografia”.
La storia raccontata in “42nd street” è semplice. Tutto succede in un teatro nel quale si fanno le prove di un musical. Come vediamo, è una specie di “teatro nel teatro”, e più precisamente, di “musical nel musical”. Una primadonna che sta diventando vecchia (questo personaggio un po’ caricaturale è interpretato brillantemente da Rebecca Poff) che deve fare la protagonista nello spettacolo, si è infortunata a un piede e la prima rischia di essere mandata a monte. I biglietti sono stati già venduti, i critici informati, gli ospiti invitati: disdire la prima è impossibile. Per la sostituzione urgente si trova una provinciale sconosciuta, Peggy Soyer, (nei prossimi mesi, il pubblico di Mosca la vedrà recitata dalla prima di Broadway, la stupenda Meredith Patterson) che, oltre a diventare una star, trova il suo amore. E’ questa, allora, la storia dai contenuti ottimistici e semplici (ma non primitivi): i sogni si realizzano, l’amore è improvviso, e la sorte di Cenerentola non è estranea alla nostra epoca.
Con che fascino ballano, cantano e recitano gli artisti! Non lo fanno in modo serio, profondo, ma con eleganza, velocità, sveltezza. Mentre questi ragazzi, giovani e belli, ballano il tip tap con una facilità incredibile, le loro voci meravigliose non si perdono, il fiato non si mozza, e il ballo passa liscio nelle belle melodie vocali. Le scene, che sembrano numeri di varietà si susseguono con una velocità da capogiro, spingendo avanti l’azione superficiale e festosa dello spettacolo. Non c’è da discutere: nel campo dei musical gli americani sono i migliori al mondo.
Alla fine di ogni spettacolo moscovita, accompagnato dalle ovazioni del pubblico, viene presentato talvolta il famoso hit di Harry Warren “La ninnananna di Broadway”. E la storia di una provinciale complessata che diventa principessa fa credere, almeno per un po’, nel “sogno americano”.
Il progetto “Broadway a Mosca”, preparato da Boris Krasnov e da “Rietumu-bank” ha una prospettiva grandiosa. Lo spettacolo dovrà essere presentato per alcuni anni ed è il primo tentativo di presentare i musical americani nel corso di un lungo periodo. Quando “42nd street” sarà sparito dai cartelloni, ci sarà una continuazione, secondo le promesse degli autori. L’aspetteremo con impazienza...
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