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Numero 1(46)
German Gref si è sbagliato
Nel 2001 l’inflazione ha superato il 18%

    Nonostante gli sforzi del governo, mirati a “scongiurare” l’inflazione alla seconda metà del 2001, i dati del Comitato statale per le statistiche dimostrano che queste fatiche siano state senza risultato.
    In dicembre, il tasso di crescita dei prezzi ha costituito l’1,6%. Di conseguenza, l’inflazione è ammontata al 18,6% all’anno. In altre parole, la capacità del governo di garantire alla popolazione l’aumento del tenore di vita è messa in forse: mentre nel 1998 l’inflazione aveva costituito l’84%, nel 1999 la crescita di prezzi era stata del 37% e nel 2000 era ammontata al 20%. In questo modo, in due ultimi anni, il tasso dell’inflazione è rimasto praticamente invariato.
    Va rilevato, tuttavia, che il carattere dell’inflazione nel 2001 ha subìto variazioni notevoli. Mentre nel 2000 la crescita dei prezzi era stata determinata in uguale misura dai fattori monetari che si manifestavano nella crescita dei prezzi dei prodotti alimentari e non alimentari, nel 2001 prevaleva evidentemente l’inflazione delle spese. La crescita dei prezzi dei servizi ha costituito il 37% e non solo ha superato di tanto l’inflazione del 19%, ma anche la crescita del 34% dei prezzi dei servizi, registrata nel 2000. E’ noto a tutti che l’esecutivo ha la possibilità di controllare solo l’aumento delle tariffe del gas e dell’energia elettrica, nonché dei trasporti. Nel contempo, solo nel 2001 la crescita di prezzi dei servizi comunali ha costituito il 57%, la percentuale che supera l’inflazione quasi di tre volte.
    Il programma della riforma dei servizi comunali, firmato dal governo in novembre, permette alle regioni di far passare la popolazione al pagamento del 100% dei servizi comunali, a patto che il reddito mensile superi 8 mila rubli. In contemporanea, continuerà anche la crescita complessiva del costo dei servizi comunali: mentre nel 2000 la popolazione pagava circa il 40% del loro costo reale, dopo l’aumento del loro prezzo del 57%, alla fine del 2001, gli inquilini pagano lo stesso solo il 60% del loro costo. Le autorità regionali cercheranno, evidentemente, di aumentare le tariffe comunali nei tempi brevissimi, finché la crescita dei redditi reali della popolazione consenta di far sopportare tale aumento senza provocare l’impennata della tensione sociale.
    Quindi, sicuramente le tariffe comunali saranno aumentate del 40%-50%. La crescita delle tariffe comunali non sarà l’unico fattore dell’aumento dei prezzi. La Commissione energetica federale che ora è responsabile della regolamentazione non solo delle tariffe energetiche, ma anche di quelle dei trasporti e delle comunicazioni, ha deciso di aumentare le tariffe per i trasporti delle merci del 14% e per i trasporti dei passeggeri del 30%, a partire dal 20 gennaio. Ai primi di gennaio si è svolta pure una discussione accesa in merito all’aumento delle tariffe del gas e dell’energia elettrica. Andrei Illarionov, consigliere economico del Presidente, ha fatto sapere la sua opinione circa l’inammissibilità della crescita delle tariffe dei “monopoli naturali”, le quali negli ultimi anni sono comunque già cresciuti del 200%-300%, rispetto all’inflazione annua del 20%-30%. Secondo Illarionov, sia il Gazprom, sia la RAO EES devono alimentare la loro redditività, già molto alta, riducendo le spese, dato che l’organico di queste aziende è eccessivamente gonfio. Inoltre, secondo il consigliere del Presidente, l’aumento delle tariffe comporterà l’aumento delle spese in altri settori industriali e il rallentamento della crescita economica. La posizione di Illarionov, del resto, non è poi così inequivocabile. I prezzi interni del gas e dell’energia elettrica sono indubbiamente troppo bassi, e il loro aumento negli ultimi anni non dimostrava altro che l’avvicinamento delle tariffe ad un prezzo giusto. Ma anche dopo tutti gli aumenti, i consumatori russi pagano per l’energia elettrica il 30%-il 60% del suo costo, e per il gas, il 40%-70%. L’aumento delle spese, senz’altro, riduce l’attrattiva di altri settori dell’economia, dato che vengono a costare di più. Nel contempo, quanto meno diversi dal costo reale saranno le tariffe, tanto più facile sarà per gli investitori stimare i progetti d’investimenti nella Russia, che attualmente segnano il passo per la vaga politica tariffaria dello Stato. La crescita delle tariffe è il primo passo verso la liberalizzazione del mercato. In questo modo, il governo che ha intenzione di esaminare il grafico dell’aumento di tariffe in una delle sue riunioni alla fine di gennaio, ha buoni motivi per sostenere la crescita del 20% delle tariffe del gas e dell’elettricità nel primo trimestre di quest’anno e l’aumento del 35% nel corso di tutto l’anno. In questo caso, però, andrà dimenticata la previsione governativa dell’inflazione per il 2002: l’aumento di prezzi costituirà almeno il 16%.
Evgenija Orlovskaja

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