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Numero 1(65)
Russia 2003 – si rinnova la Duma

    Sebbene per ora se ne parli poco, le elezioni parlamentari sono sempre più vicine. Il dicembre del 2003, quando sarà formata la nuova Duma, è, infatti, quasi alle porte. Non sono, poi, così lontane anche le elezioni presidenziali del 2004.
    L’anno corrente sarà segnato indubbiamente da continue battaglie politiche. Va ricordato che poco fa, a novembre del 2002 sono state approvate le modalità di formazione della Duma, in conformità alle quali i partiti che non hanno superato la barriera del 5% non potranno essere presenti nella Camera bassa. Tra i partiti presenti nella Duma di oggi, tale pericolo incombe sullo “Jabloko” (il partito di Grigori Javlinski), sul Partito liberale democratico (LDPR) di Zhirinovski e forse anche sulla SPS (Unione delle forze di destra). Per quanto riguarda il LDPR, visto che questo partito opera nell’ambito di interessi dei partiti centristi o pro Cremlino, esso aderirà molto probabilmente a grosse associazioni politiche. Quanto agli altri due partiti, tutti e due di destra, proprio essi dovrebbero dar prova di maggiore attività nei prossimi mesi.
    Da una parte, sia la SPS, sia lo Jabloko hanno certe possibilità per consolidare le loro posizioni. Tali opportunità sono dovute, in larga misura, al comportamento del Cremlino. Il notevole rallentamento delle riforme economiche nel 2002 ha fatto sì che i politici di atteggiamenti liberali abbiano parecchie carte vincenti alla vigilia delle elezioni. Potrebbero, infatti, promettere la realizzazione di un programma completo della riforma dei servizi comunali, il quale è stato approvato in una versione di compromesso che, così com’è adesso, non comporterà alcun miglioramento di servizi forniti da questo settore. E’ possibile criticare il governo per la promozione lenta della riforma militare: tali critiche sono già state fatte dal signor Nemtsov in alcune trasmissioni televisive. Si può insistere sulla necessità di ridurre ulteriormente la tassazione: tale riduzione è promessa dall’esecutivo solo dal 2005. Grigori Javlinski ultimamente ha trovato un altro argomento vantaggioso, schierandosi contro la ridistribuzione della proprietà nell’industria. I suoi interventi contro la riforma del settore energetico, che ha motivato con la necessità di prevenire una spartizione degli attivi pubblici a favore degli “oligarchi”, rappresentano una mossa politica assai fruttuosa, dato che, suscitando l’appoggio degli elettori, risponde contemporaneamente all’interesse del Cremlino.
    Nel contempo, anche se i democratici avranno molti argomenti vantaggiosi, essi dovranno soprattutto evitare la lotta per gli stessi elettori. In altre parole, sarà vitale per loro operare insieme, invece di combattersi, com’era successo quattro anni fa, alle elezioni precedenti. Ma per ora, tale alleanza è menzionata solo come uno sviluppo possibile, mentre i leader delle stesse fazioni non la ritengono uno scenario realistico. In particolare, secondo i dati di alcuni siti internet, circa un mese fa Grigori Javlinski, invitato da Evgheni Kisselev nel suo programma televisivo, interrogato su tale alleanza ha risposto che lo “Jabloko” “non ha intenzione di allearsi con un partito i cui dirigenti sono responsabili di aver creato un’economia criminale”. L’intervista non è stata mandata in onda dal canale TVS, ma il fatto parla chiaro. Boris Nemtsov, a sua volta, ha definito “quasi improbabile” quest’unione.
    Un’altra domanda interessante riguarda le sorti dei partiti centristi nel 2003. Ricordiamo che il “Deputato del popolo” e lo “Edinstvo” sono stati creati nel 2000 soprattutto per far concorrenza ai comunisti, e poi, per assicurare un sostegno a Putin. Entrambi gli obiettivi sono stati conseguiti con successo. I comunisti hanno praticamente lasciato la scena politica: i centristi li hanno eliminati dai posti dirigenti nella Duma. Inoltre, il tenore medio di vita nel Paese sta migliorando, l’elettorato dei comunisti si sta diradando, mentre le loro idee stanno perdendo una base nella vita reale. Vladimir Putin rimane il padrone del Cremlino senza alternativa, e all’orizzonte non si vede una seria opposizione. Potrà essere pertanto che non si riuscirà a trovare una nuova idea per unire i centristi.
    La necessità, dettata dal tempo, è quella di creare un partito che difenda gli interessi del business. Certamente, gli imprenditori anche oggi esercitano un influsso notevole sulla politica, ma mica tutti: ciò è riservato agli “oligarchi”. Come si sa, molte iniziative non nascono nella Duma, ma sono preparate dall’Unione russa di industriali e di imprenditori (URII) che rappresenta il business russo. Chissà, forse gli imprenditori che oggi sono costretti a mantenere sia i deputati, sia lo staff dell’URII, per ottimizzare le spese, decideranno di far entrare gli esperti nella Duma, il che aumenterebbe notevolmente la capacità lavorativa del Parlamento.

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