Numero 2(66)
E’ meglio perdere da soli che vincere insieme? Lo “Jabloko” continua a restare in una solitudine altezzosa
Sebbene le elezioni politiche di dicembre oggi sembrino lontane, i preparativi per la battaglia imminente per l’elettorato sono già cominciati. Fra questi preparativi uno è sfociato in uno scandalo, in cui è degenerato un tentativo di unire due partiti democratici: il Partito delle forze di destra (SPS) e “Jabloko” (il partito di Javlinski).
Ma l’incontro dei leader, Grigori Javlinski e Boris Nemtsov, non ha avuto luogo: lo “Jabloko” ha respinto la stessa possibilità di colloqui relativi a quelle proposte che erano state fatte dal SPS. Sono stati comunicati alcuni motivi di tale comportamento.
Anzitutto, allo Jabloko non andavano bene alcuni personaggi membri del SPS: Ciubais, Gaidar e Kirienko. Secondo Javlinski e i suoi collaboratori, l’immagine di questi uomini sarebbe stata definitivamente rovinata dalla privatizzazione da rapina, dalla costruzione delle piramidi finanziarie statali e dalla crisi finanziaria del 1998. Il SPS sostiene di essere stato d’accordo di fare concessioni, anche escludendo dai suoi membri Anatoli Ciubais, presidente della RAO EES e uno dei principali sponsor del partito. Ma lo Jabloko afferma di non aver avuto tali proposte da parte del SPS.
Un altro motivo è la sicurezza degli “jablokiani” del loro elettore. E’ vero: secondo i sondaggi, lo Jabloko ha un indice di gradimento stabile, anche se non troppo alto (il 7%, secondo l’ultimo sondaggio del Centro nazionale per l’esame dell’opinione pubblica), mentre il SPS ultimamente ha iniziato a perdere i suoi sostenitori nella società: l’ultimo sondaggio ha dato il 5% (nell’ottobre dell’anno scorso era stato l’11%). Per queste ragioni, la proposta di riunirsi è stata ritenuta dallo Jabloko un tranello elettorale, e quindi il partito di Javlinski ha deciso di affidarsi alle proprie risorse.
Poi, agli “jablokiani” evidentemente non è piaciuta la divisione dei ruoli proposta dal SPS: nella lista elettorale per la Duma Javlinski era secondo, sotto Nemtsov e sopra Khakamada. In “compenso”, al leader dello Jabloko hanno concesso la possibilità di competere, alle elezioni presidenziali, da unico candidato dei democratici, con Putin: ma anche questo è un dono poco gradito: chi vuole fare il ruolo dello sconfitto sicuro? E poi, lo Jabloko è scontento che la SPS determini le posizioni nella lista elettorale, e che lo faccia pubblicamente, prima ancora che i partiti si siano messi d’accordo sui punti fondamentali delle loro piattaforme elettorali.
Questi eventi hanno costretto gli osservatori a sostenere che tale alleanza fosse proprio impossibile, visto che ad essere inconciliabili non sono tanto i leader dei partiti, quanto le ideologie dei due partiti. Lo Jabloko, secondo il suo programma, è un partito di ispirazione social-democratica. I suoi appelli alla classe media sono di carattere piuttosto dichiarativo (come, ad esempio, nel caso della riforma dei servizi comunali). Il partito punta sulla difesa dei valori democratici, concepiti nello spirito della perestroika, e tiene con sicurezza questa nicchia politica, piccola, ma stabile. Il SPS, iniziato come partito del capitale grosso e medio, dal canto suo, si sposta pian piano verso sinistra, cercando di attirare l’elettorato dello “Jabloko” con slogan relativi alla difesa dei diritti umani.
E’ possibile citare molti motivi, ma nessuno darà una spiegazione esauriente del risultato ottenuto. Il SPS non è riuscito a nascondere un certo disprezzo per i suoi eventuali partner, mentre lo “Jabloko” si è incallito nella sua solitudine altezzosa. Entrambe le parti, poi, nelle loro pubbliche dichiarazioni, hanno dimostrato tutta la sarcasticità ammessa dalla correttezza politica.
I suddetti partiti sono i più grossi fra le associazioni liberali, e per il momento, i soli seri pretendenti ai seggi parlamentari dall’ambiente democratico. Se alle prossime elezioni fallisce uno di essi, l’altro rimane in una minoranza insignificante e sarà pestato dai giganti più pragmatici, che non si sottraggono ad associazioni: “Russia unita” e il Partito comunista della Federazione Russa. E il fallimento dei partiti liberali alle elezioni non è poi così improbabile: tutti e due si bilanciano sulla soglia del 5%, come sull’orlo dell’abisso. Dato che all’alleanza del SPS e dello Jabloko potrebbero riunirsi molti liberali, come, ad esempio, Serghei Iuscenkov e Viktor Pokhmelkin, i leader della “Russia liberale” hanno già proposto ai due intrattabili partiti di creare un’alleanza più larga alle prossime elezioni. Ma sembra che ora potranno ravvicinarsi solo in seguito a pressioni da parte degli sponsor.
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