Numero 4(68)
Indulgenza promessa alle banche
Nonostante un certo rallentamento delle riforme, il governo continua a preparare proposte mirate a sostenere il settore bancario. Tale attività’ è dovuta anzitutto al fatto che i progetti di legge connessi con le banche incontrano meno conflittualita’, e possono quindi essere approvati nell’anno delle elezioni politiche. Il settore bancario poi è veramente molto importante per la crescita economica: questo ruolo ultimamente viene riconosciuto da tutti i funzionari governativi.
Le banche russe, nel 2002, hanno aumentato notevolmente il monte crediti: mentre nel 2001 il volume dei crediti concessi al settore industriale ammontava al 14% del PIL, nel 2002 sono cresciuti fino al 17% del PIL. Nel contempo, la diversificazione del portafoglio crediti tuttora riguarda in gran parte la clientela dei settori dell’ export e delle materie prime. Nel caso della Sberbank tali compagnie raccolgono circa il 32% del portafoglio crediti. In altre parole le banche anche grandi evitano tuttora di finanziare diverse piccole e medie imprese, preferendo mantenere un’alta concentrazione del credito. I banchieri russi evidentemente ritengono che qualora emergano dei problemi finanziari nel gruppo Gazprom o in altre grosse aziende petroliere questi rischi si potranno ridurre mediante accordi politici. E dato che mettersi d’ accordo sull’estinzione dei crediti con dieci compagnie è più facile che non farlo con migliaia di aziende, la preferenza data al finanziamento di grosse compagnie è assolutamente evidente. Il settore bancario pertanto necessita visibilmente dell’approvazione di una legislazione e di una regolamentazione supplementare, che potrebbero creare un ambiente più favorevole per aumentare la diversificazione del portafoglio crediti.
In particolare esiste la possibilità’ di aumentare l’ accesso al credito mediante una riduzione dei tassi d’interesse nell’economia. Oggi i tassi medi di finanziamento costituiscono circa il 12% (calcolati in dollari), il che rende i crediti non accessibili quasi per tutti i settori che non hanno a che fare con il petrolio. Il Governo vuole promuovere appunto una riduzione dei tassi d’interesse.
Secondo le ultime proposte il governo ha intenzione di dare impulso alla riduzione del fondo obbligatorio di riserva. Oggi le banche russe hanno a riserva obbligatoria circa 4 miliardi di dollari, prelevando il 7% dai depositi in rubli e circa il 10% dai depositi in valuta estera. Queste norme della riserva sono assai piu’ alte rispetto al 2% che viene prelevato nei Paesi europei, e al 5% che viene prelevato negli USA. La riserva riduce la redditività’ delle operazioni bancarie attive e diminuisce l’ entita’ dell’ utile nel settore bancario, perché le risorse che potrebbero essere in circolazione rimangono invece bloccati su appositi conti presso la Banca Centrale (BC). La riduzione di due volte dell’ entita’ della riserva obbligatoria permetterebbe alle banche russe di aumentare i profitti del 10%-15% all’anno.
La sentenza definitiva su questo proposito spetta però alla Banca Centrale. E il problema è che ora la direzione di quest’ ultima è impegnata nella riduzione della pressione inflazionistica sull’economia, e non sembra disposta a sacrificare i valori d’inflazione anche per a fronte di tassi più alti di crescita economica. La riduzione della norma di riserva obbligatoria infatti comporterà’ l’aumento della liquidità’ nel settore finanziario, il che consentirà’ alle banche di finanziare in modo più attivo il settore industriale, ma al tempo stesso farà’ incrementare la massa monetaria e potenzialmente avrà’ come conseguenza la crescita dei prezzi. Visto che dall’inizio dell’anno l’inflazione ammonta già’ al 5%, con il punto di riferimento annuo governativo del 12%, la Banca Centrale quasi sicuramente preferirà’ una riforma più moderata delle normative bancarie.
Sembrerebbe un paradosso, ma la riforma del settore bancario potrebbe spronare i tassi di crescita senza effetti negativi per l’inflazione, ma questo solo a condizione che si facciano riforme legislative tali da consentire alle banche di accedere più facilmente alla clientela dei settori non petroliferi, e che permettano di effettuare un ammodernamento di questi segmenti. Ma finché la Banca Centrale non avra’ la certezza che la riforma bancaria sarà’ sostenuta da una riforma del settore industriale, essa non ha fretta ad essere indulgente con le banche. E nel Governo si dice che prima di occuparsi dell’economia bisogna riformare le banche. Ne risulta allora che la Banca Centrale aspetta il momento in cui il Governo inoltrera’ il progetto di legge alla Duma, e il governo rinvia questo momento, sperando che la riforma delle banche arrivi prima ed abbia un effetto positivo sulla crescita. Di conseguenza il tempo passa, e il rischio che i prezzi del petrolio cadano e la Russia debba affrontare di nuovo i problemi del pagamento dei debiti e degli squilibri di bilancio cresce a vista d’occhio.
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