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Numero 5(69)
La Scuola italiana "Costanza Vinci"

   
La Scuola
    A Mosca ci sono un sacco di cose italiane: ristoranti, aziende, negozi... C’è anche una vera e propria scuola italiana di istruzione generale, la Scuola “Costanza Vinci”.
    La scuola è italiana al 100%: l’insegnamento segue i programmi italiani, che danno circa il 70% di ore alle materie di istruzione generale, approvate dal Ministero, mentre il 30% è a disposizione della scuola. Visto che la scuola si trova in Russia, gli allievi studiano il russo, il che viene certificato dalla pagella scolastica.
    La caratteristica più importante dell scuola italiana è che essa mantiene la sua identità, malgrado si trovi in Russia. Tale scelta si basa sulla convinzione che l’integrazione culturale non può partire da una mescolanza insensata di programmi scolastici, e che bisogna essere consapevoli della propria identità, nonostante tutta la varietà di tradizioni, culture e lingue.
    La direzione della “Costanza Vinci” si mantiene sempre al corrente delle notizie del mondo dell’insegnamento, cercando di attenersi alle piu’ moderne linee di sviluppo, per non rimanere indietro rispetto ai colleghi italiani. Tutte le altre informazioni i professori le ricevono dalla rivista italiana “La vita scolastica” che informa sui progetti delle riforme nella sfera della pubblica istruzione in Italia, e dà consigli ai maestri. Come scuola che si trova all’estero, la “Costanza Vinci” in linea di principio non è obbligata ad osservare subito le nuove leggi sull’istruzione pubblica che vengono varate in Italia, ma comunque cerca lo stesso di farlo. Così, ad esempio, nel 2000 in Italia era stata pubblicata la cosiddetta Legge sulla parità (tra le scuole pubbliche e private), e l’amministrazione, avendolo saputo, aveva subito dato inizio al processo di adozione delle nuove norme, previste da quella Legge.
    La scuola ha progetti interessanti, legati al gioco, come “Giocoterapia formativa”. Una o due volta al mese la scuola è visitata da un psicologo del Centro giochi della Casa dei pionieri, per lavorare con i ragazzi. In tali progetti si tiene conto delle richieste fatte dai genitori, i quali, a proposito, sono rimasti molto contenti della “Giocoterapia”.
    Vera Giovanna Bani, direttrice e maestra della scuola elementare, propone un altro progetto: “conoscere il territorio”. Molti ragazzi italiani praticamente non hanno visto Mosca, non hanno visitato teatri, musei... Occorre dimostrare loro che Mosca dispone di possibilità uniche dal punto di vista della formazione culturale e dello svago. Nel progetto per le ultime classi della scuola elementare c’è un “incontro con la metropolitana”, perché molti non vi sono mai stati. In questo modo, i ragazzi possono superare la paura nei confronti di un Paese sconosciuto e cominciare ad intendersi del nuovo ambiente.
    I programmi scolastici italiani sono assai diversi da quelli russi. Si comincia ad insegnare la storia, la geografia e la sociologia dalla prima elementare. Anche le lingue straniere, l’inglese e il russo, i ragazzi iniziano ad impararle dalla prima classe. Le lezioni di religione cattolica non sono obbligatorie, ma la maggior parte di ragazzi vi partecipa. Anche dal punto di vista della metodologia, ci sono molte differenze rispetto a quella usata nelle scuole russe. La prima cosa che si fa notare subito è che nella scuola italiana si presta minore attenzione alla scrittura e alla calligrafia. Si pensa che la grafia come il disegno rifletta l’individualità di un ragazzo, per cui quel che importa veramente è che i ragazzi scrivano in modo pulito e corretto.
    Dalla seconda o dalla terza classe i ragazzi imparano a scrivere i temi. L’esame scritto in lingua italiana è uno dei principali nelle scuole italiane, e si dà una grande importanza alla capacità dei ragazzi di esporre in modo corretto l’argomento di un tema. Tra la scuola russa e quella italiana c’è un’altra differenza, di carattere ideologico. Nel corso degli ultimi anni le scuole italiane prestano molta attenzione a quei ragazzi che per diversi motivi rimangono indietro negli studi. Oggi gli allievi sono molto diversi rispetto alla situazione di qualche anno fa: ci sono molti ragazzi provenienti da svariati Paesi, con i propri costumi e le proprie lingue. Tali ragazzi spesso si integrano con difficolta’ nella cultura italiana, e il loro profitto è basso. I “guru” della pedagogia moderna assicurano pertanto che la scuola deve concedere a tutti gli scolari la possibilità di raggiungere un certo “minimo” livello del sapere. Ma esiste allora il rischio che gli alunni particolarmente capaci non riescano a realizzare le loro capacità. Intanto nelle classi sono inseriti dei ragazzi con difetti fisici o mentali, per indurli a cercare di uguagliare gli altri. Essi studiano per una certa quantità di ore con maestri dedicati, ma in genere sono membri delle classi “normali”. In una scuola russa, se un ragazzo ha scarso profitto, deve farsi aiutare da un “ripetitore” (insegnante privato) o cambiare scuola. Avviene, in questo modo, una stratificazione degli alunni, ognuno lavora secondo le proprie capacità.
    La disciplina nella scuola italiana non è troppo dura, ma si cura molto dello sviluppo della personalità. Nella scuola russa la disciplina è più rigida, il che certamente dà dei buoni risultati più rapidamente. Qui molto dipende dall’atteggiamento dei genitori: i genitori italiani di solito già all’indomani dimenticano che il ragazzo è stato punito per i compiti non fatti o per cattiva condotta. In una famiglia russa, un ragazzo deve correggere i propri errori, dimostrare di aver capito i motivi del castigo subìto.
    Nell’ultimo anno il numero degli allievi della scuola elementare “Costanza Vinci” è raddoppiato, da 23 a 45, e ciò facilita notevolmente il lavoro dei pedagoghi. Quando in una classe ci sono pochi ragazzi, l’individualità di ciascuno di essi appare manifestamente. Quando invece una classe ha 10 o più persone, si forma una specie di “onda media”, i ragazzi sentono di trovarsi dentro un gruppo e di doverne tenere conto.
    La scuola “Costanza Vinci” affronta sempre diverse difficoltà, e il problema più scottante è quello dei libri di testo. E’ difficile seguire le nuove edizioni, anche perché è possibile avere le relative informazioni solo con Internet. E’ molto difficile trovare anche dei nuovi libri italiani, ma questo problema viene risolto, anche grazie all’appoggio preziosissimo della libreria “Pangloss”.
    Nonostante le difficoltà, la biblioteca italiana esistente presso la scuola è aperta sia per i ragazzi, sia per tutti coloro che studiano l’italiano e vogliono leggere libri in lingua originale. Tutto il materiale è sistematizzato, la biblioteca si estende in continuazione.
    Sotto l’aspetto economico la scuola è supportata anzitutto dalle rette pagate dai genitori e da strutture private, come l’”Aermacchi” o il Gruppo ENI. Alcune società private regalano alla scuola attrezzature necessarie e mobili. Di sera presso la scuola si tengono i corsi d’ italiano per adulti.
    Nonostante che la “Costanza Vinci” per statuto sia una scuola dell’ Ambasciata, per essa è molto importante sentirsi appoggiata da strutture ufficiali. L’amministrazione spesso è costretta a trovare soluzioni per situazioni complicate, quando, per esempio, ai maestri che arrivano dall’Italia occorrono i visti.
    Vera Bani: “Vorrei ringraziare il console Pietro Tommaso Marcheggiani, che mi ha telefonato per informarmi sulla mostra “Ciukotka italiana” del fotografo italiano Stefania Zini, svoltasi presso il Museo Puskin. Siamo stati accolti in modo meraviglioso, ai ragazzi si sono raccontate molte cose interessanti su qualla parte della Russia che non hanno mai visto”.
    Nel 2000, la scuola aveva attirato l’attenzione di tutti, essendo stata visitata dalla signora Ciampi, la moglie del Presidente della Repubblica italiana. Aveva portato libri per ragazzi, e tutti erano stati felici di poterla accogliere.
    Nel complesso la scuola cerca di creare un ambiente confortevole, perché ogni ragazzo si possa sentire a proprio agio. I maestri russi parlano italiano, si organizzano attività congiunte per i ragazzi, per aiutarli a trovare il più presto possibile amici e ad imparare la lingua russa. E’ chiaro che se i genitori non si sentono a loro agio nel Paese, ciò si trasmette presto anche ai loro figli, ma un ragazzo si adatta a un nuovo ambiente più velocemente che non un adulto. Nonostante le difficoltà, la scuola continua ad andare avanti contando prevalentemente sulle proprie forze. La “Costanza Vinci” spera che l’Ambasciata le dia una mano per poter avere personale dall’Italia, perché sono veramente tanti coloro che vorrebbero lavorarci. La scuola ha pure inviato una domanda al Ministero degli Esteri Italiano, per avere dall’Italia i professori del Ministero.
    Oggi la scuola è diretta dalla Direttrice, nominata dall’Amministrazione, dopo che nell’ agosto del 2001, sulla base delle nuove direttive di politica estera, il Ministero degli Esteri aveva smesso di inviare proprio personale amministrativo per dirigere la scuola.
    Gli affari della scuola sono gestiti dall’ente senza scopo di lucro “Comitato italiano di Mosca”, avente sede presso la Missione Diplomatica italiana nella Federazione Russa. Di quest’ente fanno parte di diritto anche i genitori degli alunni. I genitori eleggono il Consiglio di tutela, il quale, a sua volta, deve sentire l’opinione del Direttore del Consiglio prima di prendere qualsiasi decisione.
    La scuola cercherà di progredire ancora, anche perché molti le danno credito. Gli italiani i cui figli vi studiano confessano che si sono decisi di venire in Russia solo dopo essersi informati sull’esistenza della scuola “Costanza Vinci” a Mosca.

Professori
    La maggior parte dei maestri della scuola sono italiani, laureati. Miranda Marcella insegna materie umanistiche in 3, 4 e 5 elementare. “Questa scuola è uguale a qualsiasi altra scuola italiana. I nostri ragazzi che vi studiano sono molto diversi dai loro coetanei russi: esprimono più liberamente le proprie idee, danno sfogo alle loro fantasie e idee. Di fatto, è una divergenza fondamentale dei sistemi scolastici. Qui studiano anche i ragazzi nati dai matrimoni misti, ed essi parlano senza accento sia in russo, che in italiano. Ci sono anche programmi individuali per i ragazzi che vengono da noi senza una pur minima conoscenza dell’ italiano: cominciano a parlarlo dopo alcuni mesi.
    Questa scuola è molto importante per i ragazzi arrivati dall’Italia, perché un ragazzo italiano è abituato a giocare in un cortile, nel giardino della stessa casa in cui abita (eccetto forse le grandi città, come Milano). In Russia invece si trova in una situazione assai complicata: l’unico posto in cui può giocare e comunicare con gli amici è appunto la scuola”.
    Rami Mohammad insegna ai ragazzi l’inglese: “E’ vero che per i fanciulli è molto difficile studiare due lingue straniere, il russo e l’inglese, in contemporanea. Ma riesco ad attirare la loro attenzione con i giochi e con le canzoni, e l’inglese allora non è più per essi una materia troppo difficile. Nella prima classe essi particamente non scrivono, per non confondere l’inglese con la loro lingua madre. Nella scuola regna un’atmosfera “familiare”, tutti i ragazzi si conoscono. E’ molto importante, poi, che i ragazzi dicano la loro opinione, perché se un fanciullo tiene per sé le proprie emozioni, alla fine può accadere un’“esplosione”.

I ragazzi
    Giorgia, allieva della 3 elementare: “Studio in questa scuola quasi da un anno: l’anno scorso ho terminato la seconda, e ora faccio la terza. Sto bene qui”. E’ vero, guardando come i fanciulli si divertono in corridoio si capisce che stanno benissimo nella “Costanza Vinci”. Sulle pareti sono appesi i disegni e i collage fatti dai ragazzi, i quali ne sono molto orgogliosi. Dima, allievo della quinta classe: “Quando ero venuto qui l’anno scorso non sapevo l’italiano. Ma l’avevo studiato con una maestra e dopo tre mesi avevo già imparato a parlare. I miei amici sono principalmente allievi di altre classi”.
    Nel corridoio, mentre i bambini si preparano per tornare a casa (sono portati ciascuno a casa propria da un pullman, qualcuno è accompagnato dai genitori), regna un disordine assoluto. Ma dopo arriva un silenzio completo; si capisce però che durerà solo fino alle 8.30 della seguente mattina, l’ora in cui le voci dei ragazzi di nuovo colmeranno queste aule e sembrerà di trovarsi in qualche città italiana e non a Mosca.

La storia
    La scuola italiana “Costanza Vinci” iniziò le sue attività negli anni 1975-1976 e per alcuni anni si trovava nei locali messi a disposizione dall’Ambasciata Italiana.
    Dal 1987 fu riconosciuta, e la Scuola elementare, cosi’ come quella media, ebbero un risconoscimento ufficiale. In quel periodo iniziale della sua attività la scuola lavorava prevalentemente per i figli degli impiegati dell’Ambasciata Italiana dell’ICE e degli impiegati di altre aziende italiane basati a Mosca.
    Nel 1988, in base ad un accordo stipulato con la Direzione per gli Affari del Corpo Diplomatico (UPDK), la scuola potè affittare la sede della Scuola Musicale di Russia nel circondario Sud-Ovest di Mosca. Dopo altri tre anni, anche la scuola materna presso la “Costanza Vinci” ebbe un riconoscimento ufficiale da parte del Ministero degli esteri della Repubblica Italiana.
    Il cambiamento delle condizioni politiche e sociali nel Paese e all’estero attirava un’ attenzione sempre maggiore per la scuola: aumentò cosi’ il numero degli allievi non italiani che volevano frequentare la scuola Costanza Vinci. In questo modo, la scuola affrontò di nuovo il problema della collocazione: era necessario trovare un posto più sicuro e più spazioso.
    Infine, dopo lunghe ricerche e fatiche, nel 2000 la stessa Direzione per gli Affari del Corpo Diplomatico concesse alla scuola locali spaziosi e comodi, situati al primo piano di un edificio in Leninski prospekt. In precedenza, vi si trovava una delle scuole più famose e prestigiose di Mosca, la Scuola Americana. Gli altri piani dell’edificio ospitano la Scuola di Ballo della Direzione per gli Affari del Corpo Diplomatico, la Scuola Giapponese e la Scuola Jugoslava. Il territorio della scuola è circondato da un recinto ed è sorvegliato continuamente dalle guardie. C’è anche una pista di pattinaggio.
    Il trasferimento nella nuova sede, la stabilizzazione del corpo insegnante competente ed esperto, lo sviluppo economico vissuto dalla Federazione Russa hanno fatto sì che a partire dall’anno scolastico 2001 sia tornato l’interesse di tutti nei confronti della scuola, un interesse che si era afflosciato a metà degli anni 90. La scuola, oltre ad essere uno strumento per la diffusione della lingua e cultura italiana all’interno di una delle più interessanti comunità politiche e culturali del mondo, è anche una struttura capace di fornire una formazione seria.
    Oggi la Scuola collabora con la scuola N136 di Mosca, nella quale c’è una sezione italiana sperimentale per gli alunni delle classi superiori.

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