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Numero 10(74)
Mikhail Kassianov:
i risultati della privatizzazione sono stabili e non saranno riveduti


    I risultati della privatizzazione degli ultimi anni sono assodati, e non saranno riveduti. L’ha dichiarato giovedì 17 luglio il presidente del governo della Federazione Russa, Mikhail Kassianov, all’apertura di una seduta del Consiglio dei ministri che in quella sede ha proceduto allo studio ed all’approvazione di un programma di privatizzazione dei beni federali negli anni 2004-2006.
    L’obiettivo principale del documento approvato è una completa integrazione del programma con il compito di accelerare i ritmi della crescita economica e il suo raddoppio nel 2010. A grandi linee si prevede di ultimare il processo di privatizzazione verso il 2008.
    Innanzi tutto, alla vendita saranno destinati quei beni federali che non servono per assicurare il funzionamento dello Stato. Il principio della fermezza sarà osservato anche in seguito, ha detto Kassianov che ha citato la maggiore apertura ed una migliore qualità come primari obiettivi della privatizzazione in Russia.
    A detta di Kassianov la privatizzazione è “uno strumento molto importante della politica economica nel paese, delle riforme strutturali e istituzionali”. In effetti da quello che è venuto fuori dalle discussioni, si vede che il governo non ha intenzione di dimenticare la storia della privatizzazione nazionale. “Le trasformazioni strutturali nel paese hanno molti collegamenti con i processi di privatizzazione. Oggi, quando una buona parte dell’economia si trova già in mani non statali, e conosce ritmi di sviluppo assai buoni, noi vediamo quelle mancanze che ci sono state ma nello stesso tempo scorgiamo anche evidenti vantaggi dell’imprenditoria privata”, - ha osservato Kassianov.
    In ogni modo, secondo il premier adesso si vedono non solo gli errori commessi nel corso della privatizzazione, ma anche i suoi vantaggi, in particolar modo lo sviluppo della concorrenza. A detta di Kassianov il governo continuerà ad attenersi a questo principio, e metterà in pratica la privatizzazione, tutelandone l’ apertura. “Un miglioramento della qualità e dell’apertura all’atto della presa delle decisioni di privatizzazione, questo è senz’altro l’obiettivo principale dell’anno scorso e di quello corrente”, - ha insistito il premier russo.
    Nel 2004 si prevede di trasmettere in mani private più di due mila impianti di proprietà federale che, nella maggioranza dei casi, “sono gestiti in modo inefficiente pregiudicando la competitività dell’azienda”.
    M. Kassianov ha ricordato che secondo il piano di privatizzazione dell’anno venturo presentato dal Ministero della Proprieta’ federale, nel 2004 si prevede di trasmettere in mani private più di duemila impianti di proprietà federale. Si tratta in genere di ridurre ancora la quota di capitale pubblico nelle aziende già privatizzate. Per prima cosa si prevede di vendere i pacchetti azionari di quelle aziende in cui la quota dello Stato non supera il 25%. In particolare ormai è noto che nel 2004 è previsto di vendere 1050 aziende federali unitarie pubbliche e 623 pacchetti azionari delle società per azioni. Inoltre si stanno compilando elenchi integrativi dei pacchetti azionari che saranno offerti alla vendita.
    Questi pacchetti irrilevanti non influiscono molto sulla gestione dell’impresa, e mantenerli in proprietà pubblica è inopportuno, ha detto Kassianov. M. Kassianov ha dichiarato che l’anno scorso un notevole numero di pacchetti azionari pubblici non era stato privatizzato per la mancanza di domanda.
    Si prevede di vendere le azioni di società abbastanza importanti: Rostselmash, La Seconda fabbrica di orologi, La Fabbrica dei trattori di Lipetsk, “Le Linee aeree di Domodedovo”, “La società di navigazione marittima del Nord”, le azioni pubbliche di “LUKoil”.
    Nel 2005 saranno privatizzate le società per azioni in cui lo Stato detiene i pacchetti dal 25 al 50%. Con questo si prevede che lo Stato si ritirera’ completamente dai settori della costruzione di macchine energetiche, della pesca, dell’ edilizia e della cinematografia. Nel 2006 finirà la partecipazione statale a quelle aziende da privatizzare cui lo Stato partecipa in misura superiore al 50%. Con tutto ciò lo Stato conserverà il controllo dei settori strategici. E infine il primo ministro si è dichiarato sicuro che entro il 2006 il governo “potrà ripulire i mercati dall’eccessiva presenza di aziende non competitive in cui lo Stato continua a essere un proprietario inefficiente. Nel 2006 lo Stato prevede di ritirarsi completamente dai capitali delle industrie aeronautiche, a prescindere dagli impianti di infrastruttura (installazioni aeroportuali e aziende che garantiscono la sicurezza del traffico aereo). Inoltre si prevede il ritiro dello Stato dal capitale delle aziende dell’ industria chimica, petrolchimica, della pesca e di quella geologica nonché da alcuni settori della produzione agricola.
    Però nonostante la dichiarazione di Kassianov il Ministero dei beni non esclude che alcune transazioni di privatizzazione possano essere rivedute perché il problema di revisione dei risultati della privatizzazione è stato comunque sollevato (ne possono servire di esempio le accuse contro la compagnia petroliera YUKOS che ultimamente si sono trasformate in una campagna di grande stile e che avevano cominciato proprio con le affermazioni circa la privatizzazione abusiva della società per azioni “Apatit” nove anni fa).
    A sentire perlomeno Alexandr Braverman, primo vicecapo delle relazioni patrimoniali di questo dicastero, bisogna distinguere i risultati delle privatizzazioni da alcune transazioni di privatizzazione. “Il governo non ha la volontà politica di rivedere i risultati della privatizzazione. Però è possibile analizzare alcune transazioni in relazione alla loro conformità alla legge”, - ha osservato Braverman. Poi l’analisi va condotta in modo che non faccia crollare il mercato.
    Quindi c’è da dire che considerando una maggiore efficienza del settore privato rispetto a quello pubblico, lo Stato deve sbarazzassi dai beni e dalle attività superflue che vengono portate avanti in modo inefficiente. Però in questi processi (in caso di osservanza di tutte le normative legali all’atto dell’acquisto) la condizione necessaria è la tutela dei diritti di proprietà degli investitori sui beni che loro comprano ma questo rappresenta ancora un punto interrogativo.
    In genere, dopo un’ analisi degli ulteriori piani di privatizzazione, si può dire che il governo procede con cautela, rinviando a più tardi la vendita delle grandi attività, il che in generale è logico in questo momento, ma non conviene dilungare molto questa questione.

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