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Numero 10(74)
Per i cittadini russi e’ possibile, verso il 2008, l’ abolizione dei visti d’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea

    Attualmente i cittadini di 45 paesi hanno il diritto di entrare nel territorio dell’UE (senza contare gli stessi cittadini dei paesi membri dell’UE) senza chiedere il visto. Il regolamento applicabile ai cittadini russi è valido per i cittadini di 130 Stati.
    La Russia e l’UE hanno già confermato la loro disponibilita’ ad istituire col tempo un regolamento senza visti: prima però la Russia deve prendere una serie di misure. Secondo Vladimir Putin, presidente di Russia, che ha preso la parola alla conferenza stampa conclusiva di un vertice Russia-UE, “la Russia e l’Unione Europea hanno accettato l’istituzione di un regolamento senza visti come obiettivo a lungo termine nonostante tutta la complessità dell’argomento”. A suo dire se ne parla in un documento congiunto approvato dai partecipanti al vertice, nella sezione “Un’ Europa unitaria per tutti gli europei”. Il documento istituisce anche un Consiglio di partnership permanente tra la Russia e l’Unione Europea.
    Sommario generale degli eventi: il 17 luglio 2003, presso l’ufficio di rappresentanza della Commissione europea a Mosca si e’ svolto un incontro del presidente del partito democratico russo “Yabloko” Grigorij Yavlinskij con il capo della rappresentanza della Commissione europea in Russia Richard Wright e l’ambasciatore d’Italia (Paese che adesso è incaricata della presidenza all’UE) in Russia Gianfranco Facco Bonetti per discutere le prospettive e le misure di istituzione di un regolamento senza visti per i viaggi dei cittadini russi nei paesi membri dell’UE e rispettivamente per quelli degli abitanti di questi paesi in Russia. Durante l’incontro G. Yavlinskij ha trasmesso ai rappresentanti dell’Unione Europea le proposte del partito “Yabloko” in merito alle misure che devono prendere la Russia e l’UE per levare la barriera dei visti. Il documento contiene un’ analisi della situazione attuale in questo campo: in particolare del problema di Kaliningrad, delle conseguenze dell’espansione della Comunità europea sui rapporti con i paesi dell’Europa Centrale e Orientale, dei fattori di collaborazione economica tra la Russia e l’UE, dei problemi della sicurezza, dell’ immigrazione clandestina, del terrorismo e della criminalità. Il programma di “Yabloko” contiene anche le proposte delle misure che entrambi le parti devono prendere per muoversi verso l’attraversamento senza visti delle frontiere da parte dei loro cittadini. Sono elencate mosse concrete e indicati i dicasteri russi responsabili dell’effettuazione delle dette misure.
    “Noi abbiamo convenuto di creare un gruppo di lavoro per realizzare queste proposte”, - ha detto G. Yavlinskij ai giornalisti dopo l’incontro. Alla domanda sulle misure da prendere in primo luogo il leader di “Yabloko” ha osservato che “va migliorato il funzionamento del Ministero degli esteri di Russia”. “In particolare, - ha detto lui, - va migliorata la qualità dei documenti, la qualità dei passaporti russi perché non si possano essere contraffatti”.
    G. Yavlinskij crede anche che la Russia deve prepararsi a firmare un accordo di riammissione, di riduzione delle procedure consolari per l’ottenimento del visto russo. “Queste sono le mosse da intraprendere per primo”, - ha detto G. Yavlinskij. Il partito democratico russo “Yabloko” si pronuncia con metodo per l’abolizione del regolamento dei visti tra la Russia e i paesi dell’Unione Europea. Nel giugno 2003 questa idea è stata approvata dal Gruppo dei liberali, democratici e riformatori dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE). Come si aspetta il deputato di “Yabloko” e membro dell’ Assemblea parlamentare del Consiglio d’ Europa (APCE) Alexandr Shishlov presenterà questa questione a una delle prossime sedute plenarie dell’Assemblea.
    Inoltre, nel maggio 2003 i rappresentanti del Parlamento europeo hanno approvato una iniziativa presentata da un altro deputato di “Yabloko”, Vladimir Lukin. Durante una seduta della Segreteria del Comitato di cooperazione parlamentare Russia-CE (V. Lukin è co-presidente del Comitato per la Russia) ha proposto, come una delle prime misure, di dispensare dai visti studenti e scolari che si recano per motivi di studio o lavoro in Europa o in Russia.
    A giorni il dirigente della Commissione europea Romano Prodi ha dichiarato che l’attuale sistema dei visti per i cittadini russi sarà cambiato nei prossimi cinque anni (cioè per il 2008). “L’abolizione dei visti per i cittadini di Russia può diventare una realtà nel corso di un quinquennio”, ha affermato Prodi aggiungendo che “ non vedo motivi per temere conseguenze negative dall’ abolizione del sistema dei visti”. Il sistema di controllo può essere sostituito con misure diverse, ha osservato il presidente della Commissione europea. Nello stesso tempo Romano Prodi ha ammesso che il problema dell’ abolizione dei visti tra la Russia e la CE “va risolto grado per grado”. A suo dire “ciò è difficile perché viene fuori una mole di problemi”.
    Lo stesso è stato confermato venerdì 18 luglio dal capo ufficio della Commissione europea in Russia Richard Write. “Io voglio sottolineare che questo è un progetto a lungo termine, - ha detto Write. - Per noi non è possibile metterlo in pratica a breve termine”. Write ha segnalato che prima bisogna risolvere alcuni punti importanti: in particolare per quanto riguarda una maggiore sicurezza delle frontiere russe, la lotta contro la criminalità. E solo dopo, avvalendosi della flessibilità della convenzione di Schengen, “si può introdurre un regolamento semplificato di preparazione dei visti” che “per gradi e in modo naturale si trasformerà in un regolamento senza visti”. Il rappresentante della Commissione europea a Bruxelles ha approvato questa posizione aggiungendo che “il processo di transizione deve essere coerente”. Senza tuttavia precisare di quale “coerenza” si trattava. Secondo il vice presidente del comitato di Duma per gli affari internazionali, Konstantin Kossacev, tale dichiarazione può essere considerata come segno di buona volontà verso la Russia. “Che Romano Prodi faccia queste dichiarazioni testimonia di un passo nel senso giusto. Il presidente di Russia e la diplomazia russa perseguono con metodo la soluzione di questo problema, strategico per i cittadini russi, cioè cercano di superare quelle barriere che in Europa si mantengono a tutt’oggi tra la Russia e il resto del continente europeo”, - ha osservato Kossacev.
    Tuttavia il vice presidente è del parere che non conviene sopravvalutare questa dichiarazione. “Il signor Prodi è stato sempre benevolo nei confronti di questa posizione russa ma purtroppo lui non esprime un’ opinione comune della Commissione europea e, a maggior ragione quella di tutti i paesi che fanno parte dell’Unione Europea”, - ha aggiunto Kossacev. Si sa che alcuni paesi tra cui quelli limitrofi della Russia, sono sempre decisamente contrari al sistema di viaggi senza visti accampando forti obiezioni nei confronti della Russia, tra cui la conclusione di accordi impegnativi sulla legalizzazione dei cittadini russi che si troveranno nell’area Schengen senza essere passati per le relative procedure, l’instaurazione di un rigoroso ordine sul territorio della Federazione russa. Per questo si intende il controllo di problemi dell’ immigrazione, la soluzione del problema della criminalità organizzata e di tutti quelli problemi che l’Occidente attribuisce alla Russia talvolta ingiustamente.
    Certo la Russia è interessata a risolvere questi problemi al più presto, per cui è necessario proseguire il lavoro in questo senso. Proprio questa è la luce alla fine del tunnel che serve tanto sia ai diplomatici russi, sia agli organismi di tutela dei diritti, sia ancora ai politici russi.
    Secondo Kossacev il sistema dei visti attuale lede i diritti dei cittadini russi, e la sua abolizione contribuirebbe a migliorare i rapporti tra la Russia e l’Unione Europea. Per gli esperti la Russia ha bisogno di ampliare la collaborazione nell’ambito del regolamento Schengen, di creare database sugli ingressi e le uscite, di sistemare i confini meridionali e portare a compimento il lavoro di rilascio dei passaporti a tutti i cittadini del paese.

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