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Numero 3(48)
Amicizia con oculatezza
I rapporti tra la Russia e la Georgia, che sono stati per molto tempo sull’orlo della rottura, cominciano pian piano ad aggiustarsi.
Ultimamente è stato prolungato il mandato dei “pacificatori” russi in Abkhazia, la Tbilissi ufficiale ha riconosciuto la presenza dei guerriglieri ceceni e dei mercenari sul territorio della Georgia. Mosca ha conseguito il permesso di svolgere non solo operazioni antiterroristiche nella gola Pankisskoe, ma anche operazioni unite di servizi segreti russi e georgiani. Tale interesse della Georgia alla collaborazione con la Russia è dovuto al fatto che nell’Abkhazia rivoltosa è assai probabile un prossimo cambio del potere. Ai primi di febbraio in un centro medico di Mosca è stato portato il presidente dell’Abkhazia, Vladislav Ardzinba: secondo le informazioni ufficiali, per “un esame di piano”, ma in realtà ormai da sei mesi Ardzinba dimostra stabilmente di non essere capace di svolgere le funzioni presidenziali. E’ possibile che prossimamente a Sukhumi i suoi collaboratori propongano le elezioni presidenziali anticipate. E, in questo caso, proprio dalla Russia dipende quale candidato sarà eletto. Il ministro della difesa della FR, Serghei Ivanov, ritenuto il fiduciario di Putin, ha dichiarato che la Georgia non è in grado di stanare le bande dei guerriglieri dalla gola Pankisskoe. Commentando la situazione nella gola Pankisskoe, Ivanov ha detto che la Russia “giudicherà in base ai fatti concreti e non alle dichiarazioni solenni”. Per la Russia, ha ribadito il ministro, i fatti concreti sono l’arresto di tutti i terroristi e i guerriglieri, e la loro conseguente estradizione. E’ un messaggio chiaro: finché tutti i guerriglieri non saranno stati catturati ed estradati, la Georgia non avrà nessun appoggio da parte della Russia.
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