Numero 5(85)
Pirateria informatica: si preparano sanzioni per la Russia
La Lega internazionale per la difesa della proprietà intellettuale (IIPA, Unione delle Associazioni americane dei Produttori di software, giochi, discografia) si è rivolta alle aurotità americane chiedendo che la Russia venga esclusa dal Sistema generale di Preferenze (GSP) per la cattiva difesa dei diritti della proprietà intellettuale sul suo territorio. Nella lettera all’amministrazione del GSP si riporta che, secondo le stime dell’IIPA, le perdite da parte dei membri della lega a causa di tutti i tipi di pirateria intellettuale sul territorio russo ammontano a piú di 1 miliardo di dollari l’anno, e che negli ultimi sei anni hanno già raggiunto i 6 milioni.
La metallurgia russa può perdere un mercato di 400 milioni di dollari a causa dei produttori di CD pirati. Tale è il valore dell’export esente da dazio negli Stati Uniti, che potrebbe essere blocato già dal 1 giugno, se l’amministrazione statunitense accoglierà le richieste delle associazioni di produttori americani. Gli esperti sostengono che giochi un ruolo importante anche il recente clima preelettorale.
I regolamenti del Sistema generale di Preferenze americano (GSP) consentono agli esportatori russi di intordurre negli Stati Uniti merci per un valore totale di oltre 400 milioni di dollari l’anno, a condizione che la Russia, in particolare, garantisca “un’adeguata ed efficace” difesa dei diritti della proprietà intellettuale. Il volume dell’export russo negli Stati Uniti, secondo i dati dell’US Census Bureau ha raggiunto gli 8,6 miliardi di dollari nel 2003 (il 6,4 del totale dell’export), mentre l’import è stato di 2,45 miliardi di dollari. Nei termini fissati dal GSP la Russia fornisce agli Stati Uniti titanio, alluminio, idrocarburi, cromo e vanadio. Già nel 2001 gli Stati Uniti avevano interrotto l’attività del GSP agevolante il giro d’affari dell’Ucraina, 75 milioni di dollari. Dopo tale intervento le principali aziende ucraine contraffattrici di CD si sono trasferite in Russia. Secondo i dati del IIPA, dal 2001 il totale dei dischi ottici prodotti in Russia è raddoppiato ed ha raggiunto i 300 milioni di pezzi l’anno.
Ancora il 18 febbraio la Lega internazionale per la proprietà intellettuale ha inviato allo staff del rappresentante commerciale degli Stati Uniti Robert Zellik la richiesta di interrompere le agevolazioni per la Russia dal 1 di luglio, richiesta che verrà ritirata solo di fronte ad un sensibile progresso compiuto dalla Russia nella lotta alla pirateria. Secondo le stime dell’IIPA, i pirati russi causano ai produttori americani un danno superiore ad 1 miliardo di dollari l’anno. Come hanno riportato fonti straniere, Zellik sarebbe intenzionato a raccomandare all’amministrazione degli Stati Uniti di revocare le agevolazioni alla Russia. Tutta la scorsa settimana i funzionari russi si sono adoperati per convincere i colleghi americani a temporeggiare sulla questione. Tuttavia, secondo fonti della rappresentanza commerciale russa negli USA “la questione delle sanzioni rimane aperta”. Lo staff di Zellik ha confermato le trattative con la Russia sul prolungamento dell’attività del GSP, ma si è rifiutato di esternare qualsiasi commento sino al 30 aprile.
I funzionari russi non negano che il Paese abbia problemi, nella difesa dei diritti della proprietà intellettuale, ma esprimono dubbi sull’esattezza delle stime inerenti la gravità del danno. Gli americani semplicemente assegnano alla quantità di dischi pirati venduti il prezzo dei dischi autentici. “Ma nessuno può dimostrare che la gente comprerebbe la stessa quantità di dischi autentici al loro prezzo legale”, osserva un giurista. Secondo le stime dell’organizzazione russa anti-pirateria (RAPO) il giro d’affari di tutta la produzione contraffatta, includendo le merci di consumo nazionale non supera 1,14 miliardi di dollari. Ciò nonostante, la Russia rientra nel gruppo dei cinque leader mondiali nell’export di merce contraffatta”, dice il vice direttore del RAPO Viktor Zlotja.
Una delle richieste degli USA è quella di organizzare una “normale pratica giudiziaria” di perseguibilità dei pirati, riferisce una fonte del Ministero dell’Istruzione. “Ma da noi in tribunale le imputazioni crollano fondamentalmente perché gli stessi giudici non hanno molta cognizione di ciò con cui hanno a che fare”, prosegue.
Gli esperti ed i funzionari russi non si arrischiano a fare previsioni sull’esito del dibattito negli Stati Uniti. “Spesso le nazioni si minacciano a vicenda con sanzioni, al fine di riuscire a giungere piú rapidamente ad un accordo accettabile da ambo le parti”, dice uno specialista del Ministero per lo Sviluppo Economico. Tuttavia, in una situazione preelettorale come quella americana le sanzioni alla Russia diventano questione piú politica che economica, ed è difficile prevedere l’esito dell’indagine.
Secondo Platonov, gli USA possono interrompere le agevolazioni alla Russia solo per la fornitura piú consistente di titanio. “In tal caso però aumenteremmo semplicemente i prezzi, ed ai nostri clienti, data l’attuale situazione del mercato, toccherà rassegnarsi”, riferisce un’autorevole fonte del VSMPO (Associazione Produttori metallurgici Verkhnaja Salda), che esporta negli Stati Uniti il 53% del titanio prodotto per un valore di 275 milioni di dollari l’anno.
A causa del clima preelettorale negli USA la questione diventa politica, e ciò aumenta le possibilità dei querelanti di attirare l’attenzione, e creare ulteriori difficoltà alle compagnie russe. Ed anche a quelle americane, tra l’altro. Le sanzioni sulll’import di materie prime strategiche russe faranno innanzitutto si che qagli utenti americani tocchi pagare la merce piú cara. È poco probabile che gli sforzi dell’IIPA abbiano effetto a lungo termine. Il business della pirateria continuerà a rigogliare fino a quando ce ne sarà richiesta. Per indebolire le basi economiche della pirateria le compagnie ed i possessori di proprietà intellettuale devono cercare meccanismi di soluzione economici, e non politici. Esercitando pressioni sul governo, non aumentano le entrate economiche dei russi. È invece in loro potere adottare una politica dei prezzi piú flessibile, che tenga conto delle possibilità economiche della popolazione. La storia di Napster e degli altri siti di scambio di file musicali ha dimostrato come gli stessi americani non sempre siano soddisfatti delle regole dettate dall’industria discografica.
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