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Numero 5(85)
Il volume degli investimenti stranieri
nell’economia della Russa nel primo trimestre del 2004


    Il volume delgi investimenti stranieri nell’economia della Federazione Russa nel primo trimestre del 2004 è sceso rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso dell’1,5%, fino a 6,171 miliardi di dollari (per un confronto: il volume degli investimenti stranieri nell’economia della Federazione Russa nel 2003 è cresciuto del 50,1%, fino a 29,7 miliardi di dollari).
    I dati relativi sono stati divulgati dal servizio federale di statistica della Federazione Russa. Oltre a ciò nel primo trimestre gli investimenti stranieri diretti (PII) sono cresciuti del 42,8% rispetto al primo trimestre del 2003 e hanno raggiunto 1,476 miliardi di dollari (per maggiore chiarezza si intende per investimenti stranieri diretti i contrubuti al capitale statutario di una compagnia e i crediti ottenuti dagli azionisti, oltre ad altri investimenti come per esempio le operazioni di leasing). Con il calcolo degli investimenti stranieri diretti il servizio di statistica prende in considerazione eventuali sovrastime ed ulteriori cambiamenti per ciò che riguarda gli attivi e le obbligazioni. Come calcolano gli analisti, il calo degli investimenti complessivi esteri si deve agli ancora alti rischi comportati dall’instabilità politica della Russia. Secondo gli indici di stabilità politica (secondo le stime della Deutsche Bank si arriva per la Russia ai 59 punti, mentre in media sui mercati in via di sviluppo ai 63) in condizioni peggiori della Russia sarebbero solo le Filippine, ragione per la quale alcuni investimenti diretti sono stati ritirati. Anche altri aspetti degli investimetni e dei crediti risentono della situazione politica, e dato che sono liquidi è semplice ritirarli. Gli specialisti ritengono anche che segni negativi per gli investitori siano la persecuzione della YUKOS ed il caos legato alla riforma pensionistica. Allo stesso tempo il volume degli investimenti russi all’estero è cresciuto rispetto al primo triemstre del 2003 del 34% fino a 4,2 miliardi di dollari. Tra i paesi beneficiari delgi investimenti russi il primo è Cipro (il 12% del volume totale degli investimenti all’estero). Ciò non stupisce piú nessuno da tempo. Il paese off-shore è stata e rimane per il business russo un “porto sicuro”, dove è finita e ancora finisce gran parte del capitale “nero” russo.
    Il volume degli investimenti di portafoglio ha raggiunto gli 89 milioni di dollari, cifra 5 volte superiore agli indici del primo trimestre del 2003. Gli altri investimenti sono arrivati alla somma di 4,606 miliardi di dollari. Il volume degli investimenti ch si possono considerare “altri”, ai quali si riferiscono i crediti ed i prestiti si è ristretto dell’11,7%, fino a 4,606 miliardi di dollari contro i 5,2 miliardi di dollari, 11,7% meno del loro volume nel primo trimestre del 2003.
    In questo modo, nel profilo generale degli investimenti esteri nella Federaizone Russa per il primo trimestre del 2004 74,7% sono ascrivibili agli investimenti restanti, 23,9% agli investimenti diretti e 1,4% agli investimenti di portafoglio.
    Il volume complessivo degli investimenti si è ridotto dell’1,5%, a 6 miliardi di dollari. La riduzione è legata al calo delle assimilazioni per un periodo di piú di mezzo anno, e questo è spiegabile se si prendono in considerazone due fattori: innanzitutto, lo scorso anno molte compagni e hanno acquisito crediti ed è statto loro necessario del tempo per assimilarli; in secndo luogo è cambiata la politica della Banca Centrale in relazione al rublo, ed alle compagnie non è chiaro in che modo quest’ultima voglia procedere. Tuttavia, secondo gli analisti, la pausa nelle assimilazioni non doverebbe prolungarsi oltre. Gli economisti lamentano solo il fatto che una parte consistente degli investimenti vada in progetti del settore petrolifero. Oltre a ciò, sotto forma di investimenti esteri in Russia ritorna il capitale nero russo previamente custodito negli off-shore. Gli investimenti diretti esteri risultano piú attraenti per le compagnie in quanto a differenza di crediti e prestiti per questi capitali non è necessario pagare e ritornarli entro termini inderogabili. Gli investimenti diretti vengono solitamente considerati un buon indice della qualità della crescita dell’economia. Si ritiene che depositando denaro presso del capitale fisso, le imprese estere portino con se tecnologia e metodi di gestione piú avanzati.
    “Da noi esiste una forte tendenza verso crediti e prestiti, cosa pericolosa, poiché potrebbe generare una lunga crisi” osserva Michail Armjakov, degli “Investitori Russi”. È particolarmente evidente, se si fa il paragone con gli altri paesi in via di sviluppo: in Cina praticamente tutti gli investimenti sono diretti”. Per questo Armjakov definisce “un risultato molto buono” l’accrescimento della quota di PII in tutti gli investimenti del primo trimestre dal 15% al 25%. È necessario ricordare, che l’anno scorso il rapporto del PII con il PIL è stato del 1,1%, e nel primo trimestre è cresciuto sino all’1,2%. Allo stesso tempo gli analisti avvertono del fatto che trarre conclusioni dai risultati di un solo trimesre sia affrettato. “Ed abbiamo bisogno non di 6 – 8 miliardi di dollari di PII all’anno, bensi’ di 20”, constata Armjakov. Ad esempio ancora a febbraio l’Ufficio Analisi Economica ha constatato che il volume dei PII russi dipende “non semplicemente dallo stato del settore petrolifero, ma da due progetti: “Sakhalin 1” e “Sakhalin 2”, per i quali lo scorso anno sono arrivati circa 3 miliardi di dollari di PII su 6,8 miliardi, e per i quali si pianificano quest’anno 3,9 miliardi.
    Il volume principale degli investimenti esteri diretti nel primo trimestre è andato all’industria (1 miliardo di dollari, 746 milioni del quale all’industria energetica), al commercio e alla ristorazione (207 milioni di dollari). Tra i paesi investitori leader sono diventati Cipro (1,35 miliardi di dollari, con il 22,1% degli investimenti), l’Olanda (815 milinoi di dollari, 13,4%) e la Germania (790 milioni, 13%). Per quanto riguarda il totale degli investimenti diretti sono in testa come prima l’Olanda (6 miliardi, 24,7% dei PII), Cipro (4,7 miliardi, 19,1%) e gli Stati Uniti (3,8 miliardi, 15,4%). E come ritengono gli esperti il quadro della situazione si presenta alquanto canonico: come in precedenza la metà degli investimenti attirati sono capitali russi provenienti dagli off-shore.
    Nell’aspetto settoreiale è arrivata nel primo trimestre del 2004 all’industria della Federazione Russa una considerevole somma di investimenti esteri, pari a 2,9 miliardi di dollari. Nel commercio e nella ristorazione sono stati investiti 1,934 miliardi, in particolare nel commercio con l’estero 674 milioni, nelle attività commerciali in genere 541 milioni; nella finanza, nel credito, nelle assicurazioni e nelle pensioni private 236 milioni di dollari; nei trasporti 122 milioni, nell’edilizia 55 milioni, nel commercio all’ingrosso di merci e macchinari destinati alla produzione tecnica 42 milioni, nelle telecomunicazione 41 milioni, nell’economia agraria 6 milioni, nel turismo 1 milione di dollari.
    Alla fine del primo trimestre del 2004 la somma totale degli investimenti era pari a 57 miliardi e 64 milioni di dollari, del 32,6% in piú rispetto allo stesso periodo del 2003. Costituivano di questa somma 24 miliardi e 517 milioni gli investimenti diretti, 1 miliardo e 429 milioni quelli di portafoglio e 31 miliardi e 118 milioni i restenti. Nella lista dei paesi che investono costantemente ed in maniera sensibile nell’economia russa il primo posto, secondo i risultati del 2003 è occupato dalla Germania (18,4% del volume complessivo). Poi segue Cipro (14,8%), ed in terza posizione è l’Olanda, grazie alla crescita piú che doppia rispetto alla fine dell’anno scorso. La Gran Bretagna con un indice dell’8,9% è scesa al quarto posto, al quinto la Francia (8,6%), al sesto gli Stati Uniti (8,4%). Tra i primi dieci maggiori investitori figurano anche il Lussemburgo (6,3%), le Isole Vergini (2,3%), la Svezia (2,1%) e l’Italia (1,8%). Un grande tasso di incidenza sul capitale estero hanno avuto gli investimenti restanti a rendere ( i crediti delle organizzazioni finanziarie internazionali, i crediti commericali etc.), circa il 54,5%. La quota di investimenti diretti ha raggiunto il 43%, quella di investimenti di portafoglio 2,5%.
    Il complesso degli investimenti restanti è stato costituito da 746 milioni di dollari di crediti commercialli, da 3,757 milioni di crediti restanti e da 103 milioni di dollari di investimenti restanti.
    Il complesso degli investimenti diretti è stato costituito da 1,058 miliardi di dollari di contrubuti ai capitali, da 16 milioni di leasing, da 321 milioni di crediti da parte di coproprietari esteri di imprese e da 81 milioni di altri investimenti diretti. Il complesso degli investimenti di portafoglio si componeva di 44 milioni di azioni e quote societare e di 45 milioni di obbligazioni e titoli di societa’.
    Dalla Russia verso l’estero nel primo trimestre del 2004 sono stati diretti 4,2 miliardi di dollari di investimenti stranieri, 33,9% in piu’ rispetto al primo trimestre del 2003. il volume degli investimenti rimborsati precedentemente diretti dalla Russia verso l’estero ha raggiunto i 4 miliardi di dollari, 39,2% in piú rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. La somma totale degli investimenti dalla Russia all’estero alla fine di marzo del 2004 ha raggiunto i 4,385 miliardi di dollari. Di questi 2,397 miliardi sono costituiti dagli investimenti diretti, 82 milioni quelli di portafoglio e 1,906 miliardi quelli restanti. I principali beneficiari degli investimenti russi sono Cipro, l’Iran e l’Olanda, ai quali vanno rispettivamente l’11,9%, l’11,4 e l’11,3% del totale degli investimenti ddalla Federazione Russa all’estero.

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