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Numero 4(95)
DOVE IL PROSSIMO?
Dopo New York e Madrid il terrorismo mondiale colpisce anche Londra


    Le esplosioni che hanno sconvolto Londra il 7 luglio sono la testimonianza piu evidente del fatto che la lotta contro il terrorismo mondiale, di cui hanno parlato tanto negli ultimi anni i leader delle primarie potenze, continua e sta progressivamente allargando la propria arena. Per riepilogare, contemporaneamente all'apertura del vertice G8 in Scozia, a Londra sono scoppiati quattro ordigni azionati da terroristi suicidi. Poco prima, quasi nello stesso momento sono esplosi quattro vagoni della metropolitana. Poi, mentre la gente nel panico fuggiva via dalla metropolitana, un'altra esplosione ha distrutto una corriera double-deck di linea. 54 e il bilancio delle vittime (che tenendo conto di feriti gravi puo anche aumentare).
    La cosa piu importante tuttavia non e il numero dei morti ma il valore simbolico dell'attentato, che per intenti e tipologia e in linea con la distruzione dei grattacieli del World Trade Center a New York l'11 settembre 2001 e le esplosioni a Madrid dell'11 marzo 2004. Gli appartenenti alla famigerata struttura di Al Qaeda hanno dimostrato ancora una volta che sono loro a scegliere il luogo e l'ora per colpire. Tra le altre cose cio implica che gli sforzi titanici degli Usa e dei loro alleati non hanno ancora sortito effetti significativi, soprattutto considerando le notevoli risorse materiali e umane che sono state impegnate nelle guerre in Iraq ed Afghanistan. D'altronde uno tra gli obiettivi degli attentati di Londra e stato evidentemente quello di rafforzare le tendenze pacifiste per spingere al ritiro delle truppe inglesi dall'Iraq, dove la situazione per gli islamisti e dura. L'atto terroristico risulta ancora piu cinico visto che era stato appositamente programmato in concomitanza con la riunione dei "grandi otto" in Gran Bretagna. Il fatto che sia coinciso anche con i festeggiamenti a Londra per la conquista del diritto di ospitare le Olimpiadi 2012 ha solo rafforzato il suo effetto negativo.
    Di fatto in questo modo e svanito lo stereotipo affermatosi negli ultimi anni, secondo il quale i Paesi le cui autorita governative mostravano tolleranza verso le organizzazioni islamiche site sul loro territorio, in base a un tacito patto acquistavano in contraccambio la tranquillita. Londra meglio degli altri rispondeva a questi criteri. Nelle sue moschee si pronunciavano prediche a sostegno della "jihad" contro gli "infedeli" e venivano organizzate numerose collette per questa "causa voluta da Dio". La Gran Bretagna ha concesso asilo politico a una serie di radicali islamici, e ostinatamente ha rifiutato di estradarli, nonostante le ripetute richieste da parte dei Paesi ai governi dei quali tali individui avevano dato parecchi grattacapi.
    In conseguenza della presenza militare della Gran Bretagna in Iraq e Afghanistan, all'interno del Paese hanno acquistato sempre maggior credito potenti organizzazioni islamiche radicali che evidentemente considerano non rispettato in pieno il suddetto tacito accordo; a loro volta si sono sentite quindi libere da qualsiasi impegno. E gli attentati di Londra ne sono stati la conseguenza. Il Primo Ministro britannico Tony Blair, che recentemente ha fatto fatica a vincere le elezioni parlamentari, si e trovato in una situazione estremamente difficile. Da un lato la stessa opinione pubblica in Gran Bretagna e i leader delle altre grandi potenze si attendono che adotti seri provvedimenti per la lotta al terrorismo. Dall'altro lato, nonostante i rimproveri rivoltigli anche dal Ministero degli Esteri russo per il trattamento troppo indulgente riservato agli estremisti, Blair non puo di colpo abolire tutta la serie di leggi che permettono loro di agire indisturbati in Gran Bretagna, come ad esempio il divieto di estradare una persona in un Paese in cui puo essere condannata a morte.
    Nel frattempo in Inghilterra si e levata un'ondata di islamofobia: gia quattro i tentativi di dare fuoco a delle moschee, e diverse le aggressioni a musulmani residenti in Gran Bretagna. D'altronde simili aggressioni facilmente incrementeranno le probabilita di nuovi attentati, perche i musulmani britannici interpreteranno tali episodi come una conferma delle parole dei propri leader radicali sull'odio di fondo degli europei verso i musulmani e sull'impossibilita di una coesistenza pacifica.
    Probabilmente la cosa non si limitera alla sola Gran Bretagna. Il "Gruppo segreto di Al Qaeda in Europa", che ha rivendicato gli atti terroristici a Londra, ha gia minacciato simili attacchi ai danni di Italia e Danimarca, se le truppe di questi due Paesi dovessero rimanere in Iraq. In questo contesto ritorna attuale la questione della necessita' di una coordinazione operativa fra autorita e servizi segreti dei Paesi dell'Occidente e dell'Oriente, per una lotta comune contro il terrorismo e i terroristi di tutti i tipi, senza ripartirli in "buoni" e "cattivi". Per il momento non e chiaro se gli attentati di Londra, che hanno distrutto lo stereotipo della possibilita di "rendere buoni" gli islamisti, riusciranno a contribuire a tale scopo.

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