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Numero 4(103)
Yavlinskij messo da parte. Le destre si coalizzano, ma senza “Yabloko”

    Ormai da tanti anni Grigorij Yavlinskij, il leader del partito “Yabloko”, non vuole entrare in coalizione con nessun altro partito se non ad una condizione: quella di diventare lui il capo di tale alleanza. Sembra che questa sua tenacia abbia dato qualche risultato, ma forse non esattamente quelli da lui voluti. Tre fazioni democratiche, l’Unione delle forze di destra, il Partito repubblicano e il partito “Sviluppo dell’impresa”, invece di portare avanti con “Yabloko” le trattative di coalizione, hanno dichiarato il 18 maggio - per bocca dei loro leader - di averne realizzata una tra di loro.
    Il convegno ufficiale nel quale verrà annunciato l’evento si terrà probabilmente questo mese. Quanto efficiente si rivelerà tale alleanza, lo si potrà verificare già fra alcuni mesi, a dicembre del 2006, alle elezioni nell’Assemblea legislativa della regione di Perm. Si prevede che in futuro alla coalizione si aggreghino anche Mikhail Kassianov ed Irina Hakamada con i loro sostenitori.
    Secondo alcune fonti, la decisione del Partito delle forze di destra (SPS) di rinunciare alle trattative con “Yabloko” sarebbe stata sotto molti aspetti dovuta al fallimento dell’ultima parte del negoziato di aprile, durante la quale è definitivamente naufragata la speranza di creare una «grande coalizione” alle elezioni del 2007 (formalmente si è rimandato tutto di un anno, ma viste e considerate le tempistiche di preparazione alle elezioni, il rinvio alla primavera del 2007 significava solo che l’ipotetica coalizione non avrebbe avuto sufficiente tempo a disposizione per organizzarsi). Intanto in un’intervista Yavlinskij ha manifestato dubbi in merito alle potenzialità della “grande coalizione”, dichiarando che il successo dei democratici riuniti a Mosca è sotto molti aspetti casuale, perché “si tratta di una città molto benestante, in cui la maggioranza della popolazione è stata avvantaggiata dalle riforme”, mentre il resto del Paese si trova in una situazione completamente diversa.
    Qualora questo progetto si realizzi e non venga schiacciato dal peso delle ambizioni dei leader, sarà possibile parlare in modo definitivo di una scissione tra i sostenitori della democrazia: ci saranno due gruppi nettamente distinti, uno delle riforme liberali, e l’altro dei “socialmente impegnati”. Se il primo gruppo può ritagliarsi una nicchia precisa di elettorato, che alla fine può diventare numeroso, le prospettive di “Yabloko” invece sono abbastanza vaghe, perché sullo stesso terreno del “sociale” sono attivi anche i comunisti di “Rodina” e i socialdemocratici controllati dal Cremlino. Più tardi le strutture del SPS potrebbero far da sostegno a Mikhail Kassianov per le presidenziali del 2008. Pare che l’Amministrazione del Presidente ritenga quest’ultimo un concorrente dell’ipotetico successore di Putin veramente pericoloso: lo dimostra in particolare il fatto che oltre al così detto “caso della dacia” a carico dell’ex premier, qualche giorno fa sia stata resa pubblica la decisione di riprendere le indagini sull’appropriazione indebita perpetrata nel 1997 di 231 milioni di dollari di fondi di bilancio destinati alla società MiG per il finanziamento della produzione dei caccia MiG-29 (Kassianov, essendo all’epoca un funzionario del Ministero delle Finanze aveva aiutato il gruppo a risolvere un problema di debiti).

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