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Numero 4(103)
Cremlino: Ustinov fedelissimo liquidato da Putin

    Il 2 giugno il Consiglio della Federazione su esortazione del Presidente Putin ha sollevato dai propri incarichi il procuratore generale della Russia Vladimir Ustinov, in carica dal 2000.
    Le dimissioni di Ustinov sono state un vero colpo di scena, il classico rimpasto fulmineo in stile putiniano: tutta l’operazione è stata portata a termine nel giro di 3 ore. I motivi sono anche più interessanti; il procuratore generale era fedelissimo a Putin (non era un segreto per nessuno che nella Russia di oggi il successo nella carriera statale è determinato dalla lealtà alle più alte cariche di governo), e faceva parte del pool di maggiore influenza dell’entourage di Putin. Ustinov aveva preso parte e attivamente portato avanti tutte le “epurazioni” e le vertenze con i “soggetti signoreggianti”, NTV, la Yukos etc., e nonostante tutte le critiche indirizzategli dall’opposizione democratica, l’anno scorso gli era stato riconfermato l’incarico.
    L’ipotesi fondamentale sui motivi del repentino licenziamento è quella del desiderio da parte di Putin di indebolire l’influenza sempre crescente del “pool” sovraccitato, che ha battuto tutti i record in quanto a a potere e a peso del proprio apparato. Tuttavia, come dimostra la pratica, nella politica russa più recente l’ipotesi fondamentale non sempre si rivela quella veritiera. Non bisogna dimenticare la figura del nuovo procuratore – se sarà scelto Dmitrij Kozak (“esiliato” nel Caucaso dopo Beslan), questo significherà la prima vittoria dopo lungo tempo dell’”ala liberale” nell’entourage del Presidente, e il ritorno sulla scena politica di una figura forte alla vigilia del 2008.
    In qualsiasi caso, sono le prime dimissioni di una figura di rilievo non già dell’epoca eltsiniana, ma putiniana.

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