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Numero 6(51)
BC: cambio della guardia

    Il 15 marzo giornata sensazionale in Russia: il capo della Banca Centrale (BC) della FR si è dimesso.
    La sera dello stesso giorno si è saputo che Vladimir Putin non solo aveva accettato le dimissioni, ma aveva anche presentato alla Duma una nuova candidatura per il posto del direttore della BC. Il 20 marzo, la Duma l’ha approvata: il nuovo direttore della BC è Serghei Ignatiev che prima era vice Ministro della finanza della FR. Con la sua nomina sia nella BC, sia in Russia, quasi sicuramente inizierà una nuova epoca, nonostante le dichiarazioni di continuità della politica monetaria e creditizia fatte da Ignatiev.
    Va ricordato che Viktor Gherascenko era ritornato alla BC nel settembre del 1998, dopo la crisi finanziaria. Allora aveva usato tutta la sua esperienza di amministratore delle crisi; l’introduzione del controllo sui cambi aveva consentito di frenare il deflusso dei capitali. Col tempo, però, l’economia ha richiesto nuovi approcci, e la posizione dei dirigenti della BC e’ risultata inadeguata, diventando sempre più conservativa. Inoltre, in alcuni casi, il governo ha assunto atteggiamenti molto più liberali, rispetto a quelli della BC, e cio’ ha comportato polemiche pubbliche e ha dato segnali contraddittori agli investitori. E’ nota una serie di argomenti di divergenza:
    1. Il governo e la BC avevano opinioni diverse sulla politica valutaria. Mentre Mikhail Kassianov si pronunciava spesso a favore di una più rapida svalutazione del rublo, Gherascenko conteneva i trend speculativi del mercato;
    2. Il Ministero della Finanza nel 2000-2001 ha preparato un progetto per la liberalizzazione della legislazione valutaria che non ha trovato appoggio nella BC. Viktor Gherascenko è stato decisamente contrario anche all’unico strumento approvato: la riduzione della quota della vendita obbligatoria dei ricavi in valuta estera, introdotta in agosto del 2001;
    3. Sotto Viktor Gherascenko, la BC praticamente non svolgeva alcuna politica, tranne regolare il corso valutario nominale. Il tasso del rifinanziamento che in qualsiasi Paese economicamente sviluppato è l’indicatore più importante per i mercati finanziari, in Russia si usa solo per calcolare le penali fiscali. Per quanto riguarda i mercati russi, il tasso di rifinanziamento non è un punto di riferimento: se oggi il suo valore è del 25%, le redditività sul mercato dei titoli GKO-OFZ, per titoli ad un anno, non supera il 15%.
    4. Infine, la BC occupava una posizione conservativa riguardo alla riforma bancaria. Mentre il Ministero per lo sviluppo economico preparava le proposte relative all’introduzione dell’assicurazione obbligatoria dei depositi, la BC nel programma della riforma bancaria ha raccomandato l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria non prima che la Russia adottasse gli standard internazionali della contabilità finanziaria, cioè non prima del 2004.
    Per questo, le dimissioni di Viktor Gherascenko sono, senz’altro, un evento positivo che lascia sperare in mutamenti più rapidi nel settore bancario, nonché in una politica monetaria più flessibile della BC. Inoltre, il fatto che al posto del direttore della BC sia stato designato un uomo venuto dalla struttura del Ministero della finanza, significa che non ci saranno più divergenze pubbliche tra i due enti.
    Nonostante negli anni 1992-1993 Serghei Ignatiev fosse stato vice direttore della BC, non può assolutamente essere ritenuto uomo della BC. In primo luogo, secondo le voci, il suo ritiro di allora dalla BC era stato “organizzato” da Gerascenko in persona, per cui è evidente che con la squadra attuale della BC Ignatiev sicuramente non potrà collaborare in pace. In secondo luogo, da quando si era ritirato dalla BC, ha lavorato nelle strutture del Ministero dell’economia e del Ministero della finanza, oppositori tradizionali della BC. Infine, era proprio Ignatiev a curare le questioni, relative al mutamento della legge sulla BC, che limita la sua indipendenza, contro la quale si pronunciava Gherascenko. In questo modo, prossimamente è lecito aspettarsi non solo modifiche nella politica della BC, ma anche cambiamenti nel management.
    Va rilevato inoltre che, mentre il ritiro di Viktor Gherascenko è un segno indubbiamente incoraggiante, la nomina di Ignatiev difficilmente può essere interpretata in modo inequivocabile. Certamente positivo è il fatto che con Ignatiev la politica valutaria della BC sarà probabilmente mirata alla svalutazione più rapida del rublo, e cio’ avrà un effetto positivo sulla crescita economica. D’altra parte, Ignatiev alla nuova carica quasi sicuramente difenderà gli interessi del Ministero della finanza, il che, nella prospettiva a lungo termine, può essere pericoloso, visto che gli obiettivi della politica budgetaria e monetaria non sempre coincidono.
    Così, suscita una certa perplessità il fatto che il cambio del capo della BC sia avvenuto 5 mesi prima del tempo prefissato, e proprio nel momento in cui le entrate fiscali del budget lasciano desiderare. E’ assolutamente evidente che la svalutazione accelerata del rublo, contro la quale si schierava Gherascenko, ora serve al Ministero della finanza per sostenere i ritmi della crescita economica, nonché il livello nominale delle entrate budgetarie. D’altra parte, in futuro il Ministero della finanza potrà aver bisogno di prestiti, e la tentazione di usare i crediti diretti della BC sarà grande. In tal caso, le priorità della politica monetaria saranno sacrificate agli interessi del budget.
    Il nuovo dirigente della BC avrà un notevole influsso anche sulla situazione nelle banche statali, anzitutto nella Vneshtorgbank (VTB) che ha goduto della protezione di Gherascenko, promuovendo la vendita del 20% delle sue azioni alla EBRR. E’ noto che il Ministero della finanza aveva altri programmi riguardo alla VTB: in particolare, quello di riunirla con la Vneshekonombank dopo la ristrutturazione di questa. Dopo la nomina di Ignatiev, quindi, le prospettive della VTB diventano molto vaghe. La minaccia di dimissioni, secondo alcune voci, incombe anche sui dirigenti della Sberbank, ma nel caso della Sberbank la situazione appare meno evidente. Da una parte, il monopolio della banca sul mercato dei depositi e dei crediti suscita molti rimproveri, e non si possono escludere le dimissioni di Andrei Kazmin. D’altra parte, però, si sa che lui è sempre stato appoggiato non tanto dalla BC, quanto dal Ministero della finanza, e questo lo aiuta a mantenere il posto di presidente della Sberbank.
    Pare che le questioni dei quadri saranno le prime ad essere affrontate dal nuovo capo della BC. E proprio le sue scelte in questo campo consentiranno già nei prossimi mesi rispondere alla domanda: quale sarà l’autonomia del sig. Ignatiev.

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