Numero 6(51)
Le trattative sulla WTO si complicano
Alla fine di marzo, il governo russo ha approvato le nuove linee di sviluppo dell’industria automobilistica, in conformità alle quali saranno presto introdotti dazi d’importazione proibitivi, immediatamente, per le auto straniere più vecchie di 7 anni e, fra tre anni, per quelle di produzione più recente.
Tale decisione va intesa come una vittoria dei rappresentanti dell’industria automobilistica russa, cioè delle aziende Severstal, Ruspromavto, Avtovaz e Kamaz. Nel contempo, ciò potrebbe rallentare l’andamento delle trattative riguardanti l’adesione della Russia alla WTO.
Va ricordato che ultimamamente le trattative della Russia con i Paesi membri della WTO sono diventate particolarmente attive. I protocolli sull’adesione, che in seguito saranno discussi direttamente con i comitati e con i Paesi membri della WTO, saranno pronti già verso la metà di aprile, malgrado che alcuni problemi rimasti tuttora irrisolti. Si tratta, in particolare, della questione relativa all’introduzione dei dazi d’importazione per una serie di merci, come automobili, elementi usati nella costruzione di aerei, mobili, prodotti chimici e prodotti agricoli. In questo modo, la decisione di appoggiare dazi proibitivi per le auto straniere usate significa che la Russia dovrà accettare un compromesso per altri dazi o per altri punti del negoziato. Infatti, a parte la politica tariffaria, prima dell’adesione di un nuovo membro alla WTO, si esamina la situazione della liberalizzazione del mercato interno per il capitale straniero, nonché la liberalizzazione del settore dei servizi. Evidentemente, tenendo conto dell’esistenza di una importante lobby industriale e dello sviluppo insufficiente di alcuni reparti del settore dei servizi, come il business delle assicurazioni, questi possono essere sacrificati a favore dei costruttori di automobili.
E’ interessante rilevare che il programma, approvato dal governo, avvantaggia non solo e non tanto i proprietari delle fabbriche di automobili, quanto i dirigenti dei gruppi metallurgici, Oleg Deripaska e Aleksei Mordascev. E’ ormai noto a tutti che la Severstal e la Rusal hanno acquistato nel corso dell’ultimo anno, alcune società di costruzione di automobili, contando di creare holding integrate verticalmente . Questi avranno un doppio vantaggio dall’adesione alla WTO. Come esportatori di metalli, quando la Russia avrà lo status di Paese con economia di mercato, potranno vendere i loro prodotti all’estero con dazi minimi, estendendo il loro il mercato. L’introduzione di dazi proibitivi per le macchine straniere usate, poi, consentirà anche alle parti metalmeccaniche delle holdings di portare utili sufficienti.
La decisione del governo è una notizia positiva anche per l’Avtovaz, la fabbrica che ultimamente perde anche le ultime posizioni sul mercato. Il rafforzamento reale del rublo ha fatto sì che i prodotti della fabbrica diventino poco attraenti per i consumatori. I dealer cominciano già a lamentarsi per l’accumulo di quantità eccessive di merce. E’ evidente che proprio le vechhie auto straniere sono i conocrrenti principali dei veicoli russi, e ora l’Avtovaz avrà la possibilità di evitare un brusco calo di vendite.
Inoltre, negli ultimi tempi le azioni dell’Avtovaz sono rincarate notevolmente, il che indica l’inzio della loro incetta. Purtroppo, per ora, non è facile interpretare gli eventi relativi alle azioni dell’azienda. Secondo un’ipotesi, della fabbrica si sono interessati grossi personaggi, in particolare, Oleg Deripaska, e conseguentemente gli speculatori avrebbero cominciato a raccogliere nella regione e sui mercati finanziari i pacchetti di azioni dell’Avtovaz. Secondo un’altra ipotesi, Kadannikov, direttore dell’Avtovaz, potrebbe vendere il suo pacchetto al gruppo General Motors che ha già creato tempo fa una società mista con l’Avtovaz. Comuqnue sia, è chiaro che alll’Autovaz prossimamnete cambiera’ la gestione e chiunque diventera’ proprietario del pacchetto di Kadannikov, stimato da esperti equivalente al 53% delle azioni, godra’ notevoli vantaggi per l’azione di protezionismo del governo russo.
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