Numero 6(51)
Metodi sporchi delle PR elettorali
Ivano-Frankovsk (ex Stanislav), capoluogo della regione omonima ucraina, si è trovata al centro di uno scandalo internazionale.
Tutto iniziò da una mossa delle autorità locali che pubblicarono un decreto, in conformità al quale i veterani della divisione ucraina delle SS “Galicina”, creata dai nazisti nel 1943, furono riconosciuti partecipanti alla lotta per la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina e, di conseguenza, ottennero le agevolazioni sociali di cui godono i veterani dell’Armata rossa. In seguito alla sentenza del consiglio municipale, si crea un precedente: d’ora in poi simili agevolazioni potrebbero essere richieste da partecipanti di altri gruppi collaborazionisti che combattevano dalla parte dei nazisti. Si affronta anche il pericolo della revisione delle sentenze del tribunale di Norimberga che aveva riconosciuto le SS un’organizzazione criminale.
L’iniziativa del consiglio municipale di Ivano-Frankovsk fu sostenuta dal primo ministro dell’Ucraina, Anatoli Kinakh, che annunciò anche la necessità di “riabilitare al più presto i membri dell’Esercito insurrezionale ucraino, istituito da Stepan Bandera, leader dei nazionalisti ucraini. “Bisogna prendere tutte le decisioni, rispettando il principio della giustizia storica”, disse Kinakh. E il suo addetto stampa aggiunse: “Quegli uomini hanno combattuto per l’indipendenza dell’Ucraina”.
In risposta, Mikhail Margelov, presidente del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione, osservò che Kinakh, nei suoi studi storici, avrebbe fatto meglio ad usare i fatti e i testi originali, invece di quelli forniti dall’organizzazione nazionalistica UNA-UNSO. Secondo Marghelov, volendo essere coerenti, le autorità locali, dopo aver equiparato i veterani della “Galicina” ai veterani della Grande guerra patria, dovrebbero far erigere ad Ivano-Frankovsk un monumento a Himmler. La reazione del Ministero degli esteri della Russia fu altrettanto dura: “Dichiariamo con chiara decisione che la riabilitazione delle persone indicate è stata presa non solo dai russi, ma anche dalla maggior parte degli ucraini solo come un atto vergognoso di tradimento nei confronti del ricordo dei milioni dei civili, dei soldati dell’Esercito sovietico, morti sul territorio ucraino, occupato da hitleriani, e sui fronti della Grande guerra patria”.
L’accaduto provocò anche reazioni assai nervose di organizzazioni ebree, sia ucraine, sia internazionali, dato che si tratta del primo caso, dopo molti anni, con cui membri delle SS siano riconosciuti ufficialmente veterani di guerra e possano godere di agevolazioni, il che di fatto significa la loro riabilitazione. Ciò appare particolarmente triste se si ricorda che al momento nel mondo si sta svolgendo una campagna dei cosiddetti revisionisti: costoro insistono che le nostre idee sull’Olocausto siano esagerate. Il commento di Vadim Rabinovich, presidente del Congresso ebraico dell’Ucraina, fu assai concitato: “Questa decisione è scandalosa, è un reato contro il popolo ucraino ed ebreo. Hanno oltraggiato la storia e tutti coloro che sono morti in guerra!”. Scandalizzato della sentenza del consiglio municipale di Ivano-Frankovsk, Rabinovich promise che il Congresso ebraico dell’Ucraina avrebbe fatto il possibile per abolire il decreto, e i leader della comunità ebrea dell’Ucraina si erano già rivolti alla Corte suprema dell’Ucraina con la richiesta di abolire il decreto del consiglio municipale di Ivano-Frankovsk. Anche il rabbino della Russia affermò che la riabilitazione dei soldati della “Galicina” era impossibile, visto che avevano partecipato allo sterminio di massa degli ebrei.
Rimane poco chiaro, perché mai sia stata iniziata tutta questa storia poco intelligente che può portare all’Ucraina solo guai. Può darsi che la risposta possa essere questa: in vista delle elezioni alla Rada Suprema (Camera bassa del Parlamento ucraino), fissate per il 31 marzo, “il partito del potere” decise di conquistare in modo così poco ingegnoso i cuori degli elettori delle regioni occidentali ucraine, dove sono forti le posizioni dei nazionalisti, nonché di dimostrare “l’autonomia”, per troncare i discorsi sull’eccessivo influsso della Russia sulle elezioni ucraine.
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