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Numero 6(51)
Ancora Brigate Rosse?

    Il fenomeno degli omicidi a sfondo politico sembrava essere tramontato in Italia ma la sera del 19 marzo il consigliere del governo per le questioni del Lavoro, Marco Biagio, è stato ucciso a bruciapelo a colpi di arma da fuoco da due motociclisti sulla porta della sua casa a Bologna.
    Il fatto di sangue è stato perpetrato dalle Brigate Rosse, associazione terroristica di estrema sinistra nota in tutto il mondo. Il picco di notorieta’ della organizzazione era collocato alla fine degli anni 1970 allorché i brigatisti sequestrarono e uccisero il primo ministro italiano Aldo Moro. Si credeva che negli anni 1980 l’organizzazione fosse stata smantellata ed avesse smesso di esistere. Non lontano dal corpo di Biagio la polizia ha rintracciato una stella a cinque punte e un timbro con la scritta “bersaglio colpito”, il marchio delle Brigate. Il 21 marzo più di 400 abbonati di posta elettronica hanno ricevuto un testo su 26 pagine in cui le Brigate Rosse hanno rivendicato l’assassinio di Marco Biagio dicendo che il consigliere del governo era stato ucciso in quanto “esponente degli interessi della classe dirigente”. Tra i destinatari c’erano redazioni di mass media, partiti politici, sindacati. Un altro documento firmato da un’organizzazione territoriale antimperialistica che condivide la responsabilità dell’assassinio di Biagio con le Brigate Rosse, è stato trovato in una cabina telefonica a Verona. Inoltre va ricordato che tre anni fa con la stessa arma usata nell’assassinio di Biagio era stato ammazzato un suo collega, consigliere per le questioni del Lavoro del governo di sinistra Massimo D’Antona. Adesso i servizi di sicurezza tendono a credere che le BR, sull’esempio di altre organizzazioni in altri paesi europei, semplicemente “si siano occultati” per riemergere al cambiare della situazione.
    Per colpire, i terroristi hanno scelto il momento più opportuno. L’ucciso era un grande consulente di diritto del lavoro e le sue raccomandazioni erano poste alla base della riforma dello Statuto dei Lavoratori proposto dal governo Berlusconi. Le proposte, tra cui una parziale variazione dell’articolo 18 dello statuto, riguardante il reintegro al lavoro dei licenziati senza giusta causa, hanno trovato una fortissima opposizione tra i sindacati che hanno organizzato una giornata di sciopero generale per il 16 aprile.
    L’assassinio di Biagio ha sconvolto il paese.Una manifestazione, organizzata dal sindacato CGL a Roma contro il terrorismo ha avuto 700mila partecipanti. Il governo, da parte sua, ha proclamato che sul paese incombe la minaccia del terrorismo . Il premier Berlusconi ha definito la lotta contro di esso uno dei compiti principali del governo.

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