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Numero 6(51)
Sentenza assolutoria

    A Mosca, all’udienza fuori sede del tribunale del rione Staropromyslovski di Grozny (le udienze si svolgevano a Mosca, perché gli imputati non potevano abitare a Grozny), è stata emanata una sentenza relativa ad uno dei più scandalosi episodi della campagna cecena: l’eliminazione dell’OMON (teste di cuoio della polizia russa) di Serghiev Possad a marzo del 2000.
    Gli Omon si avviavano a Grozny attraverso Mozdok, per dare il cambio ai loro colleghi di Podolsk. Ma la loro autocolonna fu attaccata ad un posto di blocco nel paese Podgornoe, ad alcuni chilometri dalla capitale cecena. 22 uomini morirono, 54 rimasero feriti.
    Tutte le colpe furono allora scaricate sul generale di divisione Fadeev, l’allora vice capo della Direzione per gli affari interni della Regione di Mosca, e sul colonnello di polizia Mikhail Levcenko, capo del gruppo amministrativo del Gruppo unito delle truppe in Cecenia. Furono accusati di negligenza criminosa, che avrebbe comportato la perdita di tanti uomini dell’OMON (secondo diverse ipotesi, a sparare contro il reparto, sarebbero stati i guerriglieri o gli stessi “federali” che avrebbero preso l’OMON per una colonna di guerriglieri travestiti). Il pubblico ministero ha chiesto di condannare ognuno di loro a quattro anni di reclusione. La corte, invece, ha assolto Fadeev e Levcenko, mancando nelle loro azioni il corpo del reato.
    Nella sentenza della corte si precisa che Fadeev era stato inviato in trasferta a Gudermes, dove doveva accompagnare un reparto riunito della Direzione per gli affari interni della Regione di Mosca, composto di 100 uomini, e fisicamente non poteva accompagnare gli OMON a Groznyj. Per quanto riguarda il secondo imputato, la sentenza indica che il movimento non autorizzato del reparto dell’OMON di Serghiev Possad, senza le macchine di accompagnamento, su iniziativa del suo comandante Dimitri Markelov, morto durante il bombardamento, “ha tolto a Levcenko la possibilità di eseguire i suoi impegni”.
    Ma sembra che il caso non sia ancora finito, dato che la sentenza della corte sopprime l’ipotesi, molto comoda per parecchi militari, della negligenza e fa venire a galla la questione della scarsa interazione tra le forze federali in Cecenia. Il pubblico ministero Oleg Baturskij ha dichiarato che molto probabilmente impugnerà la sentenza della corte.

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