Numero 10(55)
La Banca Centrale (BC) apre il mercato interno
Ai primi di giugno i nuovi dirigenti della BC finalmente ha pubblicato il piano della liberalizzazione del mercato del debito interno, che ha dimostrato un’alltra volta la prudenza della squadra di Serghei Ignatiev.
Oleg Viughin che cura la politica monetaria e creditizia, ha comunicato che i non residenti che possiedono ancora dei conti del tipo « C » (conti speciali che si aprivano negli anni 1997-1998 per le operazioni sul mercato del debito interno) ora otterranno possibilità suppementari per rimpatriare i loro soldi.
Va ricordato che dopo la crisi le possibilità relative alle operazioni con i conti del tipo « C » sono state notevolmente ridotte. Subito dopo la crisi la BC ha proibito di aprire i nuovi conti. Quei non residenti che non avevano fatto in tempo a rimpatriare dai conti « C » i loro soldi o non avevano venduto i loro portafogli di obbligazioni GKO-OFZ, hanno avuto due modi in cui potevano farsi restituire quei mezzi. In primis, essi potevano inviare i soldi, ottenuti dalla vendita dei titoli di Stato, sui così detti conti di transito, ai quali questi soldi dovevano restare per un anno e solo dopo questo potevano essere convertiti in valuta estera. Un altro modo era quello di poter partecipare alle aste valutarie, svolte di tanto in tanto dalla BC.
C’è da rilevare che nessuna delle due possibilità era particolarmente attraente. Depositare soldi sui conti di transito significava per i non residenti dover assumere dei rischi enormi del cambio valutario, dato che è estremamente difficile pronosticare la dinamica del cambio del rublo in anticipo per un anno. Per quanto riguarda le aste, in alcuni anni vi erano messi circa 500 milioni di dollari, una cifra incomparabile con l’entità di mezzi rimanenti sui conti « C », che anche nel 2002 vengono valutati di 4,5 miliardi di dollari.
Molti investitori stranieri, quindi, hanno preferito vendere i loro conti « C » alle banche russe con un cero sconto, oppure investire i soldi di questi conti in azioni o obbligazioni corporative, visto che tale possibilità è stata loro concessa.
I nuovi dirigenti della BC ora aprono la terza possibilità per il rimpatrio dei soldi. Quegli investitori che hanno comprato, per mezzo dei soldi dei conti « C », azioni o obbligazioni, avranno la possibilità di deporre questi titoli su un conto speciale, sul quale dovranno rimanere per un anno. Intanto, le cedole o i dividendi ricevuti su questi titoli potranno essere rimpatriati in proprzione 1/12 ogni mese. Il vantaggio evidente per gli investitori in questo caso è quello di depositare sui conti gli stessi titoli, invece dei soldi, ottenuti con la vendita di quelli. Nel contempo, il tempo della permanenza dei mezzi monetari sui conti di transito era ridotto da un anno a quattro mesi.
E’ interessante, d’altra parte, che la mossa della BC non ha avuto nessun effetto sui mercati finanziari russi. Ciò dimostra, evidentemente, che la maggior parte di quei quattro miliardi di cui parlano i dirigenti della BC, era stata consegnata ai partecipanti russi e non c’entra più con i mezzi dei non residenti. In questo modo, la BC potrebbe accettare anche una liberalizzazione del mercato più profonda, togliendo ad esempio, ogni limitazione per il rimpatrio. Può darsi che ciò non sia stato ancora fatto solo perché anche i manager della BC non abbia un idea più o meno esatta su quanto piccola sia la parte che i non residenti hanno nei conti « C ».
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