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Numero 14(59)
Il Fondo statale
delle pensioni appoggerà il mercato
Quasi subito dopo che il governo della Federazione Russa aveva ridotto la previsione del proficit del bilancio per quest’anno, gli esponenti del Ministero della finanza hanno dichiarato la necessità di aumentare i prestiti dal mercato interno. Tale mossa va riconosciuta come del tutto logica: in effetti, l’impegno principale assunto dal governo, entrando nel 2002, si concludeva nella creazione della riserva finanziaria dell’ammontare di 5 miliardi di dollari. L’ammanco fiscale per il tesoro è, certamente, un fattore negativo, ma non letale, fin quando è possibile farsi prestare dei soldi sui mercati. In altre parole, il governo compenserà la contrizione del proficit del budget con i prestiti.
Va rilevato che qualsiasi aumento dei prestiti di solito comporta l’aumento del costo del servizio di tale debito. Ma la Russia anche in questo campo fa eccezione. La fortuna dell’esecutivo sta nel fatto che il Fondo statale delle pensioni continua ad accumulare sui propri conti risorse notevoli. In particolare, nei primi sei mesi dell’anno corrente, nelle obbligazioni statali GKO-OFZ sono già stati investiti 500 milioni di dollari. Zurabov, presidente del Fondo, ha promesso di comprare nel secondo semestre altre obbligazioni statali per l’ammontare di 700 milioni di dollari, e altre, per l’ammontare di circa 1,7 miliardi di dollari, l’anno prossimo. Mentre prima della crisi del 1998 il mercato del debito statale veniva intensamente appoggiato dalla Sberbank, che pure aiutava il governo ad evitare l’aumento dei tassi, ora l’esecutivo sembra aver trovato per la Sberbank una sostituzione equivalente, personificata dal Fondo pensioni.
Ciò che fa bene al governo, fa però male ai pensionati. Investendo soldi nei titoli di Stato a redditività bassa, il Fondo pensioni praticamente toglie alla popolazione redditi supplementari che potrebbero essere usati per far incrementare i loro risparmi per le pensioni.
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