Numero 14(59)
Il governo aumenta le previsioni
Secondo Arkadi Dvorkovich, vice ministro per lo sviluppo economico, che ha fatto l’affermazione seguente l’11 settembre, nel 2002 il governo potrebbe contare su indici di crescita economica più alti rispetto a quelli che si prevedevano prima.
Mentre all’inizio dell’anno il governo si aspettava che la crescita del PIL fosse del 3,6%, ora è possibile che essa raggiunga il 3,9%-4,0% in un anno.
L’aumento della previsione relativa ai tassi della crescita economica in quest’anno, è dovuto prevalentemente alla crescita della domanda di beni di consumo e del volume di investimenti negli ultimi mesi. Negli ultimi mesi, infatti, nell’economia russa si sono delineate alcune tendenze positive. Va rilevato anzitutto l’alto tasso di crescita di settori non industriali dell’economia nel primo semestre del 2002 (la crescita nel segmento dei servizi è ammontata al 9% contro la crescita del 3% nell’industria). Ciò vale a dire che l’economia diventa meno dipendente dal rafforzamento del cambio reale del rublo, e che si mostrano ulteriori prospettive di crescita.
Le aziende russe, poi, hanno ora maggiori possibilità di procacciare il capitale mutuato. Così, l’entità dei crediti bancari attualmente costituisce il 15% del PIL, il procacciare dei mezzi dall’estero ha costituito, nel periodo decorrente da gennaio a giugno 2002, circa 3 miliardi di dollari (1% del PIL). Inoltre, mentre prima il portafoglio dei crediti bancari è stato quasi totalmente monopolizzato dall’industria petrolchimica, ora aumentano il loro peso gli altri settori, come la metalmeccanica, l’elettroenergetica, ecc.
Va ribadito, infine, un aumento dell’8% delle spese monetarie disponibili nel primo semestre, il che contribuisce all’estensione della domanda dei beni di consumo. In generale, è ora possibile rilevare uno sviluppo del boom dei consumi, dato che in Russia si svolge anche la riduzione della parte dei redditi, messi nei risparmi, e aumenta il consumo.
Il miglioramento dei fattori interni dello sviluppo dell’economia è coadiuvato dagli alti prezzi del petrolio (il prezzo medio dell’anno dovrebbe ammontare a 24 dollari per barile, rispetto a 22 dollari per barile, prospettati precedentemente).
Il governo, quindi, può essere contento: alla vigilia delle elezioni lo scenario economico si svolge in modo estremamente favorevole.
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