Numero 14(59)
Vertice per lo sviluppo a Johannesburg: dialogo tra sordi Aumentano i buongustai fra i combattenti contro la fame
Il Vertice mondiale per lo sviluppo stabile, svoltosi a Johannesburg, sembra aver continuato una serie di iniziative scandalose e sfarzose degli ultimi anni.
Il Vertice mondiale per lo sviluppo, tenutosi a Johannesburg, ha mantenuto il carattere velleitario e sfarzoso degli incontri degli ultimi anni. 4000 partecipanti provenienti da 191 Paesi del mondo hanno dialogato, partendo da posizioni assolutamente diverse, senza mediare o accettare, anche parzialmente, gli argomenti delle controparti. I partecipanti al Forum hanno formato tre schieramenti principali: gli americani, i rappresentanti dell’UE e i delegati dei Paesi in via di sviluppo provenienti in prevalenza dal continente africano. Durante il Vertice a Johannesburg si sono svolte manifestazioni di radicali di varie credenze: dai verdi agli antiglobalisti agli antisemiti etc. Ha suscitato scandalo il pranzo di gala: il menu’ per i delegati al summit comprendeva caviale (lo storione e’ specie a rischio), scampi enormi, petti di pollo, salmone, pesce fresco sudafricano, pancetta e molto altro. Per non morire di sete, i partecipanti accompagnavano le leccornie con champagne, vini squisiti e brandy.
La nota dominante del summit e’ stata, principalmente, l’antiamericanismo. Mary Robinson, commissario ONU per i diritti umani, ha accusato gli USA di compromettere i suoi sforzi, cercando di escludere dalla dichiarazione conclusiva dell’incontro i punti relativi ai diritti umani. Robinson ha affermato che i membri della delegazione statunitense, nel retroscena, hanno cercato di togliere dal testo della dichiarazione le norme preparate dalla sua organizzazione. Nell’intervista rilasciata alla BBC, la signora Robinson ha detto: “Lo fanno di sottecchi. Mi dicono che hanno danno luogo ad alleanze molto speciali. Credo che gli USA cooperino con partner assai strani e non vogliano usare il linguaggio dei tutori dei diritti umani”. I “verdi” hanno chiesto l’eliminazione delle basi militari americane in tutto il mondo, perche, inquinano l’ambiente. Alla riunione conclusiva i membri delle organizzazioni ecologiche hanno messo in atto una clamorosa azione di protesta durante l’intervento del segretario di Stato degli USA Colin Powell, coprendo con il loro vocio una parte del suo discorso.
A differenza di quella americana, la posizione della Russia al summit e, apparsa assai simpatica. Il discorso del primo ministro della FR Mikhail è stato interrotto più volte dagli applausi. In particolare, ha detto che le barriere nel commercio con i Paesi in via di sviluppo devono essere rimosse. Kassianov ha rilevato, inoltre, che la Russia è disposta a dare assistenza tecnologica ai Paesi in via di sviluppo che cercano di risolvere il problema dell’acqua potabile (naturalmente facendosi pagare l’assistenza) e ad assistere i Paesi poveri nel campo dell’istruzione pubblica e della sanità, accogliendo, in particolare, 1000 studenti africani!. Egli ha rilevato che la Russia ha un ruolo importante nella soluzione del problema del fardello fiscale globale dei Paesi in via di sviluppo, cancellando 35 miliardi di dollari di debiti (e’giusto osservare che, in ogni caso, molto difficilmente questi soldi saranno restituiti alla Russia). Importante apporto della delegazione russa al summit il salvataggio del Protocollo di Kyoto con la promessa di una prossima ratifica del documento. La delegazione russa, del resto, faceva capire che, per tali “servizi ecologici globali”, non sarebbe male che l’Occidente cancellasse una parte dei debiti russi.
Trovandosi sul continente Africano, il primo ministro russo ha intrattenuto trattative con i dirigenti dell’Etiopia, della Repubblica Sudafricana, della Tanzania e del Togo.Già nell’anno corrente sono in previsione riunioni delle commissioni bilaterali intergovernative in Etiopia e nella Repubblica Sudafricana, durante le quali saranno esaminate le possibilita’ di realizzazione di alcuni progetti congiunti nell’ambito dei combustibili, dell’estrazione dei minerali, della pubblica sanità, dell’istruzione pubblica della cultura e della fornitura di prodotti russi a questi Paesi.
Kassianov ha discusso con Tony Blair, Silvio Berlusconi, Jean Chrétiéne, i primi ministri della Gran Bretagna, dell’Italia e del Canada e con il Presidente della Francia Jacque Chiraque le questioni relative all’interazione fra la Russia e la NATO, il G-8, la WTO e alla cooperazione bilaterale. Sono stati esaminati pure i problemi della partnership globale, riguardo all’eliminazione delle armi chimiche e all’utilizzazione dei sommergibili nucleari. Uno spazio rilevante nelle trattative svolte dal premier russo a Johannesburg è stato concesso alle questioni di collaborazione internazionale economica e, in particolare, alle forniture dei prodotti agricoli russi sui mercati europei. Queste problematiche sono state esaminate dal premier russo anche con Jaan-Peter Balkenaende e Anders Vog Rasmussen, i primi ministri dei Paesi Bassi e della Danimarca. Il presidente del governo russo ha prestato una particolare attenzione ai problemi relativi alla situazione nei Balcani. Mikhail Kassianov ha incontrato il Presidente della Jugoslavia Voislav Kostunitsa, il Presidente del Montenegro Milo Jukanovic, il Presidente della Macedonia Boris Traikovski e il primo ministro dell’Albania Fatos Nano. Il premier russo ha discusso con loro la situazione politica nei Balcani, ma anche le questioni relative agli investimenti nell’economia iugoslava e macedone, soprattutto nel business turistico.
Da parte loro, i leader della Iugoslavia e della Macedonia hanno rilevato il ruolo importante della Russia nell’appoggio dell’integrità territoriale e nella composizione della situazione in questi Paesi.
I risultati del summit non sono piaciuti a molti. La vittoria dell’“egoismo e dell’avarizia”: tale definizione hanno dato del Vertice mondiale per lo sviluppo le organizzazioni internazionali non governative, come la Greenpeace, l’Oxfam, il WWF e gli Amici della terra. Secondo loro, il summit sarebbe “fallito”, e i suoi risultati sono “ancora peggiori di quel che si attendeva”. La critica punta principalmente sugli accordi conseguiti al vertice, i quali, secondo le organizzazioni non governative, non contengono soluzioni concrete ai problemi della povertà e della salvaguardia dell’ambiente. Sono scontenti anche i leader africani che per la prima volta da molti anni non sono riusciti a ricattare il ricco Occidente con dichiarazioni sui Paesi poveri che soffrono degli effetti del colonialismo. Tali dichiarazioni apparivano particolarmente “eloquenti” sullo sfondo della fame che sta cominciando in Zimbabwe, provocata, in particolare, dall’esilio di massa dei coltivatori diretti bianchi, operato dal regime di Robert Mugabe. E il Presidente venezuelano Hugo Chaves ha definito il lavoro del Forum “un dialogo tra sordi”.
Così, nell’accordo sulle fonti di energia rinnovabili e “pulite” dal punto di vista ecologico, c’è un appello ad aumentarne l’ utilizzo, ma non in quale quantita’ed entro quale data. I rappresentanti dell’Unione Europea speravano che nell’accordo venisse fissata una norma, in conformità alla quale verso il 2004 il 15% di tutta l’energia elettrica dovrebbe essere prodotta da fonti rinnovabili. Ma vi sono stati contrari gli USA e alcuni Paesi produttori di petrolio. E infine, tutto è stato coronato dalla rinuncia degli USA a ratificare il protocollo di Kyoto.
Gli altri accordi, del resto, erano più concreti. Anzitutto, i ministri dei Paesi africani si sono messi d’accordo sul programma di azioni congiunte mirate a far avere acqua a tutti gli africani. Negli accordi stipulati fra i governi c’è l’obbiettivo di ridurre verso il 2015 a meta’ il numero di persone che vivono in condizioni non igieniche. I rappresentanti di tutti i Paesi, poi, hanno concordato di aumentare notevolmente la parte delle fonti rinnovabili di energia, di promuovere le tecnologie mirate al risparmio di energia, di rimuovere il piombo dalla benzina, nonché di contrarre i volumi del gas emesso nella raffinazione del petrolio. Inoltre, il Programma approvato dal Vertice, esorta i governi a “ridurre notevolmente”, verso il 2015, il numero di specie di animali e di piante in via di estinzione. Nel documento conclusivo tutti i Paesi sono invitati a rinunciare alle sovvenzioni stanziate per l’agricoltura. La dichiarazione del summit, inoltre, sostiene che bisogna lottare contro la corruzione, sviluppare la democrazia e governare rispettando la legge.
A seguito delle discussioni, i delegati del Forum hanno approvato un documento che mira ad una maggiore protezione dell’uomo e dell’ambiente dagli effetti delle sostanze chimiche entro il 2020. L’ONU vede in quest’evento un progresso radicale nella soluzione del problema. Secondo il programma approvato, entro il 2020 l’effetto negativo delle sostanze chimiche dovrebbe essere “minimizzato”.
Ma non è detto che gli accordi saranno realizzati. Anche le decisioni del Summit della Terra a Rio de Janeiro, svoltosi 10 anni fa, contenevano tempi e dati concreti. Ma la condizione dell’ambiente, da allora, non ha fatto che peggiorare.
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