Numero 15(60)
Attirare investimenti esteri questa è la priorità del governo di Mosca
Intervista a Alexander Borisov, direttore generale del MIBA
– L’invitare le aziende straniere nella regione è una linea preferenziale della politica economica del governo di Mosca? Con quali metodi si programma di stimolare la venuta degli investitori stranieri nella regione?
– Per rispondere a questa domanda, dovrei soffermarmi un po’ sulla situazione attuale dell’economia di Mosca. Seguendo la generale crescita economica della Russia negli ultimi due anni e mezzo, l’economia della città cresce progressivamente, e pur costituendo solo il 6% della popolazione di tutta la Russia, Mosca fornisce il 15% del suo PIL, il 17% di tutto il commercio estero e il 30% di tutto il commercio al dettaglio, nonché più di un terzo del budget consolidato del Paese.
Proprio a Mosca ha sede quasi la metà di tutti gli istituti bancari, che dispongono dell’83% di tutti gli attivi, e vi si svolge il 90% delle aste borsisitiche. Qui si sviluppa in modo più intenso il mercato degli immobili, che totalizza quasi il 60% di tutto Il mercato russo, stimato dagli esperti attorno ai 10-15 miliardi di dollari all’anno.
Mosca, quindi, si sviluppa in modo molto dinamico e, tutto sommato, è capace di mantenere da sola i ritmi di crescita esistenti. Ma il sindaco di Mosca, il Governo della capitale e la Duma di Mosca capiscono benissimo che, giacché nel mondo di oggi tutti i processi si accelerano notevolmente, per garantire alla capitale russa un posto fra le più importanti metropoli del mondo anche in futuro, è necessario procacciare mezzi e forze supplementari, incrementare i ritmi dell’edilizia abitativa, commerciale e di uffici, sviluppare lo sport, la cultura, l’istruzione pubblica. In parole povere, Mosca, che una volta era il più importante centro industriale dell’URSS, ora deve diventare centro finanziario, culturale, turistico e scientifico della nuova Russia.
Proprio per questo, negli ultimi anni dal 40% al 60% di tutti gli investimenti stranieri in Russia sono stati indirizzati a Mosca. Certamente, ciò non è successo da sé: sono state le autorità moscovite a svolgere una politica lungimirante e conforme allo scopo prestabilito. Nell’ambito di essa si sono sviluppate le infrastrutture imprenditoriali, si è appoggiato il piccolo business, si sono creati nuovi posti di lavoro, si sono preparate e perfezionate leggi e norme. Negli ultimi anni, per stimolare lo sviluppo dei settori prioritari dell’economia urbana, e per garantire i diritti degli investitori per quanto riguarda la loro parte di proprietà nei progetti realizzati insieme alla città o sul suo territorio, sono state approvate 6 leggi della città, 15 decreti del governo di Mosca, circa 20 disposizioni del sindaco e dei suoi vice.
Tutta questa massa di documenti normativi, assieme a leggi e normative di tutta la Russia mirate alla tutela e alla stimolazione degli investimenti, è stata riunita in un CD-rom speciale, preparato annualmente per i Forum “Moskva-Invest” dall’Associazione internazionale dell’imprenditoria di Mosca (MMBA), insieme al Dipartimento della politica economica e dello sviluppo del governo di Mosca (in russo e in inglese).
– Qual è la dinamica della presenza delle aziende straniere a Mosca e nella Regione moscovita dopo la crisi del 1998? E’ possibile segnalare un aumento del numero di piccole e medie società straniere che iniziano i loro progetti in questa regione?
– Se vogliamo, come Lei chiede, voltarci un attimo indietro, potrei dire che tra la fine del 1997 e l’inizio del 1998 a Mosca si poté notare un grande afflusso di aziende straniere. In alcuni mesi furono registrati quasi 300 nuovi uffici. Nell’agosto del 1998 questo processo si era già bruscamente frenato, ed avevano iniziato a defluire notevolmente non solo le aziende nuove, ma anche quelle che avevano già sviluppato le proprie linee di produzione. Ciò aveva toccato soprattutto coloro che usavano nei processi produttivi molti materiali e componenti importati.
Tuttavia, a partire dal 1999 il processo cominciò ad invertirsi: vi contribuì parecchio l’effetto positivo del funzionamento efficiente delle aziende russe, soprattutto di quelle impegnate nell’industria leggera ed alimentare. Quindi, se mettiamo a confronto le cifre, mentre nel 1997 a Mosca c’erano 18 mila aziende con capitali stranieri, oggi ce ne sono 35 mila, ossia esattamente la metà di tutte quelle che sono registrate in Russia. Simili processi, ma di portata minore, si svolgono anche nella Regione di Mosca.
– Quale stima si dà dell’ammontare dell’afflusso di investimenti generali e diretti in Mosca e nella Regione di Mosca?
– Il numero complessivo degli investimenti stranieri pervenuti a Mosca nel 2001 ammonta a 5,65 miliardi di dollari e si compone di:
– investimenti diretti – 1,15 miliardi di dollari (il 20,4%),
– da portafoglio – 166,9 milioni di dollari (il 3%),
– altri – 4,33 miliardi di dollari (il 76,6%).
Nella prima metà del 2002, gli investimenti complessivi pervenuti nel settore non finanziario di Mosca sono stati di 3,72 miliardi di dollari (con un incremento del 26,5% rispetto all’anno scorso). La struttura degli investimenti è pressapoco uguale a quella dell’anno scorso: gli investimenti diretti il 21%, di portafoglio il 2,4%, altri il 76,6%.
Gli investimenti nella Regione di Mosca hanno totalizzato nel 2001 370 milioni di dollari, 167nel primo semestre del 2002.
– In quali settori economici si registra una maggiore attività di aziende straniere?
– La struttura settoriale degli investimenti pervenuti a Mosca nel 2001 è presentata nella tabella seguente.
Settore |
Il totale (in miliardi di USD) |
% |
Commercio e ristorazione collettiva |
4,06 |
72 |
Attività commerciale generale |
0,71 |
12 |
Industria |
0,23 |
4,1 |
Trasporti e comunicazioni |
0,2 |
3,5 |
Operazioni con immobili |
0,12 |
2,1 |
Altro |
0,21 |
3,8 |
Una struttura pressapoco uguale c’è anche nel primo semestre dell’anno corrente. Non credo che serva commentare questa tabella, dato che la conclusione è evidente: i soldi vanno in quelle sfere in cui l’utile può essere ottenuto presto e in modo consistente.
– Quali sono oggi i settori in cui si vede meno la presenza del capitale straniero, perché è così e se sarà possibile cambiare tale situazione nei prossimi anni?
– Finora il capitale straniero indirizzato in Russia, a Mosca e nella Regione, confluiva prevalentemente nel settore energetico e dei combustibili (cioè nel petrolio e nel gas), nelle telecomunicazioni e in quei settori in cui è alta la velocità di circolazione del capitale (commercio e ristorazione collettiva). Ultimamente gli investitori stranieri sembrano sempre più interessati a mettere soldi nel mercato dell’immobile (abitazioni di alta classe, centri d’affari, complessi commerciali). Mosca ha bisogno di procacciare investimenti per la costruzione di alberghi (3 stelle e meno), di magazzini e centri logistici moderni, per lo sviluppo dei trasporti ad alta velocità (monorotaia, “minimetropolitana”).
Una linea molto importante potrebbe essere quella della partecipazione del capitale straniero allo sviluppo delle infrastrutture urbane: rete stradale, ponti, incenerimento dei rifiuti e lavorazione di rifiuti solidi, purificazione d’acqua e fognature, riscaldamento e rifornimento di energia. Il problema di questo settore è l’assenza di una legislazione federale relativa al franchising. In tutto il mondo si ritiene, nel contempo, che gli investimenti diretti nelle infrastrutture urbane rientrino difficilmente.
– La Banca di Mosca è coinvolta nel servizio delle aziende straniere? Perché, a suo avviso, le società straniere continuano a farsi servire da banche straniere?
– La maggior parte delle aziende straniere che lavorano a Mosca preferiscono farsi servire dalle banche straniere che hanno aperto in Russia le loro rappresentanze. Ciò è dovuto ad alcuni motivi, anzitutto dal fatto che molte di esse, soprattutto gruppi transnazionali, hanno in tutto il mondo banche che le servono costantemente. Poi, funziona, naturalmente, anche il fattore psicologico: gli italiani sono più abituati a lavorare con una banca italiana, i francesi, con una banca francese. E’ noto, infine, che gli attivi di parecchie banche russe non sono per ora abbastanza alti, il che riduce la loro attrattiva per gli stranieri avveduti.
Nel contempo, un notevole gruppo di banche russe risponde già oggi alle esigenze moderne, compresi gli standard internazionali della contabiltà bancaria, offrendo un personale molto competente e grandi attivi. Di questo gruppo fa parte la banca municipale “Banca di Mosca”. Tra i suoi clienti stranieri ci sono una società italiana di gas e petrolio, una grossa rete commerciale turca, un’azienda siderurgica finlandese, un operatore svedese di comunicazioni cellulari, ecc.
– Secondo Lei, quali sono le probabilità di partecipazione del capitale straniero ai progetti in altre regioni del Circondario federale centrale?
– Il Circondario federale centrale è uno di 7 simili organismi della Federazione Russa, che riunisce 18 regioni, compresa la capitale della Russia, Mosca. Il Circondario garantisce più di un quarto degli investimenti nazionali nel capitale fisso, la metà dell’afflusso di tutti gli investimenti stranieri, più del 40% dei pagamenti fiscali e delle altre entrate nel bilancio del Paese. Il ritmo di crescita del volume della produzione industriale nel Circondario supera l’indice medio per la Russia; quasi in tutte le regioni del Circondario si registra un aumento del giro d’affari nel commercio all’ingrosso e al dettaglio.
Tutto ciò, più il discreto sviluppo delle infrastrutture dei trasporti e delle comunicazioni, rendono il Circondario centrale abbastanza attraente per gli investimenti stranieri. Tra i possibili indirizzi è possibile annoverare la costruzione di abitazioni e di alberghi, la creazione di impianti di lavorazione della carne e del latte, la partecipazione allo sviluppo dell’industria dei materiali da costruzione e delle attrezzature igieniche, del turismo, del commercio all’ingrosso e al dettaglio. L’atteggiamento attivo e benevolente nei confronti dello sviluppo della cooperazione internazionale è dimostrato soprattutto, all’interno del Circondario centrale, dalle regioni di Mosca, di Orel, di Tula, di Jaroslav. A proposito, i dirigenti di queste regioni saranno presenti al V Forum “Moskva-Invest” di Milano, cosicché gli imprenditori italiani interessati potranno avere la possibilità di dialogare direttamente con essi.
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