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Numero 18(63)
Rimosse alcune limitazioni per i non residenti

    La Banca Centrale (BC) ha deciso di abolire la quota per la partecipazione delle banche straniere al capitale del sistema bancario russo, riconoscendo decaduto un punto della norma che regolamenta le modalità dell’ottenimento di un’autorizzazione per l’aumento del capitale statutario di una banca con i mezzi dei non residenti.
    Prima, esisteva un limite massimo del capitale estero, ammontante al 12%. La decisione adottata è un evento importantissimo per alcuni motivi. Ciò dimostra, in primo luogo, che la nuova direzione della BC dà retta a quanto le viene detto da investitori, banchieri e tutti gli altri partecipanti al mercato. La situazione, venutasi a creare con il limite massimo del 12%, diventava ormai da barzelletta. Gli esponenti della BC ufficialmente sostenevano sempre che le limitazioni non hanno alcun effetto sui non residenti, mentre in realtà tale norma esisteva giuridicamente. Tale situazione, evidentemente, si è avverata perché la presenza delle banche straniere nel capitale, negli ultimi anni, non superava il 5% del capitale complessivo del sistema bancario. In questo modo, non c’era motivo per applicare la norma sul limite massimo per la partecipazione del capitale straniero, il che, in un certo senso, può giustificare tale posizione vaga degli esponenti della BC. D’altronde, questa situzione comportava una notevole incertezza nell’atteggiamento delle banche straniere nei confronti del mercato bancario russo.
    La rimozione del limite, poi, è dovuta sicuramente alle trattative sul WTO, svolte dalla Russia ormai da più di un anno. Mentre fino ad oggi le discussioni praticamente non toccavano il settore bancario, ma concernevano le questioni della politica tariffaria e soprattutto lo status dell’economia da mercato, ora il dibattito si muove verso i settori finanziari. In questo modo, la BC ha dovuto far corrispondere la legge alla posizione della Russia, in conformità alla quale nel Paese non esistono limitazioni per la partecipazione del capitale straniero al settore bancario.
    Ora ci si domanderebbe se la rimozione del limite del 12% comporterà l’attivazione del lavoro delle banche straniere in Russia. Da una parte, ciò sta già succedendo senza alcun riferimento alla liberalizzazione, operata dalla BC: di recente, ad esempio, la Citybank ha dichiarato l’inzio dell’attività nel mercato dei servizi al dettaglio. L’intensificazione della presenza bancaria straniera è dovuta, prevalentemente, all’approvazione della legge sull’opposizione al riciclaggio dei mezzi finanziari, la quale consente alle banche di chiudere i conti dei clienti sospetti in modo coercitivo. Inoltre, anche l’esclusione della Russia dalla lista nera della FATF ha contribuito alla sudetta scelta della Citybank. Tale trend dovrebbe mantenersi, e le banche che lavorano già in Russia, estenderanno la loro prsenza nel mercato russo.
    D’altra parte, quelle banche che per ora non lavorano in Russia, molto probabilmente, rimarranno in disparte. Il fatto è che è assai difficile accedere al mercato russo. Creare dallo zero una banca nuova o una filiale, è un’iniziativa costosa che occupa, poi, molto tempo, perché questa procedura è troppo burocratizzata dai ministeri russi. Comprare una banca già esistente è complicato, visto che la sua storia giuridica potrebbe risultare non assolutamente pulita. Inoltre, gli stranieri stentano molto ad analizzare gli indici finanziari delle banche russe. C’è un aspetto delicato: le banche sono spesso strettamente connesse con le aziende dei gruppi industriali e finanziari, legate a queste banche. L’entità dei passivi di una banca, ad esempio, non può servire da un punto di riferimento per definire il suo prezzo approssimativo, perché i conti dei clienti possono essere trasmessi in qualsiasi momento ad un’altra banca. Possono sorgere dei problemi anche con i capitali. Secondo le recenti stime del Centro dello Sviluppo, la parte del capitale fittizio nel capitale complessivo del sistema bancario russo ammonta al 15%.
    Non è facile pure discernere le prospettive del mercato russo. Si sa che uno dei segmenti più interessanti è rappresentato dai finanziamenti al dettaglio e ipotecari. Uno dei problemi, affrontati qui dalle banche straniere, è dovuto al fatto che una parte notevole di stipendi continua ad essere pagata in Russia al nero. Per quanto riguarda il finanziamento ipotecario, la legislazione attuale sembra poco adatta a poter appoggiare lo sviluppo dell’ipoteca.
    In altre parole, per aumentare l’attrattiva del settore bancario russo per le banche straniere, bisogna perfezionare considerevolmente la regolamentazione bancaria, effettuare la pulizia del settore bancario (oggi circa cento banche in Russia continuano a funzionare, nonostante che ne erano tolte le licenze), nonché far sì che la contabilità di tutta l’economia diventi trasparente. Questi provvedimenti, oltre a consentire alle banche straniere di iniziare il lavoro nel mercato russo, allegeriranno notevolmente la situazione delle banche russe.

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