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Numero 18(63)
Mercato Finanziario

    Il mercato valutario
    L’accelerazione dei ritmi della svalutazione, tanto auspicata da molti partecipanti al mercato, continua a non avverarsi. Anzi, più s’avvicina la fine dell’anno, meno sicuro è il mercato che il tradizionale balzo del cambio si realizzi in quest’anno. Ciò è dovuto ad alcuni fattori, il primo dei quali è l’intensificazione dell’attività della Banca Centrale (BC) nei mercati monetari. Il 18 novembre è stato svolta l’attesissima asta di repo (finanziamento su pegno dei titoli), che ha totalizzato circa 100 milioni di dollari, più di quanto si aspettasse la BC. Una settimana dopo, poi, la BC ha allestito un’asta dei depositi, alla quale il tasso d’interesse annuo in rubli era del 7%. L’introduzione di questo strumento lascia supporre che la BC abbia finalmente trovato uno strumento efficiente per gestire la liquidità. Il problema più grosso dei depositi della BC, realizzati prima, era quello dell’incapacità della BC di reagire in modo flessibile alle modifiche della congettura del mercato interbancario. Quei conti pertanto erano occupati prevalentemente dalla Sberbank, che non era in grado di collocare le sue gigantesche entità di mezzi sul mercato interbancario. E’ probabilissimo che l’asta dei depositi sia un successo e riduca la pressione della liquidità sul mercato valutario.
    D’altra parte, la guerra in Iraq non inizia, e i prezzi del petrolio rimangono a livelli abbastanza alti. La BC non smette di comprare le riserve, ma l’eccedenza della valuta pregiata continua a farsi sentire nel mercato. In questo modo, è possibile ipotizzare con certezza che entro la fine dell’anno il corso di cambio del dollaro non andrà sotto 32,3-32,5 rubli per un dollaro.

        Il mercato dei titoli
    Alla fine di novembre, l’attenzione dei partecipanti al mercato dei titoli era concentrata sull’asta relativa alla società Slavneft. Un piccolo pacchetto di quest’azienda è stato messo all’asta dal governo della Bielorussia, mentre la privatizzazione della quota pubblica nell’azienda (il 75%) è fissata per dicembre. Secondo gli esperti del mercato, sarebbero tre gli aspiranti principali alla Slavneft: le società petrochimiche TNK, Sibneft e Surgutneftegas. L’intrigo è iniziato il 25 novembre, quando il governo bielorusso ha dichiarato la decisione di rinviare l’asta di alcuni giorni. Se la privatizzazione sarà rimandata per un altro periodo di tempo, fra qualche settimana potrà perdere la sua attualità: la società che acquisterà il 75% della Slavneft dal governo russo controllerà comunque tutta l’azienda, cosicchè sarà difficilissimo per la Bielorussia vendere la sua quota. Aspettando la soluzione da parte di Lukascenko, tutti aspettano il momento in cui sarà chiaro chi dei tre pretendenti citati avrà il controllo su uno degli ultimi pezzi privatizzati del settore petrolchimico. Tutto il mercato di titoli della Russia a novembre è un po’ cresciuto, principalmente grazie alla stabilità dei mercati occidentali e alla situzione rimasta invariata nei mercati petrolieri. Dovrebbero essere l’inizio dell’operazione di guerra in Iraq e la reazione dei prezzi di petrolio a dare una spinta alla vendita di azioni russe. Ma ciò non succederà prima di gennaio. E il mese di dicembre, con le feste di Natale e di Capodanno, si preannuncia molto tranquillo per il mercato dei titoli.

        Il mercato delle obbligazioni
    L’inizio della ristrutturazione delle obbligazioni delle associazioni impegnate nel commercio estero, iniziato dal governo alla fine di novembre, ha dato un segnale positivo a tutto il mercato delle obbligazioni. Visto che le agenzie di rating definivano questa ristrutturazione il criterio principale, dal quale dipenderà la decisione sull’aumento del rating, le mosse positive in questa direzione sono prese dal mercato con grande entusiasmo. Inoltre, gli atteggiamenti degli investitori sono stati incoraggiati dalle voci circa l’eventuale aumento del rating da parte dell’agenzia S&P.
    Nel contempo, se l’aumento del rating non avrà luogo, i detentori delle obbligazioni possono risultane delusi e mettersi a vendere le obbligazioni russe. Varrebbe la pena di usare questo ribasso dei prezzi per entrare nel mercato. I rischi che le obbligazioni siano destinate a diminuire di prezzo nel corso di un lungo periodo sono inconsistenti: il Fondo Statale delle Pensioni, infatti, dovrebbe incrementare il suo portafoglio di obbligazioni e non permetterà al mercato di cadere più di tanto.
    Per quanto riguarda le notizie internazionali, la minaccia principale per questo mercato, come per quello dei titoli, è il ribasso dei prezzi del petrolio. Se dovesse cominciare la guerra con l’Iraq, le obbligazioni russe possono per un certo periodo perdere la loro attrattiva per gli investitori stranieri.

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