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Numero 1(65)
Russia-Giappone – nuove relazioni

    Il primo ministro giapponese Koizumi è stato in Russia il 10-13 gennaio. Oltre alla tradizionale visita a Mosca, il primo ministro si è recato nel Kabarovsk, centro del distretto federale dell’Estremo Oriente, al confine col Giappone.
    Proprio la visita a Kabarovsk e il fatto che l’importanza centrale della visita si è concentrata sul progetto di collaborazione economica tra i due paesi, lasciando da parte altre questioni che in precedenza erano state prioritarie, ha fatto assumere alla visita di Koizumi dei tratti particolari. E’ stato presentato e sottoscritto da entrambi i paesi un piano d’azione russo-giapponese. L’importanza di questo documento è stata sottolineata da Vladimir Putin, che ha anche notato come la Russia non abbia sottoscritto piani di questo tipo con nessun altro paese. “Ci sono delle linee guida molto particolari che consentiranno di sviluppare i rapporti su delle questioni fondamentali.” La principale novità del documento in questione consiste nel fatto che ha un carattere molto complesso, non limitandosi ad un solo settore o ad una serie di progetti. Il piano riguarda sei aree fondamentali della collaborazione: la politica, lo sforzo verso il raggiungimento di un trattato di pace, la cooperazione in campo internazionale, l’economia, la scienza e la cultura. Da parte sua il leader giapponese ha posto l’accento sul fatto che il Piano d’azione, che prevede lo sviluppo dei rapporti commerciali ed economici tra Giappone e Russia, deve diventare il fondamento per la successiva stipulazione del trattato di pace.
    Tuttavia, la questione relativa alla disputa sulle isole Kurili, occupate dall’URSS nel 1954 e di cui il Giappone rivendica la restituzione, è stata elegantemente aggirata dal Premier russo. Putin infatti, durante la conferenza stampa conclusiva, si è limitato a dichiarare: “Non è possibile arrivare a una giusta risoluzione senza valutare tutti gli accordi presi fin’ora. Inoltre è necessario tener presente a seguito di quali circostanze le isole Kurili sono passate sotto la giurisdizione russa”. Ma il capo del governo ha poi addolcito la pillola notando che i negoziati sulle isole contese si baseranno “sull’intero complesso degli accordi raggiunti” (tra i quali la Dichiarazione del 1956 che prevedeva la cessione al Giappone di una parte del territorio in questione, sebbene dietro determinate condizioni). Koizumi, comprendendo perfettamente che nell’anno preelettorale non verrà preso in considerazione nessun tipo di compromesso, ha taciuto, preferendo concentrare l’attenzione sulle questioni economiche della cooperazione. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Koizumi ha affermato che lo sfruttamento congiunto delle risorse nelle regioni della Siberia e dell’Estremo Oriente, potrebbe avere una notevole influenza non solo sul rapporto tra i due paesi, ma anche “sulla situazione energetica del mondo intero.”
    Vladimr Putin ha poi dichiarato che durante i negoziati sono stata esaminate attentamente le prospettive della collaborazione economica dei due paesi, così come i progetti concreti nell’ambito della alta tecnologia e in particolare della telecomunicazione. L’economia è stato il tema centrale anche della visita a Kabarovsk del premier giapponese. Koizuni ha infatti esortato a uno sviluppo bilaterale delle risorse energetiche delle ragioni dell’Estremo Oriente. Questa regione, ha notato, dispone di enormi risorse naturali, tra cui quelle energetiche, dalla cui importazione il Giappone dipende interamente. Proprio un simile interesse aveva consentito alle autorità russe di iniziare a lavorare con i partner orientali sul progetto di un enorme oleodotto. Se prima della visita di Koizumi si riteneva praticamente prestabilito che l’oleodotto sarebbe arrivato in Cina, ora appare sufficientemente convincente anche la variante concorrenziale, secondo la quale si propone di dirigere l’oleodotto verso il porto di Nachodka, nell’Estremo Oriente. La dichiarazione ufficiale sul fatto che entrambe le varianti sono tenute in considerazione dovrebbe stimolare i potenziali investitori e far diminuire le spese della Russia.
    Analogamente pare, la collaborazione non si limiterà soltanto alla sfera economica. Il Ministro della difesa russo Sergej Ivanov ha dichiarato che Mosca e Tokyo possono “raggiungere una partnership costruttiva” anche in campo militare. Inoltre, la Russia e il Giappone collaboreranno alla normalizzazione della situazione del famigerato programma nucleare della Corea del Nord, soprattutto dopo che alla amministrazione russa, nonostante il recente fiasco, è riuscito tuttavia di stabilire rapporti sufficientemente (relazioni di reciproca fiducia) col regime nordcoreano di Kim Cen Ir.
    Durante i negoziati al Cremlino Koizumi ha perfino ringraziato Vladimir Putin, per i consigli dati dal capo dello stato russo al premier giapponese prima del suo incontro quest’autunno con Kim Cen Ir.
    Un altro settore della cooperazione è quello dell’energia atomica. Durante la sua permanenza a Mosca, Koizumi ha annunciato che gli scienziati russi e giapponesi per la prima volta al mondo sono riusciti ad utilizzare 20 chilogrammi di plutonio arricchito. Resta solo da augurarsi che la Russia questa volta non si farà sfuggire le sue chance e userà fino in fondo le possibilità messe a disposizione dagli accordi tra Putin e Koizumi. Anche se la tradizione degli ultimi anni lascia pensare che la maggior parte delle iniziative affonderanno nel mare del “mercato non ufficiale” russo.

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