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Numero 4(68)
L’opinione di De Michelis
Ecco sul conflitto l’opinione di chi era Ministro degli Esteri del Governo Italiano ai tempi di “Desert Storm”


    “Non c’è rottura fra Europa ed America, ma purtroppo fra paesi europei. Allo stesso tempo, e vorrei che quanti si oppongono al conflitto iracheno me ne spiegassero il motivo, tutti gli Stati che stanno entrando in Europa si sono schierati dalla parte degli USA. Cosa vorrebbero fare adesso Chirac e Schroeder? Lasciarli fuori dalla UE? Eppure è chiaro che non esiste Europa senza un forte patto transatlantico. Incrinare questo rapporto è pericolosissimo. Vedremo dopo il conflitto Francia e Germania cosa sapranno fare in quella che sarà la gestione della pace”.
    “Se Francia e Russia non avessero invocato il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU la situazione sarebbe stata diversa. La pressione concorde di tutto il mondo avrebbe costretto Saddam a disarmare veramente, e invece così ha potuto sperare ancora una volta di farla franca. Ora non resta che sperare che gli USA, nel ‘dopo’ conflitto, coinvolgano l’ONU che, per colpa di Francia Russia e Germania, non ha potuto svolgere il suo ruolo. Non sarebbe stato meglio se invece di minacciare il veto si fosse votata una nuova risoluzione?”
    “Ai tempi di ‘Desert Storm’ ero Ministro degli Esteri, e commettemmo un errore. Io la pensavo in maniera diversa, ma prevalse un’altra strategia. Si decise di lasciare lo status quo: liberato il Quwait le truppe della coalizione internazionale erano ormai ad un’ora da Baghdad. Bastava continuare l’offensiva per quell’ora e Saddam Hussein sarebbe caduto, ma Bush padre fermò le truppe” “Mi si domanda se non si tratta di un caso di ingerenza negli affari interni dell’Iraq, e in Kossovo? Quell’azione militare come si spiega, come si giustifica allora?” “C’è anche chi dice che il terrorismo potrebbe aumentare, ma siamo nel campo delle opinioni. Mentre è un dato di fatto che Saddam Hussein non è una minaccia futura: è un caso unico al mondo di dittatore brutale che ha nel suo arsenale militare armi di distruzione di massa e che le ha usate perfino contro il suo stesso popolo e contro l’Iran causando un milione di vittime! E poi contro il Quwait e poi contro gli Sciiti a Bassora. Dopo l’11 settembre non si può sfuggire da questa realtà. Se anche non ci fosse un legame fra Saddam Hussein e Osama Bin Laden solo il pericolo che un contatto potesse avvenire, e che il Rais fornisse ad Al-Quaida le armi in suo possesso giustifica l’intervento armato.”
    “Il terrorismo, per altro, non si sconfigge solo con la repressione. Bisogna riflettere su un problema di squilibrio che c’è e che va affrontato. La massa araba, soprattutto i giovani, vedono un mondo ingiusto, in particolar modo dal punto di vista economico, fatto di due pesi e due misure. Fintanto che non vi sarà una situazione diversa il terrorismo troverà sempre nuovi adepti”
    “Se dieci anni fa si fosse fatto quello che si fa adesso si sarebbe risparmiato un milione di morti. Per loro i pacifisti italiani, e quelli in tutto il resto del mondo dov’erano? Dove hanno manifestato?” “L’Italia ora è in una posizione imbarazzante fra USA, Gran Bretagna e Spagna da una parte e Francia e Germania dall’altra. Noi non siamo belligeranti anche per questioni di natura costituzionale, ma stiamo dalla parte dell’Amministrazione Bush, mentre sul piano interno, purtroppo, le motivazioni solo per lo più ‘domestiche’, rese per ragioni di politica interna e di convenienza”
    “L’unica cosa di cui sono matematicamente sicuro è quello che dirà il popolo iracheno alla fine delle operazioni militari. La lotta delle truppe anglo-americane è PER il popolo iracheno, non CONTRO il popolo iracheno! ”

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