Numero 5(69)
Contrasti tra il Ministero per lo Sviluppo Economico e l’FMI sul tasso di crescita
Più ottimistica la previsione di crescita economica del Ministero per lo Sviluppo Economico... nonostante le previsioni poco consolanti del FMI John Odling-Smee, il direttore del II Dipartimento europeo del FMI, che si occupa dei Paesi dell’ex URSS, alla vigilia della sua visita in Russia, ha dichiarato che il Fondo ha intenzione di correggere le previsioni relative ai tassi di crescita economica in Russia nel 2003. Inizialmente, il Fondo prevedeva che la crescita del PIL della Russia dovesse raggiungere il 4,9%, ma più tardi ha ritenuto questo valore troppo alto. A detta di Odling-Smee, secondo la maggior parte degli esperti del Fondo il 4% è un valore più realistico, anche se i prezzi del petrolio rimarranno alti. Il signor Odling-Smee non ha voluto spiegare più dettagliatamente per quali motivi devono essere ridotti gli indici della crescita economica, e perché proprio fino al 4%. E’ noto peraltro che il FMI nelle prossime settimane pubblicherà una relazione che includerà sia una previsione dettagliata per la Russia, sia le previsioni ufficiali del FMI per l’economia internazionale, nonché i giudizi relativi agli indici economici dei singoli Paesi e delle singole regioni.
Queste previsioni dovranno poi essere rese di dominio pubblico nell’ambito della prossima sessione degli organi amministrativi del Fondo e della Banca Mondiale.
Odling-Smee è convinto che la crescita economica in Russia può essere spronata solo da un’accelerazione radicale delle riforme strutturali. Non crede che ciò sia molto probabile nella prossima stagione preelettorale. La correzione in senso pessimistico è dovuta prevalentemente ai processi negativi in corso nell’economia internazionale. Ma il FMI non è disposto ad assumersi tutta la responsabilità per la Russia. I monopoli russi, ha ribadito Odling-Smee, rallentano lo svolgimento delle riforme nel Paese. “Riteniamo”, ha sottolineato l’esponente del FMI, “che i tassi di crescita economica russa si abbasseranno se non ci sarà uno stimolo economico per la continuazione delle riforme strutturali. Sembra però poco probabile che tale stimolo possa comparire da oggi alla fine del periodo elettorale nel Paese”.
Le previsioni pessimistiche del FMI sono condivise da Andrei Illarionov, il consigliere economico del Presidente Russo. Nel suo intervento al convegno sull’ “Ammodernamento dell’economia russa: il contesto sociale”, Illarionov ha dichiarato: “Se la politica economica sarà quella di oggi e se saranno prese le stesse decisioni, non c’è motivo per aspettarsi una crescita notevole del PIL”. Il 4%, in tale situazione, è, secondo lui, un valore “assai realistico”.
Il quadro della condizione economica del paese, come delineato dal Consigliere del Presidente, appare assai deprimente. Peggiorano gli indici sia relativi, sia assoluti.
Mentre nel 2000 per i tassi di crescita del PIL tra 209 Paesi del mondo la Russia era stata 13-ma, nel 2001 era stata 45-ma, e nel 2002, 60-ma. Nel 1999 e nel 2000 la crescita della produzione industriale è stata continua (un mese dopo l’altro), ma nel 2001, la produzione si e’ ridotta di due mesi, e nel 2002 la riduzione ha toccato ormai sei mesi.
D’altra parte, il volume medio del consumo personale nel 2002 ha superato il livello del 1990 e del 1991, raggiungendo il massimo valore storico. Lo stipendio effettivo, nei quattro ultimi anni, è aumentato del 37%.
Di conseguenza la politica del Governo, secondo il Consigliere del Presidente, porterà il Paese ad una crisi di bilancio profondissima. Illarionov ritiene che presto occorrerà ridurre le spese di bilancio.
Il Ministero per lo sviluppo economico, intanto, ha un’opinione ben diversa in merito alle prospettive dell’economia russa. Qualche giorno fa il Ministero ha corretto la previsione della crescita per il 2003: questo valore è stato aumentato dal 3,5-4,4% al 4,5%. Intanto, secondo le informazioni del Ministero per lo sviluppo economico, la crescita del PIL in Russia, nel gennaio-febbraio del 2003, è stata del 6,1%. Nel febbraio del 2003 la crescita del PIL rispetto al febbraio del 2002, è stata del 6,6%.
Mikhail Armiakov, l’analista del Gruppo d’investimenti “Russkie investory”, è d’accordo con le cifre presentate dal Ministero per lo sviluppo economico. E’ vero, sostiene Armiakov, che il periodo di crescita economica rapida ed “a basso prezzo” che si era registrata sin dai tempi immediatamente successivi alla crisi del 1998 è ormai terminato; ma “nel Paese sta aumentando la domanda di beni di consumo, stiamo passando dalla produzione di merci poco costose alla produzione di merci di qualità migliore”.
Inoltre nel Paese si registra un afflusso notevole di valuta estera, al quale hanno contribuito anche numerosi prestiti, fatti ultimamente dalle grandi compagnie. “I soldi ora costano molto poco, i tassi d’interesse reali hanno raggiunto valori negativi. Non ha più senso conservare il denaro”, ha spiegato Armiakov. La stagnazione nei mercati internazionali rende secondo lui inutile anche l’esportazione dei capitali. La conclusione è una sola: gli investimenti saranno fatti — e si fanno già — nella produzione. Insomma, chi vivrà vedrà.
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