Numero 6(70)
Parola di Berlusconi
– Il mio Governo ha un’attività intensissima – a dirlo è il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - tant’è che da quando siamo in carica abbiamo varato oltre trecento disegni di legge, ed il Parlamento ne ha approvati circa centocinquanta. Più di metà sono ancora da approvare, e se le Camere non trovano il tempo di occuparsene il nostro lavoro sarà vanificato. Perché ci sono iter e tempi ben precisi, e se in quell’arco di tempo previsto dalla Costituzione il d.d.l. non diventa legge è come se non fosse mai esistito.
– Qualche esempio?
– Per esempio le norme in materia di Diritto societario che modifica il rischio da parte dell’imprenditore di commettere reati senza averne la volontà. Facemmo un esperimento e affidammo a dieci studi diversi i libri contabili della stessa società: ne vennero fuori dieci bilanci diversi. Sarebbe bastato un PM eccessivamente zelante per trovare quindi in ognuno di essi, visto che erano tutti diversi, le ragioni per procedere contro l’imprenditore per falso in bilancio o false comunicazioni in bilancio.
Abbiamo fatto la riforma del Codice di Procedura Penale, stiamo lavorando alla riforma del Codice Penale…
– Il welfare?
– Hanno calcolato che circa ogni otto/dieci anni la vita media dei cittadini italiani si innalza di un anno. Quindi bisogna pensare a quale sarà il futuro e quali saranno i costi; solo la Gran Bretagna, grazie alla lungimiranza di Tony Blair, avrà un risparmio, tutti gli altri paesi europei dovranno destinare il 5, 6% del P.I.L. alla spesa previdenziale. E’ chiaro che bisogna metterci mano, ed è quello che pensavo ancora all’epoca del mio primo Governo. Abbiamo parlato con le associazioni di categoria, è un lavoro ancora lungo. A Barcellona si era parlato di innalzare di cinque anni la soglia dell’età lavorativa, poi ci fu il veto di Jospin e non se ne fece nulla.
In Gran Bretagna stanno valutando addirittura di portare l’età pensionabile oltre i settanta anni…e poi si dovrà anche stabilire un rapporto nuovo e diverso fra la popolazione che lavora e quella che è mantenuta dalla parte che lavora.
– L’ordine mondiale?
– L’ordine mondiale rischia di essere mutato dal conflitto USA – Irak: c’è una crisi profonda dell’ONU, ci sono divisioni fra le nazioni europee, ci sono problemi nei rapporti transatlantici. Nei sei mesi di Presidenza Italiana dell’Unione Europea un obbiettivo primario sarà quello di mediare per avere un riavvicinamento. So già che sarà molto difficile.
Eravamo andati molto avanti in passato, per esempio sul terreno della difesa comune. Ora invece il dibattito guerra-sì guerra-no in Irak ha posto la decisione nelle mani degli USA. La minaccia di veto ha impedito che l’ONU addivenisse alla 17^ Risoluzione, e in base alla Risoluzione 687 del ’91 gli americani si sono sentiti legittimati comunque ad intervenire. Allora era stato stabilito un ‘cessate il fuoco provvisorio condizionato al disarmo del Regime di Saddam Hussein’, questo non è accaduto e quindi la legittimità sul piano del Diritto Internazionale c’era. Poi, certo, bisognerà anche riconsiderare il Diritto di Veto. Oggi, a quasi sessant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando esso venne istituito a vantaggio dei paesi che erano allora le grandi potenze che avevano vinto in conflitto, bisogna pensare che la scala di valori è cambiata. Che paesi che erano dominanti allora oggi non lo sono più, e che non è possibile che quelle che sono oggi le vere superpotenze economiche e sociali del pianeta, se non sono già uno di quei cinque paesi, contino tanto quanto l’ultima nazione aderente alle Nazioni Unite.
– Cosa pensa dell’allargamento dell’UE?
– Credo non si debba pensare di fermarsi ai nuovi dieci stati che vi aderiranno. I confini dell’Europa vanno dalla Turchia all’Ucraina, dalla Bielorussia alla federazione Russa che, inoltre, è ancora una grande potenza militare. E poi c’è Israele…In Europa sono stati fatti troppi passi indietro rispetto al cammino prefigurato e che già non era né facile né breve.
– Ha parlato di Israele, quali sono le prospettive per il medioriente?
– Bush mi ha garantito che lavoreremo insieme per dare vita a negoziati con Israele e Palestina.
– Intanto c’è la Presidenza Europea…
– Che dopo l’Italia passerà al Nord Europa. Noi dobbiamo riportare l’attenzione sull’area mediterranea. Per esempio penso alla fondazione di una Banca del Mediterraneo finanziata anche dalla BCE.
– I collegamenti?
– Il punto principale riguarda il Corridoio 5 che va fino a Kiev. Torino – Lione ne è un tratto, ma da Lisbona fino a Kiev è determinante la posizione della Francia: se posticipiamo i tempi avremo comunque un asse con l’Est, ma sarebbe poca cosa rispetto all’intero collegamento Lisbona – Kiev.
– Sul fronte della politica interna italiana?
– Le riforme andranno avanti e non cir saranno né ritardi né arresti. Certo che ci sono stati 55 Governi in 50 anni, mentre le persone nella pubblica amministrazione sono sempre le stesse, e non hanno più fiducia nella reale capacità di cambiamento e di ammodernamento del sistema.
– Difficile avere a che fare con la burocrazia italiana?
– Abbiamo chiuso 262 enti inutili e abbiamo da affrontare una situazione in cui c’è da mettersi le mani nei capelli. Troppe persone credono che nel pubblico non serva risparmiare. Invece io vorrei che ci si comportasse esattamente come se fosse il proprio bene che si sta amministrando. Si pensi che alle dirette dipendenze di Palazzo Chigi ci sono 4.300 persone in sedi diverse! Tony Blair portò da 70 a 120 i collaboratori di Downing Street e la Tatcher disse che era megalomane! Io ho tre segretarie che mi organizzano una media di 18 riunioni al giorno, e l’unico potere che ho è quello della pazienza. Lo stato è inefficiente e costosissimo; da ammodernare se vogliamo che sia veramente al servizio dei cittadini. Occorre una filosofia globale di cambiamento. Io penso ad un futuro fatto di libertà, democrazia, giustizia e benessere, e la mano pubblica che aiuta chi ne ha realmente bisogno.
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