Numero 10(74)
L’Europa bruciata dal caldo
Quest’estate il caldo in Europa batte tutti i record possibili, ed è eccessivo anche per gli italiani e gli spagnoli abituati a tutto.
Però nei primi giorni di afa, quando la temperatura aveva appena superato i 30 gradi, gli europei si erano sfogati, compiacendosi per il caldo. Gli abitanti di città si sono vestiti da villeggianti, e tutti gli appezzamenti erbosi di terreno pubblico si sono coperti di un folto strato di gente che si abbronzava. In fin dei conti anche il comune di Parigi, giacché la capitale si era trasformata in villeggiatura, ha deciso di conformarsi: sui lungofiumi della Sena hanno scaricato qualche decina di tonnellate di sabbia, trasformando l’alveo granitico del fiume in una spiaggia tradizionale.
Ma pian piano si è capito che l’Europa non è adatta all’afa tropicale, come pure non lo è la Russia. In città l’asfalto si è messo a fondere, ed i venditori di gelato e bevande fresche in qualche settimana hanno realizzato il guadagno di un intero anno. Si sono prosciugati i fiumi. Il livello dell’ acqua nel Po è calato di otto metri al disotto del livello solito, per cui tra poco nel Nord Italia probabilmente sarà proclamato lo stato d’emergenza. Può darsi che si tenterà di pompare nel fiume l’acqua dai laghi alpini. Anche il Reno conosce la stessa situazione, minacciando di impedire la navigazione – le navi possono andare sul fiume solo a carico dimezzato. Si sta prosciugando anche il Danubio, una delle principali arterie acquatiche d’Europa. A causa dell’abbassamento del livello è stata completamente interrotta la navigazione sul tratto del fiume da Vienna al confine slovacco. Nel delta del Danubio si e’ completamente prosciugato il 10% delle diramazioni. Sono sorti problemi di erogazione sia dell’acqua che dell’energia elettrica: i fiumi prosciugati non potevano più far girare le turbine delle stazioni idroelettriche. Nelle zone sud della Calabria non piove da 8 mesi, in alcune città dell’ Umbria e della Toscana gli impianti idraulici funzionano 12 ore al giorno.
L’opinione pubblica svizzera è seriamente preoccupata per la sorte della famosa trota alpina, che praticamente arrostisce viva nei letti dei piccoli fiumi prosciugati a metà. Secondo gli ecologisti, la maggior parte dei pesci non può più essere salvata.
Il caldo ha portato in Europa un altro disastro, mai visto già da più decenni – sono essiccati i seminati e sui paesi dell’ UE grava la minaccia di un’ annata magra. I paesi più colpiti dalla siccità sono l’Italia, la Germania, l’Austria, la Spagna, la Francia e il Portogallo.
I produttori agricoli europei di cui le aziende soffrono per il caldo e la siccità, si sono rivolti alle autorità dell’Unione Europea con la richiesta di aiuti finanziari urgenti.
I rappresentanti dell’associazione dei produttori agricoli europei Copa-Cogeca in una lettera alla commissione europea definiscono l’accaduto calamità naturale. Secondo gli esperti, il danno subito dai produttori agricoli solo in Italia ammonta a 5 miliardi di euro circa. Inoltre le perdite dei contadini tedeschi raggiungono come minimo a un miliardo di euro. La siccità in Baviera, Brandeburgo e Baden-Württemberg può perdere l’80% della raccolta del grano e delle verdure mentre il frumento e il mais rischiano di andare completamente perduti. In Austria sono praticamente dimezzate le previsioni della raccolta di grano, uva, frutta e legumi. È minacciato il funzionamento dell’industria vinicola austriaca. Il danno causato dalla siccità in Austria, secondo i dati preliminari, si valuta a mezzo miliardo di euro. Il 23 luglio la conferenza dei ministri dell’agricoltura dei paesi membri dell’Unione Europea a Bruxelles ha deciso di stanziare aiuti alle aziende agricole di Portogallo, Italia, Francia, Austria e Germania. Gli osservatori credono che nei prossimi giorni sarà deciso di istituire una riserva speciale di assistenza straordinaria per un ammontare di qualche miliardo di euro da cui i contadini delle regioni colpite di siccità, potranno percepire sia crediti senza interesse che pagamenti monetari diretti. D’altronde quei contadini che salveranno la loro raccolta ci potranno guadagnare decentemente – si aspetta un rialzo dei prezzi di acquisto del 25-30%.
Intanto i pompieri cercano di fermare il fuoco che si propaga nei boschi d’Europa.
Gli incendi dei boschi si registrano in tutto il continente dal Portogalla alla Svezia. In alcuni casi i giudici istruttori sospettano incendi dolosi.
In Grecia, per un incendio del bosco sono sfollate centinaia di villeggianti e di abitanti dalle regioni del canale di Corinto. In Corsica le fiamme vampeggiano a nord del capoluogo dell’isola e già sono distrutti 2000 ettari di bosco.
In Portogallo il fuoco si combatte a nord-est di Lisbona e in Croazia sono in fiamme i boschi nei sobborghi di Dubrovnik.
Intanto i meteorologi europei continuano a registrare record di temperature alte. Il caldo ha portato anche temporali. Il sud-ovest di Francia ha sofferto di più: il vento di uragano (più di 150 km orari) e le grandini hanno causato distruzioni disastrose, quattro persone sono perite, molte sono state traumatizzate. Il vento a raffiche capovolgeva automobili, sradicava alberi, grandini dalle dimensioni di un uovo perforavano tetti. La grande siccità ha ceduto il posto a un diluvio: le piogge torrenziali hanno causato fiumane, qua e là era perturbato l’approvvigionamento elettrico. Però neanche questo maltempo ha lasciato i vigili del fuoco in disoccupazione: alla siccità sono subentrate folgori che hanno provocato alcuni grandi incendi. Quindi l’uragano si è spostato alla Bretagna e alla Normandia e attraversando la Francia è pervenuto nelle regioni centrali di Germania e di Svizzera. Lì torrenti di acqua allagavano i piani terreni delle case, gli alberi caduti hanno schiacciato qualche decina di auto. Ma passato l’uragano il tempo è tornato al regime, quasi tropicale, di prima. Secondo le previsioni dei meteorologi, questo caldo record che sopravviene in Europa una-due volte al secolo, potrebbe durare qualche settimana ancora.
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