Questo è un anno elettorale non solo in Russia ma anche in Cecenia. Le elezioni del presidente ceceno sono indette solo per il 5 ottobre, ma la campagna elettorale gia’ va su di giri.
Come favorito della campagna viene indicato l’attuale capo dell’amministrazione della repubblica, Akhmad Kadyrov. Però, secondo fonti informate presso l’amministrazione del Cremlino, questa volta il centro non si occuperà di lobbying a favore di un singolo candidato. La tattica del “gioco equo in campo ristretto” sottintende che alla campagna elettorale saranno ammessi solo i candidati accettabili per Mosca. Quindi in questo spazio con artificialmente limitato, i candidati leali potrebbero condurre una lotta da pari a pari. E Mosca metterà su quello che riuscirà ad accattivarsi la maggiore benevolenza degli elettori.
Nei servizi giornalistici dalla Cecenia che sembrerebbe completamente pacificata, si fanno sentire sempre di più gli accenti militari.
E come potrebbero non esserci ? In un combattimento al villaggio di Dyshne-Vedeno sono periti sei soldati, e la banda dei guerriglieri ha subito gravi perdite e si è letteralmente dissolta nelle montagne. Altri nove militari sono morti e cinque sono rimasti feriti in un’imboscata tesa dai guerriglieri nei pressi del villaggio Borzoi, in Cecenia. In definitiva il numero complessivo dei militari caduti dal 1999 in Cecenia ha raggiunto la cifra di 4500 persone. Piccole scaramucce che degenerano in scontri di media gravita’ si verificano in tutta la parte mantana della Cecenia. A Groznyj è stato disinnescato un potente ordigno esplosivo posto in una macchina. Un attentato con mina contro un autobus di poliziotti ha provocato un morto e quattro feriti. A Nazran, in Inguscezia, si è fatto saltare in aria un altro kamikaze. A parte lui e il suo complice non ci sono state altre vittime. A sua volta il leader dei separatisti ceceni Aslan Maskhadov ha proposto di introdurre in Cecenia un governo internazionale, cercando in questo modo di farsi ricordare e piacere ancora una volta all’opinione internazionale. Intanto Mosca non solo ha ribadito che non avrebbe accettato un’ingerenza internazionale negli affari ceceni, ma anche ha rifiutato più volte di entrare in qualsiasi trattativa con Aslan Maskhadov.
Notizie fastidiose per le autorità sono pervenute anche da Londra dove è in corso un sofferto processo di estradizione contro Akhmed Zakaev. Uno dei testimoni a carico ha ritrattato le sue deposizioni contro Zakaev, dichiarando che gli agenti dello FSB (i servizi segreti) lo torturavano e l’avevano “costretto a fare questa deposizione”. Bisogna notare che in questo contesto di brutte notizie hanno fatto bella figura i collaboratori del Ministero degli Interni. Con l’aiuto delle deposizioni di una terrorista fermata, Zarema Muzhikhoeva, i poliziotti hanno potuto impadronirsi di una base delle kamikaze nel villaggio Tolstopaltsevo, nella regione di Mosca, dove hanno trovato e distrutto sei cinture da kamikaze. Il ministro degli interni Boris Gryzlov ha annunciato che i suoi collaboratori avevano scongiurato un’altra serie di attentati, ed hanno potuto ricercare le orme dei committenti delle esplosioni a Tushino. Nel contempo, nella stessa Cecenia, i collaboratori del Ministero degli Interni hanno iniziato un ampio rastrellamento a Groznyj.
Da Rostov-sul-Don è arrivata la notizia della chiusura del processo contro il colonnello Budanov. Il tribunale del distretto militare del Caucaso del Nord ha condannato Yurij Budanov a 10 anni di privazione di libertà in un lager a regime rigoroso. Secondo quanto ha comunicato dalla sala del tribunale il corrispondente dell’agenzia RIA “Novosti”, Budanov è stato riconosciuto reo per tutti i tre articoli che gli venivano imputati: sequestro di persona, assassinio ed eccesso di potere.
Sulla base della sentenza del tribunale, Budanov è stato privato del grado di ufficiale e delle onorificenze di Stato (l’Ordine dell’ Ardimento). Yurij Budanov è accusato di avere sequestrato, nella notte dal 26 al 27 marzo 2000, e quindi ucciso la 18-enne cecena Elza Kungaeva.