Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Dove siamo
 
Numero 10(74)
Gli investimenti nell’ economia russa:
attraenti sì, ma ci sono alternative più sicure


    Nel maggio 2003 molti giornali scrivevano della situazione particolarmente insolita che viveva la Russia: gli investimenti diretti stranieri nell’ economia russa erano stati in crescita per 9 mesi di seguito, e nel primo trimestre sono aumentati di un quarto, superando 1 miliardo di dollari americani.
    La maggioranza degli analisti pronosticava che nel corso di quest’ anno gli investimenti avrebbero raggiunto il livello di 5 miliardi di dollari USA. Gli analisti erano veramente ottimisti. Certo che lo erano: la situazione politica e i mercati sono più che prevedibili, e assieme ai capitali finanziari gli investitori stranieri hanno portato anche le nuove tecnologie, così che l’ economia russa si è gradualmente ammodernata, e il clima imprenditoriale meritava solo giudizi positivi. Tutto ciò se non si fossero verificati problemi riguardo alla compagnia petrolifera JUKOS
    All’ inizio di Luglio gli inquirenti della Procura Generale, seguiti dalle truppe speciali, hanno arrestato Platon Lebedev, uno degli azionisti più importanti della compagnia petrolifera JUKOS, che sta realizzando la fusione con la “Sibneft” per creare il gruppo petrolifero più grande del paese. Lebedev, che è direttore del gruppo “Menatep”, era strettamente legato con il direttore della JUKOS Michail Khodorkovsky, il quale ha ammesso che l’ attacco contro Lebedev è un attacco contro lui stesso. Questo arresto è stato preceduto dal fermo del capo del Servizio di Sicurezza della JUKOS, e dopo sono seguite le perquisizioni e la confisca dei documenti della compagnia. Tutto sommato, contro le persone che in qualche modo hanno a che fare con la JUKOS sono state già intentate alcune cause penali.
    Di che cosa precisamente si sospette della persona chiave della “causa JUKOS” Platon Lebedev? La causa penale è correlata alla privatizzazione nel 1994 del pacchetto azionario costituito del 20% del capitale sociale della Società per Azioni “Apatit”. Si sa che la Procura Generale, avendo arrestato il direttore del gruppo “Menatep” (che possiede il 60,5 % delle azioni della JUKOS) il 2 Luglio 2003, lo aveva accusato dei crimini indicati nell’ Art. 159 ( truffa), Art. 165 (aver causato danni per mezzo dell’ inganno o il tradimento della fiducia), Art. 315 del Codice Penale della Federazione Russa (inadempienza della sentenza del tribunale). Se la colpa di P. Lebedev sarà provata, la pena massima può essere la carcerazione per 5 – 10 anni con la confisca delle proprietà.
    Il 23 Luglio la Corte della città di Mosca non ha considerato possibile cambiare le misure preventive per Lebedev, nonostante le argomentazioni fondate della difesa. È più probabile che Lebedev rimanga agli arresti almeno fino al giorno della seduta del tribunale.
    Sta di fatto che la JUKOS non è l’unica compagnia in Russia che ha subito tanta “attenzione” dalla parte degli organi di tutela giuridica. Ricordo che l’anno peggiore per il business è considerato l’anno 2000, quando molte grandi aziende russe hanno dovuto passare il controllo sgradevole del fisco, dei rappresentanti del Ministero degli Interni e della Procura, per non parlare dei numerosi processi.
    Per il grado dell’ intervento degli organi di potere nell’ attività delle grandi imprese questo periodo è stato così duro da poter essere definito da alcuni analisti come “l’anno della caccia agli oligarchi”.
    Le vittime della resistenza non erano soltanto gli uomini d’affari noti come Berezovskij, Gusinskij, i fratelli Zhivilo, Anatolij Bykov. Nove tra le compagnie petrolifere più grandi della Russia erano sottoposte al controllo, per la “Sibneft” c’era la confisca dei documenti, idem per la “Lukoil” (contro la direzione della “Lukoil” era stata intentata una causa per evasione fiscale). Il pubblico ministero aggiunto di Russia aveva scritto in quel periodo una lettera aperta al direttore del gruppo “Interros” con la richiesta di rimborsare 140 milioni di dollari USA al bilancio dello stato, avendo il giorno prima intentato causa penale per la privatizzazione illegale di “Nornikel”. Tanti uomini d’affari meno importanti hanno sentito anche loro la pressione di quel controllo finanziario.
    Il fisco da solo ha intentato in quel periodo ben 27 mila di cause penali, senza contare le cause amministrative.Queste ultime hanno superato la quantità di 150 mila. Anche gli altri organi hanno lavorato molto bene...
    Si è calcolato che prendendo in considerazione il numero dei top- manager delle imprese russe e la quantità delle cause intentate per crimini economici, in pratica un direttore su due e’ imputato in una causa penale propria. Seguendo questa logica, si può trarre la conclusione che solo un grande imprenditore o manager su due e’ colpevoli o, nel caso migliore, e’ coinvolto in azioni illegali. Quelli che per qualche ragione erano rimasti fuori da qualche processo, non potevano sentirsi sicuri, perché era chiaro che era solo questione di tempo: sarebbero venuti anche da loro.
    Da allora sono passati tre anni, ed è già da un po’ che la comunità di business non è stata sconvolta da simili eventi . Pareva infatti che le “mascherate” (truppe speciali della polizia, n.d.t.), così come le modalità in cui si svolgevano gli assalti degli organi di tutela giuridica, fossero storia passata. La Polizia fiscale, compromessasi, è stata abolita dalle autorità. Sono cominciate delle epurazioni tra i dipendenti della polizia; si è iniziato a dire che sia inammissibile usare l’apparato statale per risolvere i problemi tra i le parti litiganti. Sembrava anche che si fosse stabilito (benché un po’ malsicuro) un sistema dei rapporti “potere – mondo degli affari”.
    Però la situazione riguardo alla compagnia JUKOS ha dimostrato che è troppo presto per parlare di un sistema civile dei rapporti fra lo stato e il capitale privato. I metodi di lavoro con il grande capitale, comparati con quelli dell’ anno 2000, sono rimasti com’ erano, e ciò vuol dire che niente è cambiato nel modo in cui i burocratici dello stato intendoono il proprio ruolo nei processi economici del paese, e che niente è cambiato nel sistema degli organi di tutela giuridica.
    Solo che dovranno lavorare con gli altri uomini d’ affari e stabilire relazioni con delle altre compagnie, e ciò non si deve dimenticare. Il business russo, sull’ esempio della compagnia petrolifer JUKOS, è radicalmente cambiato: la direzione della compagnia, per la prima volta in Russia, era riuscita a introdurre gli standard occidentali della gestione della contabilità, la struttura del consorzio è diventata tanto aperta per poter essere quotato nella borsa del Nuovo York. Ecco perché la JUKOS è considerata non solo la più efficace, ma anche la più trasparente impresa in Russia. Il fatto che la Procura Generale da parte delle autorità ha scelto uno dei rappresentanti più rispettosi della legge fra quelli del settore petrolifero come oggetto delle sue indagini (o, forse,persecuzioni ? ), tutto questo provoca tante domande. Si sa che non si può ricattare uno che lavora legalmente, non gli si può far concludere un affare in cambio della cessazione della causa penale, non si può fargli rinunciare ai suoi piani che non piacciono a qualcuno. Se si accetta l’ idea della costruzione di un complesso sistema oligarchico controllabile, si può sempre ammettere che la tale compagnia sarà sottoposta al controllo. Sì che gli eventi ( vecchi quasi di nove anni), che sono il motivo di il tale controllo e il seguente arresto del top’ manager del gruppo “Menatep” non hanno avuto luogo al giorno d’ oggi. Sì che questi eventi hanno per lo più un carattere civile. Sì che tutti si rendono conto che l’ arresto del direttore della compagnia maggiore con un’ accusa non ancora fondata è un passo veramente eccessivo, e nelle condizioni di scalpore esistente è un colpo basso per la reputazione di qualsiasi azienda. Sì che le modalità in cui agiscono le autorità svolgendo la causa JUKOS non sono perfette dal punto di vista giuridico. Tutto ciò è giusto. Ma le autorità sono sicure di aver ragione, e al giorno d’ oggi basta essere sicuri per svolgere tali cause.
    Fra pochissimo tempo si verra’ a sapere se tutti i metodi elaborati funzionano, se la compagnia russa più attraente per gli investitori può mantenere lo status quo in futuro. Tutto ciò dipenderà da come la compagnia petrolifera costruira’ la propria linea di difesa, e se sarà pronta alla resistenza. Vedendo il modo attento in cui lavora l’ufficio stampa della JUKOS, il modo sobrio in cui parlano gli rappresentanti della compagnia, diventa ovvio che non si puo’ provocare il direttore agli atti sconsiderati.
    Nella dichiarazione dell’ ufficio stampa della JUKOS fatta il 18 Luglio 2003 si dice che “... la cosidetta “causa di Platon Lebedev”, ed anche la “causa per evasione fiscale” non hanno nessuni motivi legittimi e tutti, compresi i dipendenti della Procura Generale, si rendono conto di non avere nessuna prospettiva. Quindi la JUKOS è sicura che le cause indicate “sfumeranno”, senza arrivare in tribunale. ... La JUKOS esprime sicurezza che le azioni della Procura Generale ricevano presto il giudizio legale.” L’unica cosa che ci è rimasta è quella di augurarci che il servizio giuridico della JUKOS realizzi tutto il necessario per confermare questa affermazione. Ma purtroppo, se ciò succede, non sarà cosi’ “presto”, e il danno causato per quel tempo non solo alla reputazione della compagnia, ma anche alla reputazione della Russia sarà più notevole.
    Purtroppo, adesso le azioni della Procura Generale (adesso è apparsa l’ informazione che gli altri enti come il Ministro di Finanza e altri sono stato coinvolti nel controlla della attività della JUKOS) possono portare alla repressione dell’ iniziativa comerciale e civile, della libertà dell’ impresa, e possono anche riportare la Russia al rischio delle perdite del capitale e delle pesone più intraprendenti e brillanti.

in alto <<  ARTICOLO PRECEDENTE      ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "POLITICA"
Berlusconi: aboliamo i visti ¦  L’attacco contro Yukos, braccio di ferro per i soldi dei petrolieri ¦  Alimgian Tokhtakhunov, “Taivancik”, è tornato in Russia ¦  Aumentano i rapimenti ¦  Elezioni in Cecenia
Rambler's Top100    Rambler's Top100