Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Dove siamo
 
Numero 1(81)
Il dollaro precipita nell’abisso?

    Molti di quelli che sono tornati dalle vacanze di Capodanno hanno dovuto incontrare una brutta sorpresa: nei primi giorni di gennaio, mentre un euro costava circa 37 rubli, il dollaro è sceso sotto il 29.
    L’inizio dell’anno è stato segnato da due impennate nei mercati internazionali, che hanno comportato tali cambiamenti nel mercato valutario. Il dollaro è calato ancora di più rispetto all’euro, il che ha avvicinato il rapporto tra le due valute alla quota 1,3, impensabile solo sei mesi fa. Sebbene i rappresentanti dei Paesi europei abbiano già dimostrato di essere preoccupati di questa situazione, siccome ne risultano danneggiati i produttori di conseguenza i conti pubblici degli Stati dell’UE, in realtà gli europei non hanno a disposizione una vasta scelta di mezzi che potrebbero influenzare il rapporto tra le valute. Le imminenti elezioni presidenziali negli USA saranno accompagnate dai nuovi scandali attorno al Presidente Bush e dalle accuse mirate contro la sua politica economica, già fatte da George Soros. Per questo motivo c’è da prevedere che almeno nel primo semestre dell’anno il dollaro non potrà rimontare nei confronti dell’euro.
    A maggio del 2004 peraltro l’Unione Europea si estenderà, accogliendo dieci Paesi dell’Europa Centrale e dell’Est. Visto che la Banca Centrale europea anche oggi affronta interessi contradditori dei Paesi diversi, l’estensione dell’UE rischia di portare nuove difficoltà nella questione inerente al coordinamento della politica economica unitaria. In questo modo, il mese di maggio del 2004 può diventare un momento cruciale per la situazione del mercato valutario.
    Ma il rafforzamento del rublo rispetto al dollaro verificatosi ai primi di gennaio, è dovuto, oltre all’indebolimentio del dollaro all’estero, anche all’impennata dei prezzi del petrolio all’inizio dell’anno. A metà gennaio, il costo di un barile di Brent ammontava a circa 32 dollari, una cifra che ha superato il record di 10 anni fa. Quest’aumento dei prezzi del petrolio è una reazione alla posizione dell’OPEC, la quale ha dichiarato di non avere intenzione di far incrementare le estrazioni, perché i prezzi attuali non sono esagerati, ma riflettono la svalutazione del dollaro rispetto ad altre valute. In altre parole, ne consegue che fin quando il dollaro rimarrà debole nei confronti dell’euro i prezzi del petrolio resteranno al livello di circa 30 dollari al barile, e che solo dopo il cambio di rotta nel mercato valutario è possibile una loro riduzione.
    Parlando della dinamica del rublo sul mercato interno della Russia viene fuori che nel corso del primo semestre dell’anno il tasso di cambio del rublo, influenzato dal dollaro debole e dai prezzi alti del petrolio, può rafforzarsi di parecchio: nella peggiore delle ipotesi, fino a 27 rubli per un dollaro, nella migliore delle ipotesi, fino a 28 rubli per un dollaro. Ma dopo il rafforzamento del dollaro susciterà il calo dei prezzi del petrolio, e questi due fattori avranno un effetto contemporaneo sul tasso di cambio rublo/dollaro, il che potrebbe comportare un ritorno rapido a quota 29 rubli per dollaro. Proprio questo tasso di cambio va atteso per ora verso la fine del 2004, ma ciò succederà solo se cambia la congiuntura internazionale. Se ciò non avverrà, allora, ahimé, ci aspetta il tasso di cambio di 26 rubli al dollaro verso fine anno.
    Reagendo alle modifiche della congiuntura, le banche russe già adesso riducono i loro tassi d’interesse. In particolare, la Sberbank ha ridotto i tassi sui propri depositi il 12 gennaio. Di conseguenza, la banca ora paga sul deposito pensionistico di un anno l’ 8% invece del 10% di prima. Le altre banche, pur offrendo dei tassi d’interesse un po’ più alti, si sono affrettate a ridurre la redditività sui loro depositi. Ciononostante, per ora nessuna banca osa proporre per i depositi in rubli una redditività più bassa che per i depositi in dollari, benché tale intervento sarebbe una mossa assennata, tenendo conto del rafforzamento nominale del rublo. Ma ciò avverrà senz’altro. Secondo alcune informazioni, le banche private ora esaminano la possibilità di alzare i tassi sui depositi in dollari, visto che la loro necessità di dollari è aumentata bruscamente negli ultimi tempi: infatti, i clienti che vedono il rublo rafforzarsi sempre di più, ora preferiscono farsi finanziare proprio in valuta estera.
    Ai risparmiatori privati, quindi, si potrebbe ora raccomandare di fare dei depositi di sei mesi o di un anno in rubli, e a coloro che dalle banche si fanno dare dei crediti, prenderli in valuta. Nel contempo, non va dimenticato che il mercato valutario è diventato negli ultimi tempi molto volatile: se il tasso i cambio del rublo si rafforza velocemente rispetto al dollaro, anche la sua svalutazione in futuro sarà rapida. Ma sembra ovvio che sarà più prudente discutere di quest’argomento solo verso il 2005.

in alto <<  ARTICOLO PRECEDENTE      ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "FINANZA"
Che ne sarà dei superprofitti del petrolio? ¦  Il Governo Russa ha deciso i criteri di riorganizzazione del funzionamento e dello sviluppo dell Sistema Energetico ¦  L’economia russa sta bene: i risultati del 2003 e le previsioni generali per il 2004
Rambler's Top100    Rambler's Top100