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Numero 1(81)
La Russia tra l’Europa dell’Est e l’Europa Occidentale

    Pare che il sogno segreto dell’Europa di un’alleanza ancora più stretta non possa avverarsi. Non perché nella bozza dell Costituzione europea non è stata fatta menzione della parola “federalismo”. E non per la diversità dei punti di vista sulla situazione irachena. E non per i contrasti che esistono fra la nuova Europa proamericana e la vecchia Europa più scettica. E neanche per le ultimissime discordanze sul diritto di voto di diversi Paesi. Secondo alcuni esperti, il motivo vero dei disaccordi è la Russia.
    Dal punto di vista della maggior parte dei Paesi europei, la Russia attualmente vive una ripresa economica, diventando sempre più vicina all’Occidente. L’Europa è contenta di avere un fornitore affidabile di gas e petrolio. Berlino e Parigi sono state particolarmente felici di trovare in Mosca un alleato nel contrasto con la mancanza totale di diplomazia nella politica dell’amministrazione di Bush.
    Molto diversamente vedono la situazione i Paesi dell’Europa dell’Est. La regione di Kaliningrad è sede di un disastro economico, un centro della criminalità organizzata e insieme, una grande base militare russa. I Paesi di confine sono la Bielorussia e la Moldavia, due Stati decadenti, visti dalla Russia come l’estero più vicino. Sembra più probabile che la situazione in questi Paesi diventi peggiore piuttosto che migliore.
    Questi punti di vista sulla Russia, radicalmente diversi, sono appunto quella pietra d’inciampo che divide la nuova e la vecchia Europa, l’Est e l’Occidente. In realtà, secondo quanto afferma Toomas Hendrik Ilves, l’ex Ministro degli esteri dell’Estonia, la scissione dell’Europa a causa dell’Iraq sarebbe sopravvalutata. “Praticamente non esistono divergenze fra noi e l’Unione Europea in merito al rapporto con gli Stati Uniti. Il problema che divide veramente la nuova e la vecchia Europa è quello dell’atteggiamento pericoloso, ingenuo e sereno dell’Occidente nei confronti della Russia”, aggiunge Ilves.
    L’Europa dell’Est ha una storia lunga del rapporto con la Russia. Mosca ha accettato assai malvolentieri l’indipendenza degli Stati baltici e dell’Europa dell’Est, che erano occupati dall’Armata Rossa dal Dopoguerra al crollo del comunismo nel 1989. Anche oggi Mosca conduce una guerra diplomatica di grande portata con la Lettonia nell’interesse della popolazione russa residente in questo Paese.
    La Bielorussia vicina, un Paese ridotto alla miseria, che commercia armi, con un regime autocratico, dipende quasi completamente dalle forniture russe di petrolio e gas. Se il Paese si scinde (e secondo molti esperti, ciò succederebbe sicuramente), non si sa, quali saranno gli eventuali effetti, e se la Russia avrà in questo una parte costruttiva. Sono preoccupanti anche gli sforzi della Russia mirati a far coinvolgere la Bielorussia e la Moldavia in una nuova alleanza, il cui concetto viene promosso dalla Russia, nonché il supporto alle regioni separatiste della Georgia.
    Nel suo rapporto con la Russia che tende sempre di più all’autoritarismo, l’Unione Europea non menziona la preoccupazione dell’Europa dell’Est. L’UE dimostra di essere troppo cauta, non volendo discutere con la Russia di questioni serie. L’anno scorso, l’accordo sul transito senza visti a Kaliningrad attraverso la Lituania è stato abolito all’ultimo momento, grazie agli sforzi della Lituania e di altri Paesi vicini che temono l’aumento dei flussi del contrabbando, la crescita della criminalità organizzata e dell’immigrazione. Nonostante le obiezioni dei nuovi membri, tra Mosca e Bruxelles continuano le trattative tese alla conclusione del trattato sugli spostamenti senza visti. Quando la Francia e la Germania si sono schierate con Putin sull’atteggiamento da tenere nei confronti dell’Iraq, senza aver sentito i futuri membri dell’Unione Europea siti nell’Europa dell’Est, i polacchi ed altre nazioni hanno visto in questo gli echi delle alleanze di una volta, alle quali essi non partecipavano.
    I dirigenti attuali dell’UE, capeggiati dal premier italiano Silvio Berlusconi, hanno confermato i loro timori per il fatto che si voglia assecondare Putin. Al vertice Russia-UE, svoltosi a Roma a novembre, i membri dell’UE non hanno applicato le raccomandazioni della Commissione Europea sulla condanna della situazione in Cecenia, definita “genocidio” dalle organizzazioni dei diritti umani.
    Si prevede che dopo l’ingresso dei Paesi dell’Europa dell’Est nell’Unione Europea, le dicordanze sui rapporti transatlantici e sui problemi dell’ antiterrorismo perderanno pian piano la loro importanza. Ma la Russia continua ad essere un problema attuale. “I Paesi dell’Europa dell’Est non entreranno in disputa con la Francia o con la Germania a causa della politica americana”, sostiene Ilves. “Ma se vedremo che l’UE conduce nei confronti della Russia una politica che ci minaccia, le saremo contrari”.
    Il problema è che l’Unione Europea, chiusa in sé, non ha un piano strategico mirato a stabilizzare la situazione in Russia, o a mettere a posto i vicini instabili all’Est. “Dov’è, infatti, un ordine del giorno chiaro, coerente, unico dell’UE per cio’ che concerne lo sviluppo dei rapporto a lungo termine con l’Ucraina, senza parlare della Moldavia?”, chiede Hither Grabbe, il capo del reparto di ricerca del Centro per le riforme europee di Londra. I Paesi dell’Europa dell’Est non esiteranno ad entrare in conflitto per costringere l’UE a dar loro un aiuto o a elaborare una politica di un “amore rigido” nei confronti della Russia.
    I prossimi mesi faranno vedere quanto duri vogliono essere i vecchi membri dell’Unione europea. Mosca ha dichiarato che non avrebbe applicato gli accordi esistenti, relativi al libero copmmercio, nel suo commercio con i nuovi membri dell’UE. Ciò metterà i Paesi dell’Europa dell’Est in una situazione molto svantaggiosa, la quale, secondo loro, sarebbe una specie di pena per l’ingresso nell’UE, ed essi hanno intenzione di chiedere all’UE una risposta collettiva. Coloro che pensano che la nuova Unione Europea estesa sia semplicemente una versione più grossa del modello precedente dell’Unione Europea, si sbagliano. E la Russia ne diventa il motivo in modo sempre più evidente.

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