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Numero 2(82)
La fine della integrazione?

    Sembra che il gioco dell’integrazione Russia-Bielorussia durato quasi 10 anni sia arrivato alla sua logica conclusione. In tutto questo tempo il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko avrebbe fatto sfoggio delle sue doti retoriche in discorsi sull’unione e sull’integrazione per ottenere dalla Russia prestiti senza interessi e risorse energetiche a prezzi ribassati, coprendo contrabbando & affini. Del resto, negli ultimi anni tali atteggiamentei avrebero reso piu’ dure le pretese dei politici moscoviti, stanchi di attendere l’inizio di un reale processo di unione. La fatidica goccia e’ stata la questione dell’accesso del capitale russo in Bielorussia. Qui Lukashenko in tutti i modi avrebbe tentato di impedire agli “stranieri” l’amministrazione reale delle imprese, riscuotendo da loro somme consistenti per la “partecipazione” all’attivita’ delle fabbriche. In tale situazione si e’ trovata anche la statale Gasprom, dalla quale il leader bielorusso ha richiesto 5 miliardi di dollari per gli stabilimenti di gas di proprieta’ della stessa. In risposta la Gasprom dichiara di vedersi in tal modo costretta ad applicare alla fornitura di gas alla repubblica le tariffe standard, cosa che per l’economia, gia’ non in ottime condizioni comporterebbe un duro colpo.
    Lukashenko, da parte sua rifiuta in tutti i modi qualsiasi sconto, sperando di spuntarla. Va a finire che la Gasprom sospende la fornitura di gas alla Bielorussia. Con questo pero’ non si interrompe la fornitura all’Europa; viene semplicemente effettuata attraverso Ucraina e Lituania, contente di poter rimpinguare le proprie finanze grazie alle tasse di transito. Alla fine Lukashenko e’ costretto ad arrendersi. Ma lo fa con tono sfacciato, dichiarando all’assemblea del Consiglio dei ministri bielorusso che a rimetterci nella necessaria manovra di risanamento finanze saranno i bambini e gli anziani. Questa ed altre dichiariazioni del leader bielorusso avrebbero esaurito la pazienza persino dei funzionari del MID, di solito concilianti nei confronti delle monellerie del proprio leader dei paesi SNG. Nel MID russo si definiscono le parole del presidente Lukashenko riguardo alla fornitura di gas alla Bielorussia “provocatorie”. Nella dichiarazione preparata dal MID si sostiene che durante gtli ultimi mesi l’atteggiamento del governo bielorusso nei confronti del problema sarebbe stato deliberatamente finalizzato all’approdo alla presente crisi.
    “Nononstante tutti gli sforzi della Gasprom volti ad individuare uan soluzione equa ed economicamente razionale, Minsk ha continuato a dichiararsi a favore di quelle varianti risolutive che comporterebbero di fatto perdite finanziarie da parte russa. Politicizzando artatamente il problema i governanti bielorussi hanno ostacolato il raggiungimento di un accordo accettabile da ambo le parti”, si precisa nel documento. Si sottolinea in tal modo come Lukashenko tenti di attribuire alla Russia la responsabilita’ per quegli “errori strutturali nella politica interna ed estera del paese che ne frenano lo sviluppo socio-economico, che a livello internazionale hanno gia’ portato la Bielorussia all’isolamento”, e che “trascurando gli interessi del popolo bielorusso portano ad un inasprimento dei rapporti con la Russia”.
    Quindi si puo’ dire che l’idea nata morta del governo Sovietico con tutta probabilita’ sia destinata a rimantere un miraggio. La perdita da parte di Lukashenko del sostegno dell’elite russa, in concomitanza al praticamente compleeto isolamento da parte dell’Occidente puo’ portare ad una rapida caduta del suo regime.

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