Numero 2(82)
La commedia di Ribkin
Gli elettori si annoiano: via allo spettacolo
Sembra che vi siano state delle lamentele per il fatto che le elezioni del presidente della Russia siano state sentite da qualcuno – dal signor Bogin o dal FSB non ha importanza. La noia caratterizzante la campagna elettorale e’ interamente scomparsa, tuttavia l’intrigo che l’ha sostituita ha preso l’aspetto di una farsa.
Al suo centro e’ Ivan Rybkin, l’ex segretario del Consiglio di Sicurezza e portavoce della Duma, vicino all’oligarca caduto in disgrazia Boris Berzovskij. Ad un certo punto sembrava addirittura che Rybkin sarebbe diventato il piu’ serio censore dell’attuale presidente, con le sue denuncie ai compromessi e patteggi di vario genere accumulatisi negli ultimi quattro anni.
Tuttavia, all’apice di quest’opera di smascheramento il signor Rybkin improvvisamente ed inaspettatamente sparisce. La sera del 5 febbraio si accommiata da quelli del suo quartier generale, dopo di cio’ diventa praticamente irreperibile; l’8 febbraio sua moglie si rivolge alla polizia. Lo cercano per tutta Mosca e dintorni polizia giudiziaria moscovita, procura e UFSB. Tra le voci che cominciano a circolare a due giorni dalla sparizione naturalmente guadagnano sempre piu’ credito le supposizioni di un’eliminazione o di un rapimento del candidato probo ad opera dei servizi speciali. Tuttavia, nel momento in cui le chiacchiere raggiungono il culmine il 10 febbraio il signor Rybkin ricompare … in Ucraina, spiegando di essrecisi recatro al semplice scopo di fare un po’ di vacanza, e di non avere sospettato minimamente di essere ricercato. Una tale rientrata in scena sciocca moltri membri del mondo politico russo, oltre che i suoi stessi collaboratori e persino sua moglie, che si limita a pronunciare la frase “ … povera Russia, se mai dovessero governarla tali individui …”.
Tra l’altro, come hanno osservato i giornalisti, l’ex segretario dell’SB non ha per nulla l’aria di essersi riposato granche’, e le sue spiegazioni in merito all’accaduto sarebbero confuse e vaghe. All’areoporto Sheremetevo Rybkin avrebbe un’aspetto provato, e di fronte ai giornalisti compare in occhiali da sole, nonostante l’ora tarda e la stagione invernale. E gia’ dopo qualche giorno, a Londra accanto a Berezovskij, la sua versione inerente il suo soggiorno a Kiev gia’ cambia dal giorno alla notte. Ora racconta di avere trascorso a Kiev quattro giorni in stato di incoscienza e sotto l’effetto di narcotici. “Mi hanno attirato laggiu’ con un pretesto; pensavo di andare ad incontrare Aslan Maskhadov, - spiega il candidato alla presidenza -, mentre invece poi mi hanno rapito e somministrato dei narcotici. Sono rimasto inconsciente per quattro giorni interi”. Inoltre dopo essere rinvenuto, usando le parole di Rybkin, egli sarebbe stato costretto da due sconosciuti armati a guardare un “video ripugnante” che l’aveva per protagonista. “Il video e’ stato girato allo scopo di copromettermi”, spiega. In risposta alle insistenti domande dei giornalisti riguardo a dove o in mano a chi si trovi il video ora Rybkin dichiara di non avere nessuna intenzione di parlarne. Anche se, come da tradizione russa, e’ chiaro che si tratti probabilemtne di immagini di ragazze facili in compagnia di “un uomo somigliante a …”. Contemporaneamente Rybkin, non escludendo immediatamente il ritiro della sua candidatura al suo rientro esprime il fermo proposito di ingaggiare una lotta attiva e senza compromessi anche dall’estero per la conquista della piu’ alta carica governativa russa.
Decisamente troppe stranezze, in questa storia. Innanzitutto non e’ chiaro perche’ Aslan Maskhadov sarebbe dovuto recarsi a Kiev, quando avrebbe potuto benissimo delegare la questione al suo rappresentante Akhmed Zakaev residente in Europa, col quale, per altro, Rybkin si incontra con regolarita’. I. Rybkin non ha neanche chiarito che cosa volessero quei famigerati autori del “ripugnante video”, e perche’ mai l’avrebbero rilasciato tanto in fretta. Oltre a cio’, la conferma della somministrazione di narcotici sarebbe giunta dall’ex collaboratore dell’FSB Aleksandr Litvinenko, gia’ compagno d’armi di Berezovskij e personaggio alla fin fine con poco se non nulla da perdere. La maggioranza degli esperti sembra ritenere la storia della sparizione di Rybkin una farsa escogitata da Boris Berzovskij per attirare l’attenzione su di se e discreditare Putin. Tuttavia potrebbe esserci un’altra variante interpretative: “la sparizione” potrebbe essere stata organizzata dallo stesso Rybkin allo scopo di giustificare il ridimensionamenteo della sua partecipazione alla campagna elettorale. Ma in ogni caso, rapimento o farsa, la storia tragicomica di Rybkin avrebbe minato ancor piu’ la fiducia della popolazione nei politici e nelle elezioni, che ormai da molti vengono associate a un completo imbroglio. E da qui non si e’ lontani dal deliberato boicottaggio delle elezioni e del completo oblio delle procedure democratiche.
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