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Numero 5(85)
Giudicare e premiare

    E’ facile discernere la situazione di qualsiasi attività artistica, in qualunque Paese del mondo, anche senza entrare nel dettaglio.
    Basta calcolare il numero dei premi e dei concorsi, esaminare il loro calibro e la validità. Il cinema russo ad esempio ha molti premi professionali e festivals, ma di veramente grandi neanche uno. Ciò è caratteristico per la situazione del cinema russo di oggi: dopo un lungo intervallo i cineasti si sono messi a fare film, hanno aumentato la produzione, hanno lanciati molti progetti interssanti, ma non è ancora stato raggiunto il livello generale che ci vorrebbe. Il numero dei premi in campo teatrale è forse anche maggiore: Melpomene è varia e benevola nei confronti del teatro russo, quindi ci sono e ci saranno artisti teatrali degni di essere premiati.
    I lettrati russi hanno i loro premi grandi e piccoli, alcuni dei quali non portano ai vincitori nenche una lira, ma sono molto autorevoli. Anche i musicisti di ogni sorta, ballerini classici e moderni, hanno i loro “tribunali” e premi. L’arte figurativa invece è trattata peggio da questo punto di vista. Perché? Forse nessuno osa decidere cosa va bene e cosa non va nella sfera delle belle arti ? In un certo senso e’ proprio così. Per inerzia esiste (ma forse esisterà sempre) il premio Statale, con il suo meccanismo di promozione, con il sistema trasparente fino al momento della mostra preliminare che presenta una specie di “short list”, cioè una selezione finale dei pretendenti, e con il successivo arbitrio assoluto, quando la giuria si consulta in modo riservato. Nascono spesso e si spengono nel corso di un solo anno i nuovi tentativi di giudicare e di premiare, come il premio «General Satellite», che veniva aggiudicato l’anno scorso durante la fiera “Art-Moskva”. Gli sponsors non avrebbero dato soldi per il secondo anno. Il premio dell’”Art-Moskva” per ora è l’unica alternativa alla premiazione statale.
    Il successo che ha avuto la fiera dell’arte moderna, che ha avuto luogo alla fine del maggio scorso, ha dimostrato che il mercato artistico si sta mettendo a posto. Le vendite hanno superato tutte le aspettative e hanno varcato la soglia di 2 milioni di dollari (tenendo conto di tutte le operazioni, rinviate alla fine della fiera). Seguendo la parte meteriale della cosa, ma forse anche prevenendo mutamenti economici, sta cambiando l’arte stessa. Il ritorno ai principi dell’opera a cavalletto, dimenticati nell’arte della rottura radicale della creazione figurativa, è integrato dalla domanda crescente di arredi d’ interni. Il boom edilizio sta venendo meno, bisogna abbellire le abitazioni, ed ecco che i nuovi ricchi russi si sono mossi verso le fiere artistiche e le gallerie. Sullo sfondo del benessere nascente, appariva assai simbolico il nuovo premio nel campo delle arti su cavalletto: “Maestro”. La premiazione finale e la mostra dei vincitori hanno avuto luogo nel centro culturale e di divertimento “Arbat” sul corso Novyj Arbat. Qui sono stati premiati Nina Kotel che ha avuto il premio del Consiglio degli esperti nella nomination “grafica”, Konstantin Batynkov che ha conquistato il premio nella stessa nomination, ma secondo l’opinione della giuria dei critici d’arte e gionalisti.
    Il terzo vincitore che ha guadagnato il riconoscimento di entrambe le giurie nel settore “pittura” è Mikhail Roghinskij. Il pittore che dal 1978 abita a Parigi, da poco tempo partecipa alla vita espositiva di Mosca. La sua grande mostra personale, svoltasi nel 2002 alla Galleria Tretiakov, ha stupito parecchie persone. In Russia quasi nessuno ha mai visto tale Roghinskij, noto delle sue opere giovanili e finito, grazie ad esse, tra i classici del non conformismo. I nuovi quadri dipinti all’estero, ma che descrivono la stessa realtà, quella di Mosca, dei suoi uomini e delle sue donne, delle sue case, dei sui tram, delle sue cucine, sono stati quasi una rivelazione. L’abilità artistica e la sagacia si sono composte in una pittura penetrante, ma anche molto tranquilla, almeno ad un primo sguardo. E’ veramente bello che i critici d’arte, i pittori e gli storici d’arte famosi siano stati unanimi nella loro scelta, anche perché Roghinskij che ora si trova a Parigi ed è gravemente malato ha proprio bisogno di tale sostegno da parte dei suoi connazionali.

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