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Numero 5(85)
Rissa per il diritto di voto
I comunisti e gli uomini di “Yabloko” sono venuti a pugni con la polizia


    La mattina del 2 giugno, sotto la sede della Duma di Stato in Okhotnyj Riad, si è svolto un comizio dei sostenitori del Partito comunista della Federazione Russa e del partito Yabloko, sfociato in scontri con la polizia, comunica l’inviato parlamentare del giornale internet Grani.ru.
    Alla manifestazione hanno preso parte circa 200 persone che contestavano l’approvazione del progetto legge sul referendum, preparato dal Presidente. Il progetto di legge doveva essere esaminato, in prima visione, giovedì, 4 giugno. I comizianti tenevano in mano manifesti con scritte come : “No all’infamia del potere”, “Libertà alla democrazia!”, “Potere ai soviet!”, “No allo Stato poliziesco!”. I pensionati che hanno partecipato al comizio esponevano slogan del tipo: “Putin, togli i miliardi agli oligarchi, e lascia le agevolazioni per i veterani” e “Putin e Luzhkov sono peggio di Napoleone ed Hitler: questi non sono riusciti a vincerci, quelli invece per far piacere agli USA squartano la Russia con le sole riforme. Via gli occupanti!”. I comizianti gridavano: “Il fascismo non passerà!”, “Tutto il potere ai Soviet!” ed altri slogan scanditi.
    Gli organizzatori dell’iniziativa in conformità alla Costituzione avevano informato le autorità della loro intenzione di svolgere il comizio, ma non avevano ottenuto un relativo permesso. La polizia ha recintato l’area di fronte alla Duma, per cui l’iniziativa si è svolta all’angolo della via Tverskaja e dell’Okhotnyj Rjad. Quando i comizianti avevano cercato di passare oltre il recinto, la polizia ha fermato quattro partecipanti all’iniziativa: Ivan Melnikov (Partito comunista), Aleksandr Kuvaev (primo segretario del Comitato cittadino di Mosca del Partito comunista), Ilia Yascin (“YABLOKO” giovani) e Serghej Udaltsov (il leader dell’Avanguardia della gioventù rossa, organizzazione giovanile della “Trudovaja Russija” di Anpilov).
    E’ cominciata una rissa, nel corso della quale i comizianti si sono ripresi i tre arrestati alla polizia. Il progetto di legge predisposto dal Presidente cambia notevolmente le norme di svolgimento del referendum. Invece di un solo gruppo di promozione, bisognerà crearne come minimo 45 in diverse regioni, con 100 persone in ciascuno.
    Solo dopo che i sottogruppi saranno stati registrati in più della metà delle regioni federali, i promotori del referendum hanno il diritto di rivolgersi alla Commissione centrale elettorale con la domanda di registrare un gruppo promotore. Ciò, poi, deve avere luogo a non più di due mesi dalla registrazione del primo sottogruppo regionale.
    Il progetto legge precisa, quale dev’essere un elenco di documenti da presentare a ogni fase di registrazione. Inoltre, il tempo di raccolta di 2 milioni di firme a favore dell’iniziativa del referendum si riduce da tre a due mesi.

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