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Numero 4(49)
(Non siamo piu)
Figli di N.N.


    Abbiamo festeggiato il Natale 2001 con la fotografia, in prima pagina, del Ministro Mirko Tremaglia travestito da Babbo Natale. Qualcuno ha ritenuto eccessiva la scelta.
    Ma parliamoci chiaro: chi e’ innostraniz, in Russia, ha una marea di problemi. Gli stranieri, anche se di provenienza DOC sono ospiti sgraditi e senza altra possibilita’ di integrazione se non quella di abbandonare la propria cittadinanza e diventare russi.
    Fare cose normali, acquistare una abitazione o un’ auto, a proprio nome, e’ quasi impossibile. Per ottenere il permesso di lavoro, anche per dirigere le proprie aziende e’ necessario sottoporsi all’esame per l’AIDS. Niente pensione, assistenza sanitaria, legale, nessun diritto civile, in due parole, siamo fantasmi. Tutto cio’ nonostante molti di noi e molte nostre aziende abbiano investito, qui, sforzi e denari e nonostante gli sconti e i finanziamenti operati dall’Italia all’economia russa. Capisco i Russi: fanno politica giocando a scacchi. Mai dare vantaggi all’avversario, sopratutto se questo e’ sciocco e li cede tutti, senza nulla chiedere.
    Capisco meno il nostro Stato o l’Unione Europea che mostra i muscoli e fa pomposi autogol sulla questione morale, vedi Cecenia e sul resto tace. La futura, logica, possibile e magari necessaria integrazione di mercati e perche’ no, politico-militare con Russia, deve essere preparata cominciando a chiedere, ora, duramente, rispetto e reciprocita’ di trattamento nei confronti dei propri cittadini e dei loro interessi. Voltare pagina e’ certamente complicato. Significa cambiare politica e magari perdere gli “amici” interessati al mantenimento di un comodo status quo. Le nuove idee di Berlusconi sul ruolo della diplomazia, in appoggio al lavoro italiano all’estero, sono sacrosante. La legge, fortemente voluta da Tremaglia, altrettanto.
    E, quindi, benvenuto il voto dei cittadini all’estero, benvenuti i collegi elettorali, benvenuta la possibilita’ di valere, magari solamente un po’ di piu’ del niente attuale. Perche’ i nostri problemi, le esigenze, le speranze avranno una sede dove potersi esprimere.

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