Numero 4(49)
Scandaliadi-2002
Se il barone Pièrre de Coubertin, fondatore del movimento olimpico moderno, sperava che la sua creatura diventasse una competizione ideale, i centosei anni passati dalle prime olimpiadi del 1896 hanno mandato in fumo quei sogni.
Le ultime Olimpiadi a Salt Lake, trasformatesi in uno scandalo senza fine, ne hanno fornito prove particolarmente convincenti.
Ciò, del resto, era stato facile da prevedere anche molto prima dell’inizio dei Giochi, quando era scoppiato uno scandalo per il fatto che i membri del comitato organizzativo locale distribuivano bustarelle, convincendo i membri del COI a svolgere le Olimpiadi proprio a Salt Lake.
Tutto è cominciato dal pattinaggio-figurato. Le medaglie d’oro nel pattinaggio a coppie, con il vantaggio di un solo voto, le ha ricevute la coppia russa, Elena Berezhnaia e Anton Sikharulize. I canadesi che sono arrivati secondi, però, hanno sollevato uno scandalo, al quale non si è vergognato di partecipare nemmeno il premier del Canada (che in quei giorni ha visitato Mosca), sostenendo che la medaglia d’oro dovesse essere consegnata proprio ai suoi connazionali, ma che gli arbitri, corrotti dai russi, avevano deciso contro i canadesi. L’attenzione è stata centrata sull’arbitro francese Marie-Rain Le Gougne, accusata di aver arbitrato con parzialità a favore della coppia russa. Le Gougne avrebbe confessato di essere stata costretta a giudicare a favore dei russi. Intanto, i mass media russi ed alcuni occidentali citavano una sua affermazione assolutamente opposta: sarebbe stata costretta a dare preferenza ai canadesi. Sotto le pressioni potenti dell’“opinione pubblica” i funzionari sportivi hanno ceduto, operando una violazione inaudita delle regole: sono stati urgentemente prodotti e consegnati i duplicati dell’“oro” russo. E’ stato creato, in questo modo, un precedente assai allettante. Ma ciò non è stato sufficiente per i canadesi, i quali, ottenendo il successo, si sono messi ad insistere che proprio le loro medaglie d’oro fossero riconosciute uniche e vere, e che la coppia russa dovesse essere fatta retrocedere al secondo posto. Tuttavia i funzionari del COI, un po’ sbigottiti da tale insolenza, questa volta non hanno ceduto.
Ma a confronto di quanto è venuto dopo, ciò sembra ormai latte e miele…
Irina Lobaciova e Ilia Averbukh che venivano considerati, sempre nel pattinaggio-figurato, i più sicuri pretendenti alle medaglie d’oro, sono stati spostati in seconda posizione, a favore della coppia francese. Non appena la sciatrice Iulia Cepalova ebbe ricevuto il suo oro, la stessa “opinione pubblica scandalizzata” si mise a mettere in giro le voci circa i presunti doping test positivi della sportiva russa.
I limiti della pazienza dell’élite russa sono debordati al momento della penalizzazione di tutta la squadra russa delle sciatrici, tolta dalla staffetta, dopo che nel sangue di Larissa Lazutina era stato trovato un eccessivo livello di emoglobina, il che avrebbe dimostrato l’uso del doping. Nonostante fosse possibile sostituire Lazutina con un’altra sciatrice, la partecipazione alla staffetta è stata proibita a tutta la squadra. Subito dopo aver avuto questa notizia, Vladimir Putin ha telefonato a Leonid Tiagaciov, presidente del Comitato Olimpico della Russia, e ha richiesto, a detta del dirigente sportivo, di difendere in modo più deciso gli interessi del Paese. I funzionari, spaventati sul serio, si sono prontamente incontrati con Jacque Rogge, capo del COI, per chiedergli di rimettere in riga le federazioni sportive i cui arbitri erano stati giudici contro i russi, nonché di scrivere una lettera a Putin con il chiarimento sulla posizione del COI riguardo alla prepotenza degli arbitri che si era manifestata in modo così evidente alle Olimpiadi. In caso contrario, i funzionari hanno minacciato di far rientrare anticipatamente la nazionale olimpica russa da Salt Lake. Tiagaciov ha anche dichiarato che, a causa dell’arbitraggio parziale alle Olimpiadi, la nazionale russa, insieme ad altre squadre discriminate, avrebbe potuto cominciare a svolgere Olimpiadi separate. La seconda minaccia era assai più seria, dato che in questo caso il COI poteva facilmente perdere alcuni sponsor.
Il capo del COI ha promesso di andare in fondo al problema e di inviare al Presidente della FR una lettera ufficiale. L’ha inviata davvero, ma ha sbagliato il nome di Putin: il dispaccio è indirizzato ad “A. Putin”.
Il giorno dopo, i più importanti giornali stranieri sono usciti con testate sul “riscatto” da parte dei russi, mentre i funzionari del COI hanno affermato che era stato “un effetto di emozioni estremamente forti”. Inoltre, letteralmente alcune ore dopo la conferenza stampa è successo un nuovo scandalo, di nuovo nel pattinaggio-FIGURATO, questa volta individuale. Quando l’americana Michelle Qwan, “tirata” a più non posso dagli arbitri verso la medaglia d’oro, era caduta durante il programma libero, è stata rimpiazzata con urgenza da Sarah Huse che ha fatto un miracoloso salto dal quarto al primo posto. E la russa Irina Slutskaia il cui programma, come minimo, non era peggiore di quello della campionessa appena sfornata, è risultata seconda. La Federazione del pattinaggio artistico della Russia, naturalmente, ha richiesto la revisione dei risultati e, in base, al precedente con i canadesi, la consegna dell’“oro” “parallelo”, ma senza risultato.
Finalmente, la mattina del 22 febbraio, ha visto la luce la dichiarazione di Vladimir Putin. Il leader russo ha rilevato di dividere “in tutto e per tutto” l’opinione secondo la quale alle Olimpiadi invernali a Salt Lake “si prendono decisioni preconcette e si arbitra in modo partigiano”.
Inoltre, Vladimir Putin ha criticato i dirigenti della nostra delegazione olimpica. Putin ha dichiarato di essere “sorpreso della posizione passiva assunta dal Comitato olimpico nazionale e dai rappresentanti russi presso il Comitato olimpico internazionale”. Putin ha detto ai giornalisti di aver “saputo con gran meraviglia” che una delle federazioni del COI aveva firmato un accordo con la NHL, secondo il quale soltanto gli arbitri della NHL potevano dirigere le partite olimpiche. “Stento a capire, a questo proposito, come sia possibile garantire un arbitraggio imparziale di qualità”, ha ribadito il Presidente. “Gli arbitri della NHL vengono dall’America del Nord, dovranno vivere e lavorare nell’America del Nord, per cui, nell’atmosfera di una pressione senza precedenti da parte dei mass media del Nord America, è difficile per loro essere onesti ed imparziali”.
L’indignazione non è stata manifestata solo dai pubblici ufficiali russi. Evelina Cristillin, vice presidente delle Olimpiadi 2006 a Torino, ha detto che “lo scandalo alle Olimpiadi bianche ha un carattere puramente politico”. “La delegazione di Torino si trova ai Giochi per cercare di evitare complicazioni e disguidi che hanno avuto luogo a Salt Lake alle prossime Olimpiadi invernali”, ha rilevato. “Nel nostro Paese cose del genere non possono ripetersi”, ha detto Cristillin, “perché l’Italia non si ritiene una grande potenza nella politica e nemmeno nello sport, e non ha intenzione di imporre la propria volontà ad altri partecipanti ai Giochi”. Anche gli atleti dall’Ucraina, dalla Bielorussia, dalla Lituania, dalla Corea del Sud e da molti altri Stati si ritengono vittime dell’arbitraggio parziale e delle azioni dei funzionari medici ed di altri. Così, le stime caustiche sulla condotta dei padroni delle Olimpiadi sono state pubblicate dai mass media britannici, francesi, spagnoli, giapponesi, austriaci, finlandesi, estoni e della Repubblica sudafricana.
In questo modo, l’indomabile passione degli americani per le medaglie ha provocato un fortissimo scoppio di atteggiamenti antiamericani in Russia, nato praticamente dal nulla. Le affermazioni dell’ambasciatore statunitense a Mosca Alexander Wershbow, secondo le quali le accuse di discriminazione degli atleti russi sarebbero “infondate”, se si considera il numero di medaglie conquistate dalla squadra russa alle Olimpiadi, ormai non cambieranno niente. L’ambasciatore, del resto, ha auspicato che i problemi sorti alle Olimpiadi di Salt Lake “possano non avere effetto” sui rapporti tra la Russia e gli USA. Ma è difficile che sia così. Anzi, è più probabile uno scenario contrario. Più facilmente le Scandaliadi potranno essere quel sassolino che farà rotolare giù dalla montagna i rapporti russo-americani, anche perché in un tempo breve si sono accumulate tante contraddizioni.
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