Numero 4(49)
Putin “revisiona” il governo?
Sembra che nella “revisione” del governo e, più precisamente, nella sua pulizia sia cominciata una nuova fase.
Vladimir Putin, in seguito alla relazione presentata dal primo ministro Mikhail Kassianov, ha firmato il decreto con cui nomina Ilia Klebanov ministro dell’industria, della scienza e delle tecnologie della FR, esonerandolo dalla carica precedente, quella di vice premier del governo.
La versione ufficiale dei motivi delle dimissioni di Klebanov è stata questa: la necessità di “concentrare gli sforzi sulla preparazione dei programmi relativi alla riforma delle industrie madri”. Le malelingue però hanno detto che a Putin era semplicemente finita la pazienza dopo che, proprio grazie a Klebanov, nel settore del complesso bellico-industriale era nato un grave scandalo che, in sostanza, consisteva in quanto segue. La marina militare ha stabilito un ordine per la costruzione di due navi da guerra presso l’azienda “Severnaia verf” di San Pietroburgo, i cui ingegneri ed operai avevano già costruito le navi su commesse cinesi. Ma la commissione interministeriale, presieduta dal vice premier Klebanov, ha deciso di consegnare la commessa, che vale un miliardo e mezzo, ad un’altra azienda, la “Baltijski zavod”, ignorando il desiderio diverso e chiaramente espresso del committente. Ciò ha già provocato le dure proteste da parte della Cina, mettendo a rischio l’esecuzione delle commesse, nonché il loro ottenimento in futuro. La storia diventa particolarmente scandalosa se si considera l’opinione di alcuni analisti, secondo i quali le potenzialità della “Baltijski zavod” non sarebbero sufficienti a rispettare pienamente gli impegni assunti. Naturalmente, in seguito a una svolta così improvvisa, qualcuno ha ipotizzato che nella posizione del vice premier ci fosse un certo interesse personale.
Kassianov, da parte sua, non può perdonare al suo ex vice una sgradevolissima storia relativa all’introduzione dei nuovi dazi doganali per le auto straniere usate e alla restituzione ai dirigenti della fabbrica automobilistica VAZ del pacchetto di maggioranza delle azioni della fabbrica, prima impegnato dagli stessi, con la contemporanea cancellazione dei loro debiti.
La prima degradazione di un oriundo pietroburgese nella storia della Russia di Putin ha generato le voci circa una possibile disaffezione del Presidente nei confronti della squadra di Pietroburgo e il suo graduale cambio di rotta verso la “vecchia guardia di Mosca”. I sostenitori di questa ipotesi circa i motivi delle “mezze dimissioni” di Klebanov rilevano che i “moscoviti”, Mikhail Kassianov e Aleksandr Voloscin anzitutto, non hanno nemmeno dovuto tessere le reti per un complicato intrigo da apparato. “Il problema è che una serie di “pietroburghesi” nel breve tempo da che occupano alte cariche a Mosca hanno già dimostrato la loro scarsa competenza. Si sono trovate le persone che sono riuscite a richiamare l’attenzione del Presidente su questo fatto”, afferma una fonte nel Cremlino.
Per giunta, contrariamente a quanto pensano molti, Ilia Klebanov non è un membro del gruppo di Pietroburgo. Klebanov è veramente arrivato a Mosca da Pietroburgo, ma già dai tempi in cui aveva lavorato nell’amministrazione della città, egli mantiene un buon rapporto con il governatore Vladimir Jakovlev, visto non di buon occhio, come si sa, da Putin. Secondo quanto ha comunicato Alexei Gromov, addetto stampa del Presidente, il Ministero delle ferrovie, il Ministero dell’industria atomica e il Ministero delle comunicazioni che prima facevano parte della “area di responsabilità” di Klebanov, ora saranno curati dal primo ministro Mikhail Kassianov. In questo modo s’intensifica molto l’influenza del premier, come anche i flussi finanziari che lui potrà controllare. L’ex vice premier continuerà a curare il complesso bellico industriale. Coordinerà, inoltre, con il Ministero della difesa, il lavoro mirato al riarmo. Si dice, del resto, che anche in questo posto Klebanov non rimarrà per molto tempo: bisognerà, infatti, trovare un capro espiatorio che risponda per le brutte condizioni del complesso bellico industriale.
Può darsi che i prossimi candidati alla pulizia radicale siano gli organi del Ministero degli interni. Almeno, secondo i comunicati ufficiali, Vladimir Putin, all’incontro di lavoro con il ministro degli interni Boris Gryzlov, ha posto l’obiettivo di intensificare il lavoro mirato alla repressione delle infrazioni commesse dagli stessi organi tutori della legge. “Ora sembra che basti avere una berretta a visiera e gli stivali per mangiare e bere a sazietà”, ha detto il Presidente”, stigmatizzando le illegalità commesse da agenti degli organi tutori della legge. “Ciò che fate non è male, ma non è sufficiente”, ha detto il Presidente. Probabilmente, per dimostrare quanto siano, invece, utili i poliziotti, il ministero degli interni della FR si è affrettato a dichiarare i notevoli progressi nella chiarificazione dei reati eclatanti del decennio precedente. E’ stato annunciato che sono stati finalmente individuati e dichiarati ricercati gli assassini di Vlad Listiev, showman televisivo, e Galina Starovoitova, deputato della Duma. Qualora gli assassini siano veramente individuati, dopo quest’annuncio essi saranno più rapidamente trovati dai mandanti del reato che dai detective. Ma è più probabile che si tratti solo di pubblicità della scaltrezza dei nostri organi tutori della legge, usata per difendersi dall’esautoramento per scarsa competenza. Nel contempo, la conferenza stampa approntata per dichiarare questi “successi”, è stata usata per propagandare la pena capitale. Juri Korolev, vice capo della Direzione generale della polizia investigativa, ha detto che uno dei motivi principali del numero di assassini è la moratoria per la pena capitale, dato che prima questa intimidiva i criminali. I poliziotti hanno preferito non menzionare che i lunghi termini di reclusione, aggiudicati dalle corti, o il soggiorno a vita in una colonia sull’isola Ognennyj per gli ex condannati a morte, risultano ai delinquenti una pena assai più tremenda della fucilazione.
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