Numero 8(99)
Le banche russe nel 2005
Forse gi’ dai prossimi anni azioni in vendita, soprattutto agli stranieri
La troppo forte contrazione della liquidità del rublo nel 2005 per poco non ha portato a una crisi bancaria simile a quella di un anno fa, ma il comportamento delle banche russe è essenzialmente cambiato. Sempre più strutture di credito diventano attivi mutuatari sui mercati finanziari mondiali. Sempre più spesso prendono in considerazione la possibilità di vendere le proprie azioni, e alcune addirittura lo stanno già facendo.
Nel 2005 è considerevolmente aumentato il numero di banche che si sono rivolte ai mercati internazionali allo scopo di attirare fonti a basso costo per il finanziamento di una crescita rapida del portafoglio crediti. Al momento il debito estero della VTB (Banca del Commercio Estero) si avvicina ai 6 miliardi di dollari, sebbene ancora due anni fa quasi non avesse euroobbligazioni e finanziamenti consorziali. Nelgi ultimi due anni la Sberbank ha attratto dai mercati internazionali una somma di circa 3 miliardi di dollari, e in futuro si prefigge di allargare in maniera consistente il prestito estero. Nel 2005 hanno attirato attivamente fondi dai mercati esteri l’Al’fa-Bank, la MDM Bank, la Bank Moskvy e Russkij Standart. L’attrazione di società investitrici in tali progetti risulta costosa, se si considerano i volumi dei prestiti. Ciò induce molte delle suddette banche a riflettere seriamente sulla costituzione o sull’allargamento del proprio business d’investimenti.
Inoltre, se nel 2003 e nel 2004 il mercato dei prestiti bancari esteri si concentrava sui prestiti consorziali e le euroobbligazioni, già alla fine del 2004 sul mercato è comparsa la prima variante “elaborata” di euroobbligazione emessa dalla RosBank. I pagamenti relativi a questo tipo di prestito erano garantiti dall’accesso dei clienti al sistema delle carte di credito internazionali, cosa che permetteva di abbassare di molto il costo del prestito. Al momento la questione della sostituzione del portafoglio crediti bancari con titoli vendibili è sempre più all’ordine del giorno. Ad esempio, quest’estate la banca “Sojuz” ha emesso euroobbligazioni garantite da un portafoglio di auto-crediti per la sonma di 50 milioni di dollari, e la VTB ha dichiarato di essere intenzionata ad emettere 100 milioni di dollari di obbligazioni garantite dal proprio portafoglio ipotecario. È più che evidente che, come nel caso della copertura dei pagamenti attraverso le carte internazionali di credito, anche nel caso della sostituzione del portafoglio crediti bancari con titoli, meglio affidare la strutturazione di un affare di questo tipo alle proprie filiali investitrici, che ingaggiare una società investitrice esterna.
Un’altra nuova tendenza del 2005 è stato l’interesse delle banche russe per l’emissione di obbligazioni subordinate. Tali obbligazioni si utilizzano per la conversione di capitale di secondo livello e permettono di convertire il coefficiente di adeguatezza del capitale, il quale per molte grandi banche si è ridotto per effetto della rapida crescita del portafoglio crediti. È evidente che se prima il problema dell’inadeguatezza del capitale spesso veniva risolto anche con l’utilizzo di schemi fittizi, l’irrigidimento del monitoraggio da parte della Banca Centrale ha privato le banche di questa possibilità.
A differenza delle società, le banche non hanno fretta di uscire sul mercato delle azioni. Il motivo è chiaro: gli investitori stranieri ad oggi devono ancora ottenere l’autorizzazione da parte della Banca Centrale all’acquisto di azioni di emittenti russi. Ciò limita considerevolmente la domanda potenziale di azioni delle banche e di fatto le costringe o a cercare dei partner strategici, o a utilizzare uno strumento come quello della subordinazione delle obbligazioni. All’inizio di quest’anno sei banche russe hanno attirato circa 2,6 miliardi di dollari in forma di crediti subordinati, cosa che ha consentito loro di continuare la loro espansione creditizia.
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