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Numero 8(99)
Avanti, verso la Federazione!
La Costituzione si tocca eccome. Piu’ potere al Premier, federalismo, tagli agli statali per il risanamento del bilancio. La ricetta della “Casa” per vincere le elezioni


    Se in Russia i cambiamenti sono ormai all’ordine del giorno, in Italia quelli proposti dal Premier Silvio Berlusconi sono diventati l’evento dell’anno. Il 18 novembre il Senato ha ratificato gli emendamenti alla Costituzione sulle quali aveva insistito il Premier. 170 i voti a favore, 132 contro, e tra questi ultimi tre ex-Presidenti nominati senatori a vita.
    Il Capo di Governo ottiene la facoltà di destituire i ministri e di sciogliere il Parlamento, scavalcando il Presidente. Al Premier non è più necessario chiedere il voto di fiducia al Parlamento. Sarà sufficiente che presenti una dichiarazione sulle linee generali della propria politica. E i parlamentari potranno discutere solo in merito a tali “linee generali”.
    Lo stesso Presidente si trasforma per molti aspetti in una figura di rappresentanza, con lo status di “garante della costituzione e dell’unità federale della repubblica”. Minore sarà l’età minima richiesta per occupare questa carica – d’ora in poi 40 anni invece che 50. Come accadeva nella DFR, il Senato ora si trasforma nell’organo di rappresentanza delle Regioni. La maggior parte delle leggi verrà approvata solo dalla Camera dei deputati, e il Senato interverrà solo nel caso una determinate legge leda gli interessi delle Regioni federali. Il numero dei deputati si ridurrà da 630 a 518, e 18 posti saranno riservati ai rappresentanti degli italiani residenti all’estero. Le elezioni dei deputati, in base ad una legge approvata poco tempo prima dei suddetti emendamenti, verranno condotte di nuovo in base al sistema proporzionale utilizzato prima degli anni ’90. Inoltre gli emendamenti contemplano praticamente la federalizzazione dell’Italia. Sanità, Istruzione e Forze dell’Ordine saranno appannaggio delle singole Regioni. Questo allo scopo di esentare dai gravami finanziari le regioni settentrionali, che ad oggi sovvenzionano il Sud d’Italia, più povero. Con questa manovra all’atto pratico Berlusconi toglie ogni argomento agli eterogenei separatisti rivendicanti l’indipendenza, seguendo l’attuale tendenza in Europa al rafforzamento della regionalizzazione. Nelle mani delle autorità centrali rimarrano il controllo della rete stradale nazionale, dei mezzi di comunicazione, delle centrali energetiche e delle aziende statali. In questo modo ogni tentativo da parte delle singole Regioni di “scavalcare” l’autorità statale verrà subito bloccato.
    Non si tratta del tentativo da parte di un Premier poco popolare di sfuggire alle responsabilità nel “nuovo Stato”. Praticamente subito dopo l’approvazione del pacchetto di riforme da parte del Senato, Berlusconi è riuscito a far approvare dal Parlamento il bilancio Statale per il prossimo anno, e ha anche conquistato il voto di fiducia al Governo (e quindi per sé stesso). Per la fiducia hanno votato 293 deputati, 189 contro, 2 astenuti. Non sono riusciti ad evitare l’approvazione del bilancio neanche le attive azioni di protesta da parte dei sindacati, con l’organizzazione peraltro di uno sciopero generale dei dipendenti statali, per i quali sono previsti tagli massicci. Questi tagli dovrebbero consentire di richiudere il buco di bilancio del 4,3%, nel tentativo di conservare influenza politica. L’approvazione degli emendamenti apre la strada alle elezioni della primavera del 2006, alle quali la Casa delle Libertà conta di vincere.
    Un altro avvenimento dell’anno può essere considerato l’avvio del progetto “Mosè”, che, una volta ultimato, finalmente difenderà Venezia dalla continua minaccia di trasformarsi in Atlantide. Verrà costruita una diga che sbarrerà la strada alle onde alte, vero flagello per Venezia. Bisogna anche ricordare l’alto tenore della cooperazione russo-italiana fino ad ora conservato. La Russia ha ottenuto una semplificazione del regime dei visti per una serie di categorie di turisti, e i progetti italiani in Russia come da tradizione hanno meritato grande attenzione da parte delle autorità russe, incluso il Primo Ministro Fradkov. Il saluto di Berlusconi è stato porto ufficialmente ai partecipanti al congresso del partito di governo russo “Russia Unita” a Krasnojarsk. Apogeo simbolico della cooperazione è diventato l’incontro tra Silvio Berlusconi, Vladimir Putin e il Premier turco Redžep Erdogan il 17 novembre, data dell’inaugurazione del gasdotto “Flusso azzurro” nella turca Samsun. Si pensa in un futuro di prolungare il gasdotto fino alla Puglia. Durante la stessa cerimonia Berlusconi ha ancora una volta riconfermato di essere favorevole all’ingresso della Russia nell’UE.

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