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Numero 2(101)
L’Italia è fatta anche di idealismo, di altruismo, di sensibilità e coraggio civile. A Mosca tanti italiani lavorano perseguendo obiettivi umanitari e si rendono interpreti di quei tratti pregevoli e autentici del nostro carattere nazionale
Intervista a Chiara Casarella
DAL 2005 DONOR RELATIONS OFFICER DELL’UNHCR (ALTO COMMISSARIATO PER I RIFUGIATI DELLE NAZIONI UNITE) IN RUSSIA


    – Dott.sa Casarella, di che cosa si occupa esattamente l’UNHCR?
    L’alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati (ACNUR in italiano, UNHCR in inglese) si occupa prevalentemente dei rifugiati, ovvero di quelle persone che per fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalita’, appartenenza ad un determinato gruppo sociale od opinione politica si trova fuori dal Paese di cui ha la cittadinanza e non puo’ – oppure non vuole – a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale Paese (questa e’ la definizione riportata sulla Convenzione di Ginevra del ’51 sullo stato dei rifugiati). I rifugiati pero’ non sono le uniche persone delle quali ci occupiamo. L’UNHCR ha progressivamente esteso protezione e assistenza anche ad alcune categorie di persone che non sono incluse nel mandato originario, principalmente gli sfollati, che per gli stessi motivi hanno abbandonato le loro case ma che a differenza dei rifugiati non hanno attraversato una frontiera internazionale, e risultano profughi all’interno del loro proprio Paese; ad esempio, in Russia, i ceceni, molti dei quali si sono spostati dalla Repubblica di Cecenia nelle repubbliche vicine per sfuggire alla guerra, rimanendo comunque formalmente all’interno del loro Paese, la FR. Inoltre forniamo supporto (specialmente di natura legale) agli apolidi, persone di una determinate nazionalita’ o etnia che in seguito a cambiamenti politici nessuno Stato riconosce come cittadini. Ad esempio i Baku, gruppo etnico armeno proveniente dall’Azerbaigian. L’UNHCR offre protezione e assistenza ai rifugiati e alle altre persone di competenza in maniera imparziale, in base alle necessità e indipendentemente dalla loro appartenenza ad un gruppo etnico, religione, opinione politica o sesso. In tutte le proprie attività l’UNHCR presta particolare attenzione alle necessità dei bambini e si impegna a promuovere la parità di diritti delle donne. L’ UNHCR, aiuta le persone di sua competenza a trovare soluzioni durevoli per la loro vita (rimpatrio volontario, integrazione all’interno dei paesi ospitanti o reinsediamento in un paese terzo).
    Io personalmente sono incaricata di sviluppare relazioni e rapporti con possibili donatori, sia con la comunita’ internazionale che con diverse compagnie e aziende russe o straniere presenti sul territorio di Mosca e della Federazione Russa per raccogliere dei fondi ulteriori per le nostre attivita’.
    In che modi si concretizza quest’assistenza?
    Innanzitutto si concretizza nella funzione fondamentale del nostro mandato cioe’nella protezione ovvero, l’assistenza legale. Fino a quando le autorita’ del Paese in cui richiede asilo non riconoscono ufficialmente lo status di rifiugiato, la persona e’ “richiedente asilo”, senza status, e quindi senza diritti sociali. E’ fuggito dal proprio Paese, da una guerra o da una persecuzione, quindi non ha chiaramente avuto il tempo di raccogliere tutti i suoi documenti e averi, nella maggior parte dei casi. Noi, dopo una preliminare intervista condotta dai nostri legali nella quale si stabilisce secondo i parametri della Convenzione di Ginevra se egli sia un rifugiato e abbisogni di protezione internazionale, diamo assistenza legale e lo accompagnamo durante tutto l’iter di riconoscimento dello status di rifugiato da parte delle autorita’ russe. In Russia questo percorso e’ particolarmente lungo e difficoltoso, a causa dell’insufficienza di risorse umane e finanziarie presso il Servizio Federale Migrazioni della Federazione Russa. Ci sono persone che si trovano qui da 3, 4, alcune addirittura da 10 o 15 anni. La FR e’firmataria della Convenzione di Ginevra e del suo del protocollo del ’67, ma tuttavia persistono delle difficolta’ a concretizzare. Il dipartimento legale dell’UNHCR fa un grande lavoro in questo senso, ovvero supportando lo sviluppo del sistema di asilo delle del Paese, di modo che esso diventi sempre piu’ efficace ed efficiente, e in grado di rispondere agli standard internazionali.
    Oltre a beneficiare della assistenza legale fornita dall’UNHCR, il richiedente asilo viene inserito in programmi sociali che comprendono assistenza sanitaria, psicologica, sociale, pedagogica (tra i profughi ci sono moltissimi bambini). L’UNHCR si prefigge comunque l’obiettivo finale di trovare soluzioni durature per i richiedenti asilo e i rifugiati. La nostra attivita’ sul territorio della FR e’ concentrata soprattutto a Mosca, a Pietroburgo e nel Caucaso del Nord.
    Ma quanti rifugiati arrivano al giorno? E da che Paesi?
    A Mosca, nel nostro centro di accoglienza arrivano circa 60 persone mese. A Mosca ci sono circa 3000 richiedenti asilo che provengono da paesi al di fuori della C.S.I. che aspettano l’accesso al percorso legale per la determinazione del loro status. In linea con le statistiche ufficiali del settembra 2005, 16 persone hanno ricevuto lo status di rifugiati di cui 15 provenienti da stati al di fuori della C.S.I. Secondo le stesse statistiche, 535 personi hanno ricevuto lo staus di rifugiati, 224 di questi provenienti dai C.S.I. e 311 provenienti da stati al di fuori della C.S.I. Inoltre, 1100 persone hanno ricevuto protezione temporanea.
    Il paese di provenieza e’ per lo piu’ l’Afghanistan. Altri arrivano dall’Africa (Nigeria, Angola, Repubblica democratica del Congo e altri,), Iraq, Uzbekistan. A San Petroburgo ci sono circa 800 persone con la stessa area e percentuale di provenienza di Mosca.
    Nello specifico, il contenuto di qualcuno dei vostri piu’ recenti programmi?
    Ad esempio, a Mosca – zona nella quale io opero –dal 2000 abbiamo avviato un ottimo progetto pilota relativo alla scolarizzazione dei bambini richiedenti asilo e rifugiati, frutto della collaborazione con il Dipartimento dell’Educazione della citta’ di Mosca. Secondo la Convenzione internazionale per i diritti del bambino, ratificata anche dalla FR, tutti i bambini hanno diritto all’educazione. Quindi anche i figli dei richiedenti asilo, spesso bambini che non hanno nessun tipo di documento - e i cui genitori non hanno nessun tipo di documento - hanno il diritto di andare a scuola. Siamo riusciti ad inserire questo gruppo di bambini nelle scuole moscovite, con un affiancamento speciale per le lezioni di lingua e cultura russa e per le lezioni di lingua e cultura del loro Paese d’origine, affinche’ da una parte possano inserirsi al 100% nel sistema educativo russo, dall’altra non perdano le loro tradizioni.
    Un’altra iniziativa e’ stata quella dell’apertura, tra l’altro imminente, di un centro attivita’ e assistenza ai rifugiati (situato vicino alla stazione della metro Pervomajskaja) creato apposta per concentrare in un unica sede svariate attivita’ di comunita’, didattiche, e soprattutto di assistenza di diverso genere (a parte quella medica, per la quale l’UNHCR si appoggia a strutture esistenti). Cio’ evita a persone che spesso sono senza documenti di dover girare per Mosca per ricevere i vari tipi di assistenza, con tutti i disagi e i pericoli che - e gli stranieri lo sanno bene - cio’ comporta. E qui e’ situato anche il Refugee Reception Center, gli uffici di prima accoglienza dove i nostri legali conducono le interviste e esaminano i casi.
    Nella propria attivita’ l’UNHCR coopera con altre organizazioni?
    Si’. Cooperano con noi circa una trentina di organizzazioni non governative ripartite tra Mosca, Pietroburgo e Caucaso del Nord. Ad esempio per l’assistenza medica abbiamo la Magee, con sede centrale in America ma con un dipartimento registrato in Russia, con personale e direttore russo. Poi abbiamo Ekilibr - Solidarnost’, che dal ‘98 collabora con noi per l’assistenza sociale, Gratis, per l’assistenza psicologica, Etnosfera per i programmi di educazione e altri vari partner per l’assistenza legale, che e’ ovviamente una della cose piu’ importanti.
    Qual’e’ la vostra posizione rispetto alla nuova legislazione sulle ong?
    E’ una cosa che stiamo seguendo, questa, con molta attenzione anche perche’ noi come gia’ detto abbiamo molti partner che sono organizzazioni non governative. Questa legge potrebbe avere un impatto su di loro, e di riflesso quindi sulla nostra struttura organizzativo-operativa. Tutto e’ pero’ ancora poco chiaro, da un lato perche’ i parametri di applicabilita’ sono ancora vaghi. Probabilmente bisognera’ aspettare ulteriori sviluppi. Verso aprile la legge dovrebbe entrare in vigore.
    Da chi vengono finanziate le attvivita’ di assistenza prestata dall’UNHCR?
    I fondi che L’UNHCR impiega per svolgere la propria attività derivano per il 98% da contributi volontari: da parte di governi, organizzazioni non governative ed intergovernative, aziende e privati cittadini. Ogni ufficio dell’ UNHCR nel mondo rieeve un budget annuale. (Per noi ad esempio circa 15.milioni dollari USA), e con questi mezzi noi portiamo avanti i nostri programmi. Purtroppo il budget che riceviamo di fatto e’ poi tarato sulle risorse disponibili e non sulle nostre reali necessita’, e quindi risulta insufficiente. In questo senso e per questi motivi le singole sedi UNHCR svolgono autonomamente attivita’ di fund raising per finanziare i propri programmi, sia quelli gestiti direttamente, sia quelli commissionati ai partner. Ad esempio il nostro partner Equilibre- Solidarnost ha ricevuto nel dicembre del 2005 un finanziamento di circa 17.000 USD dall’ambasciata svizzera per fare tutta una serie di attivita’ con le donne e con i bambini di nostra competenza. Il fund raising, del quale io mi occupo in prima persona, si rivolge a fondazioni private, compagnie, business o altre fondazioni internazionali presenti sul territorio.
    Perche’ ha scelto questo percorso professionale?
    L’idea di lavorare per le organizzazioni umanitarie mi ha sempre affascinato. Mi sono laureata in russo, poi ho partecipato a diverse iniziative, ho seguito un master in cooperazione internazionale, ho lavorato anche in Africa con la missione di pace ONU, e sono venuta qui a lavorare per l’UNHCR perche’ ritengo assolutamente doveroso da parte nostra dare una risposta alla questione umanitaria dei rifugiati: si tratta infatti di un fenomeno attuale di grande portata e rilevanza, ed e’ molto piu’ vasto e urgente di quanto si pensi comunemente.

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