Numero 3(102)
Gref prevede un calo di produzione nel comparto
Gherman Gref ha affermato in un’intervista che lo “smorzatore” del Fondo di stabilizzazione permetterà alla Russia di evitare gravi contraccolpi economici dovuti ad un eventuale calo del prezzo del petrolio, ma ha aggiunto anche che in seguito ad un cambiamento della congiuntura economica internazionale - considerate anche le correnti spese di bilancio in rapida crescita - potrebbe insorgere un rischio di deficit. Secondo i calcoli del Ministero per lo Sviluppo Economico infatti, se il prezzo del petrolio russo calasse fino a 20 dollari al barile, il volume annuo di introiti, considerata la quota attuale di spese di bilancio, subirebbe una riduzione di circa 900 miliardi di rubli. “In tal caso i finanziamenti realizzati attraverso il fondo di stabilizzazione durerebbero da due a due anni e mezzo”, ha sottolineato Gref.
A suo avviso, oggi la Russia sarebbe uno dei Paesi in più rapida via di sviluppo a livello internazionale, con un PIL che si è quadruplicato negli ultimi sette anni, e con tassi di crescita economica superiori alla media europea.
Ciononostante, G. Gref prevede un imminente calo di produzione nel comparto del gas e petrolio. “In una prospettiva a medio termine potremmo dover affrontare una recessione in questi settori”, ha constatato il Ministro, aggiungendo che le conseguenze che ciò potrebbe avere sul budget sono più che evidenti. Il calo inevitabile nel comparto del gas e petrolio può comportare, quindi, effetti negativi. Negli ultimi anni, infatti, la produzione nel settore del gas e petrolio, che produce un quarto del prodotto interno lordo e costituisce la voce maggiore nelle entrate di bilancio è aumentata di più del 7% all’anno. Secondo i dati del Ministero per lo Sviluppo economico della FR, le conclusioni poco ottimistiche di Gref sarebbero basate su delle cifre che dimostrano un calo costante del 1%-2%. Resta solo da sperare che le tristi previsioni del ministro non si avverino.
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