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Numero 3(102)
Manifestazioni anti italiane in Libia
Geddafi minaccia nuovi disordini
La Farnesina: e’ solo retorica


    Ci sarebbe il pericolo di nuovi disordini simili agli scontri sanguinosi di Bengazi, mette in guardia l’Italia Muamar Gheddafi, il leader libico. “Purtroppo, c’è da aspettarsi nuove Bengazi”, ha detto Gheddafi ai giornalisti di un canale televisivo italiano, chiedendo che l’Italia “riconosca il suo passato coloniale” e “risarcisca i danni subìti dalla Libia”.
    “Non appena l’Italia avrà versato il risarcimento, si potrà voltare pagina, e tra i nostri Paesi ci sarà pace e cooperazione”, ha promesso il leader libico. Va ricordato che gli scontri del 18 febbraio sotto l’Ambasciata italiana a Bengazi, città libica, hanno comportato la morte di 14 persone. Più di 50 sono rimaste ferite. Le manifestazioni di protesta, come ha dichiarato il governo libico, erano state provocate dal comportamento del Ministro italiano Roberto Calderoli, che si era fatto riprendere in televisione con una maglietta sulla quale erano riprodotte le famose caricature del profeta Muhammad. Il fatto aveva suscitato un’indignazione enorme nel mondo politico italiano, e, in seguito all’invito del primo ministro Silvio Berlusconi, Calderoli si era dimesso. Il 2 marzo, parlando alla TV libica, Gheddafi ha dichiarato non improbabili nuove aggressioni ai Consolati italiani qualora Roma rifiutasse di pagare al popolo libico i danni arrecati al Paese dal regime coloniale italiano. Il leader libico ha anche detto che il motivo vero dei disordini a Bengazi non era quello del comportamento di Calderoli, ma “il rifiuto dell’Italia di risarcire i danni arrecati dall’amministrazione coloniale”.
    Secondo quanto comunica l’agenzia RIA “Novosti”, questa volta il Ministero degli Esteri italiano ha reagito in modo deciso: “le parole di Gheddafi non devono suscitare grandi preoccupazioni: è chiaro che si tratta di retorica pubblica e non di una vera e propria presa di posizione da parte della Libia nelle relazioni internazionali”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri Gianfranco Fini.

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