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Numero 11(56)
Le previsioni del governo sono ancora ottimistiche

    Lo scenario economico del governo per il periodo dal 2003 al 2005 (pubblicato a giugno) continua ad essere pienamente ottimistico e prevede l’aumento del PIL del 4,1%-5,9%.
    Questa cifra evidentemente risponde, in parte, alle critiche da parte del Presidente Putin: va ricordato che in aprile Vladimir Putin aveva indicato che il 3,5%-3,6% fosse un tasso di crescita insufficiente per la Russia. Ma a parte le critiche, la veridicità delle previsioni non dipende dai desideri o dalla volontà dei dirigenti del Paese, ma da quelle misure che il governo è disposto a realizzare per conseguire i valori indicati nella previsione.
    Le trasformazioni strutturali nel settore dei servizi comunali, la riforma agraria e bancaria sono considerate condizioni importantissime del conseguimento del tasso programmato della crescita del PIL. Si prevede che fino alla fine dell’anno, la Duma approverà il sistema dell’assicurazione dei depositi, nonché il progetto legge sull’investimento dei mezzi della pensione accumulata in base ai risparmi. La riduzione del peso fiscale complessivo nel 2003 dell’altro 0,5% deve diventare un passo in più sulla strada verso la creazione di un clima di investimenti più attraente.
    Ma una sola riduzione delle tasse non è sufficiente per stimolare investimenti e crescita. I risultati dello studio svolto recentemente con la partecipazione della Banca mondiale, fanno capire che la conditio sine qua non dello sviluppo economico è anche lo sradicamento della corruzione. Oggi la corruzione costa alle aziende russe circa $33 miliardi all’anno, ossia l’11 percento del PIL, mentre le entrate fiscali del budget consolidato costituiscono il 37% del PIL. Di conseguenza, la limitazione della corruzione può diventare una leva molto più potente di influenza sul clima d’affari, rispetto alla riduzione delle tasse. Il governo dovrà garantire due condizioni principali che condizionino la crescita economica. Anzitutto, la base di una crescita stabile dev’essere fornita da piccole imprese, cosicché acquista un significato particolare proprio la dinamica di questo settore. Va ricordato che in Russia il settore del piccolo business è tuttora sottosviluppato. La parte di aziende piccole e medie costituisce circa il 10%-12% del PIL rispetto al 50% nei Paesi europei. In Russia le imprese piccole e medie garantiscono l’occupazione per il 15% della popolazione economicamente attiva, mentre in Inghilterra questa cifra costituisce il 49%, e negli USA raggiunge il 54%. Nel 2001, il numero di piccole aziende in Russia è diminuito del 4,1%, ma in seguito alla comparsa di una serie di nuove leggi (in particolare, sulla standardizzazione), verso il 2004 esso dovrà aumentare dell’8,7%.
    Il secondo fattore di crescita economica è l’aumento della produttività del lavoro. Per mantenere la competitività, le aziende produttrici russe devono crescere almeno del 4%-5% all’anno anche se l’aumento del corso di cambio non superasse gli stessi 4%-5%. In caso contrario, il rafforzamento del cambio reale del rublo farà stagnare la produzione industriale e renderà inattuabili le previsioni del governo.
    Il tasso prestabilito di crescita della produttività è assai realistico. Nel 1999-2001 esso costituiva in media il 6,7% all’anno, anche se, per amor del vero, va rilevato che scaturiva dallo scarso carico di capacità produttive nell’industria. In futuro, per garantire la crescita della produttività ci vorrà un ammodernamento notevole dell’industria e grossi investimenti di capitale. Secondo i funzionari del governo, questi investimenti devono essere finanziati dal settore petrolchimico, il quale continua ad ottenere, sui suoi progetti, un’alta redditività, dal 30% al 40% e, rispettivamente, dispone di risorse finanziarie. Ma, come abbiamo già notato nei numeri precedenti del giornale, il desiderio d’investire delle società petrolchimiche, dipenderà direttamente dalla tassazione e dalla prevedibilità nell’economia. Quindi, senza una ferma volontà, a livello governativo, di creare le basi per la conduzione del business in Russia, non vale la pena di aspettarsi che il settore corporativo si metta ad investire soldi nell’economia.

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