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Numero 12(57)
Mercato Finanziario

    Il mercato valutario
    La situazione sui mercati valutari internazionali non ha avuto un grand’effetto sulla compravendita della valuta in Russia. Il rublo ha continuato ad indebolirsi rispetto al dollaro e ha raggiunto, alla metà di luglio, il valore di 31,55 rubli per un dollaro. Più tardi, in seguito ai pagamenti fiscali e alla riduzione della liquidità in rubli, c’è stato un piccolo rafforzamento del cambio, il quale, però, ci appare poco duraturo. Già alla fine di luglio la tendenza al ribasso del rublo avrà la meglio di nuovo, e in agosto il mercato raggiungerà la quota di 31,6-31,7 rubli per un dollaro.
    Tenendo conto dei notevoli pagamenti fiscali in agosto, l’attenzione dei trader sarà sicuramente attirata dalla dinamica delle riserve auree valutarie. A luglio la Banca Centrale (BC) ha informato il mercato sulle modifiche nel metodo di calcolo di questo valore. Mentre prima nel calcolo si includevano i risultati delle transazioni REPO (cioè, il rilascio dei mezzi alle banche sul pegno dei titoli), ora questi mezzi sono esclusi dal calcolo delle riserve. La decisione della BC ci sembra assolutamente giustificata, se si tiene presente il desiderio di rianimare il mercato dei titoli di Stato e di svolgere una politica monetaria creditizia più attiva. Il notevole aumento di operazioni REPO che deriverà inevitabilmente da questa mossa, potrebbe comportare una rilevante volatilità di riserve auree valutarie. E’ indicativo che al primo di luglio, secondo il nuovo metodo, l’entità di riserve auree valutarie ammontasse a 42,4 miliardi di dollari, contro i 43,6 miliardi calcolati secondo il vecchio metodo.

    Il mercato azionario
    Il calo dei mercati negli USA ha indebolito l’interesse verso le azioni degli emittenti russi. L’America continua ad essere scossa dagli scandali corporativi, motivati dall’immagine falsata della situazione finanziaria delle aziende creata nella loro contabilità. Inoltre, visto che negli scandali finanziari possono essere coinvolti i rappresentanti dell’amministrazione presidenziale attuale, compreso il vice Presidente degli USA, l’atteggiamento allarmato degli investitori nei confronti delle azioni ha intaccato anche tutti gli attivi statunitensi, e ha indebolito il dollaro rispetto all’euro.
    Il trend generale del mercato russo anche nei prossimi mesi sarà determinato dalle notizie provenienti dagli USA, ma ciò non esclude la possibilità di guadagnare sulle azioni, cambiando la struttura del portafoglio. Alcune azioni non hanno più potenziale di aumento: quelle della Sberbank, ad esempio, le cui quotazioni sono aumentate del 120% rispetto all’inizio dell’anno, mentre il mercato è cresciuto del 40%. Ora il costo delle sue azioni oscilla intorno ai 160-170 dollari per un’azione ordinaria, e sembra difficile che l’interesse verso questo titolo possa aumentare. Alcuni investitori cominciano pure a fissare i redditi nel settore petrolchimico, visto che anche la maggior parte di aziende petrolchimiche accusa la crescita di quotazioni che supera di tanto la crescita dell’indice RTS. Così, dall’inizio dell’anno le quotazioni della Sibneft sono aumentate del 190% e quelle della YUKOS del 90%. I mezzi liberati vengono indirizzati dagli investitori nelle aziende petrolchimiche secondarie (Tatneft, Megionneftegas, Onako), oppure in altri settori. A luglio, ad esempio, si è ridestato l’interesse verso le azioni della RAO EES che dall’inizio dell’anno sono diminuite di prezzo del 30%. L’energetica può evidentemente diventare favorita nel mercato per i prossimi due o tre mesi.

    Il mercato delle obbligazioni
    La notizia principale per le obbligazioni russe è stata la dichiarazione degli esperti dell’agenzia S&P sull’eventuale aumento del rating sovrano della Russia. Il 9 luglio, nel suo intervento a un convegno di Londra, un rappresentante dell’agenzia ha detto che essa può alzare il rating fino alla categoria “”. Evidentemente, questa dichiarazione è stata fatta per sottolineare l’attrattiva della Russia sullo sfondo di notizie negative provenienti da tutti gli altri mercati emergenti, nonché per mantenere vivo l’interesse per questa classe di attivi. Il mercato però ha interpretato questa dichiarazione come il desiderio di aumentare il rating subito di due gradi, e i prezzi delle obbligazioni russe sono immediatamente tornati al livello dei primi di giugno. In questo modo, attualmente il mercato delle obbligazioni è in larga misura incettato e se le attese positive dei partecipanti al mercato verranno meno, i prezzi possono cadere notevolmente. La minaccia principale è l’aumento del rating di un solo grado. Se la S&P conferirà alla Russia il rating “BB-”, ciò sarà una brutta notizia per gli investitori. Non è da escludere però che l’agenzia possa anche rimandare la decisione relativa all’aumento del rating. Ciò comporterà la stagnazione dei prezzi, ma più probabilmente consentirà di evitare vendite in attive.

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